Netanyahu: operazione “Spade di ferro”  

Per capire il rapporto di forza che non giustifica e tano meno assolve l’attacco di Hamas allo Stato (universamente riconosciuto di Israele), risponde la notizia, di fonti molteplici, di Gaza al buio e senza acqua. Ovvero, a dare o togliere elettricità è tra i dispotici diritti di chi ha ridotto la Palestina (ancora non riconosciuta come Stato) a un lembo di terra che detiene il drammatico record di densità abitativa, perché espropriato dalla progressiva colonizzazione di Israele. I raid terroristici di Hamas (nessun alibi è lecito), hanno di brutale disumanità l’eccidio di un numero impressionante di civili, di molte giovani vittime. Israele non poteva che rispondere, forte della solidarietà di mezzo mondo, che è nel giusto, ma che  denuncia una voragine mnemonica per i raid compiuti da Israele a più riprese in terra palestinese, con centinaia di giovani vittime. La vendetta di Tel Aviv opera con la determinazione aggressiva di Netanyahu (non aspettava altro). Ha ordinato l’assedio totale di Gaza, e il bombardamento indiscriminato della Striscia, che ha centrato un mercato in attività e due ospedali. Due medici uccisi, molti feriti, denuncia Medici Senza Frontiere, che opera in quegli ospedali.

Volker Türk, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, condanna l’assedio totale della Striscia di Gaza “Perché viola il diritto internazionale, è proibito. L’imposizione di assedi che mettono in pericolo la vita dei civili privandoli di beni essenziali per la loro sopravvivenza è vietata dal diritto internazionale umanitario”.

Le vittime accertate in questi tragici giorni: 900 israeliani (2500 feriti), 700 palestinesi (143 bambini) e 3726 feriti. I giornali solo in un paio di righe tipografiche, danno notizia, senza dettagli,  di  1.500 soldati palestinesi trovati morti ai confini di Gaza con Israele. Manduro, presidente del Venezuela, accusa Israele di genocidio e cita i brutali attacchi del passato  con incursioni sanguinose contro il popolo palestinese. Emma Bonino, al di fuori dell’unanime coro di condanna degli atti di terrorismo contro lo Stato ebraico: “Israele ha risposto nel modo peggiore agli attacchi subìti.

C’è chi ipotizza una guerra di lunga durata, nonostante l’immenso  potenziale bellico di Tel Aviv e chi spera in un esito ravvicinato del conflitto, prendendo spunto dalla disponibilità di Hamas, da confermare in concreto, a trattare per lo scambio ostaggi-prigionieri palestinesi. In corso si contano duecento raid aerei su Gaza e nuove bordate di missili su Israele.

Si annunciano altre e peggiori conseguenze del Covid, dell’aggressione russa all’Ucraina, degli extra profitti incontrollati dei fornitori di energia: in un paio di giorni, è arrivata puntuale l’impennata dei costi di gas ed energia elettrica per le famiglie. Il rischio: l’estensione temporale e politica della guerra in Medio Oriente potrebbe indurre ad aprire gli arsenali nucleari, ipotesi forse azzardata, non così lontana dal conseguente suicidio della Terra. Circolano due ‘rumors’. Il primo sostiene che Hamas fornisce a Netanyhau il pretesto per sgombrare i palestinesi dalla ridottissima enclave di Gaza. Il secondo, filo ebraico, ipotizza un complotto internazionale per far sparire Israele. Fanta politica? Forse. Paura? Sì


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