Passa parola di napoletani in paura per la continuità dello sciame sismico che dà spallate alla terra e la gonfia con i suoi gas di significativa potenza, la domanda, secca ad ogni sobbalzo tellurico: “L’hai sentita?” “Sì, altro che, neppure un’ora di sonno, ho tutto pronto per una fuga improvvisa”. “No, sotto di noi grandi cavità tufacee ammortizzano le scosse, come nell’80”.
Primi danni alle cose: crepe nei muri, pioggia di calcinacci, edifici a rischio. L’ultima spallata ieri sera (magnitudo 4.0). Notte di paura a Pozzuoli, dove non si dorme da molti giorni, attività commerciali in ginocchio, allerta per il rischio esplosione come la precedente del 1.500, del Monte Nuovo e una domanda piena di angoscia della gente agli esperti: “Diteci la verità”. Il sospetto è che in assenza di un piano salva vita attendibile, un’eruzione equivarrebbe a una tragedia e che le dichiarazioni rassicuranti sull’improbabilità del peggiore evento siano strategiche, dettate dall’invito a non lasciarsi andare al panico. L’ultima scossa, lo comunical’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è avvenuta alle 22.08 di ieri sera, alla profondità di 3 chilometri. Cumuli di calcinacci crollati nella notte.
A Napoli il terremoto è stato avvertito nella zona collinare del Vomero, sul lungomare, a Posillipo, nelle aree prossime a piazza Plebiscito. Al confine tra il Comune di Pozzuoli ed Agnano in molti hanno trascorso la notte in strada. Sono in corso verifiche di stabilità degli edifici pubblici e privati, di alcune fabbriche. L’Osservatorio Vesuviano: “Terremoto superficiale, ma lo sciame continua. Ci aspettiamo anche altri eventi, l’attività sismica prosegue e proseguirà. Il sollevamento del suolo continuerà e le difese da adottare: “Bisogna gestire la paura (che ???) e fare tutte le verifiche agli edifici. Posso assicurare che si sta facendo di tutto per mitigare gli effetti del terremoto (come, cosa? ndr)”. Nell’emergenza per il bradisismo e il sisma ad esso collegato s’innesta un motivo di seria preoccupazione nella consapevolezza di non contare su un piano di evacuazione rassicurante, per il colpevole ritardo di quarant’anni trascorsi senza averlo perfezionato con progetti sicuri di viabilità, sperimentati con ripetute simulazioni. Ne sono consapevoli gli abitanti del Campi Flegrei che chiedono di dire la verità, sulle vie di fuga, che al momento sembrerebbero assolutamente inadeguate.
Di Napoli, ecco un’altra, seria preoccupazione, non si parla. Quali conseguenze ci si deve aspettare per un terremoto di magnitudo distruttiva, a prescindere da quelle ovvie, previste per le aree contigue ai campi Flegrei? Fosse coinvolta la città, subirebbe un micidiale stop della stagione in corso, della rinascita generata dalla pacifica ed economicamente salutare invasione del turismo, che compensa, come Napoli non avrebbe osato sperare, l’ideologia leghista del “prima il nord”.
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