Malinconico autunno

Presuntuoso, ma efficace: “Rai, di tutto, di più”. Il messaggio auto referenziale è cosa da passato remoto, ora le tre reti della Tv pubblica, la testata sportiva e perfino il ‘Blob’ tempo addietro bocciato dalla destra perché ‘sinistro’, cioè sbilanciato a sinistra, abbracciano sfacciatamente il melonismo, il salvinismo, i residui del berlusconismo e si saldano all’esorbitante invasione mediatica pro Fratelli d’Italia di Mediaset, giornali destrorsi e agenzie di stampa filo governative. “Rai a tutto Meloni & C.”, ecco lo spot coerente con il sistema informativo distante anni luce dalla par condicio. Pur essendone consapevole, la premier, in vista di mari tempestosi e del rischio di annegamento, inventa la ‘seria barzelletta’ del complotto di un paio di testate estranee al melonismo. Vorrebbe far intendere agli italiani che tramano per sloggiare la destra da Palazzo Chigi e rinnovare il cambio al vertice con un governo ‘tecnico’. Il perverso ragionamento ha un duplice intento: disarmare il ‘nemico’ e sviare l’attenzione dell’opinione pubblica dal disastro finanziario che non tarderà a esplodere e completerà il discredito del governo, a conferma che il potere, se inadeguato, logora chi ce l’ha. Accidenti se logora. Giorgia, di recente non ha più ragione di accumulare selfie con sorriso sbarazzino, di auto compiacimento: è sempre accigliata, aggressiva, insolente. Dicono i suoi sudditi più in confidenza che per non essere sopraffatta dallo stress ha ripreso a fumare. Le è andata malissimo la campagna anti emigranti, il compagno colleziona gaffe come Lollobrigida, Valditara, Piantedosi, il Sangiuliano che arruola Dante Alighieri nella destra. L’intero pool di ministri e sottosegretari sbanda vistosamente. E le relazioni internazionali? Non ne parliamo. Il disastro dell’economia provoca estese contestazioni, le risorse europee sono in forse. Lei, Giorgia, chiusa riccio, finge di ignorare ogni cosa, rinvia alle calende greche il ‘caso Santanchè, litiga con Macron e la Germania, taglia i fondi per la sanità pubblica, lascia trapelare l’idea di mettere le mani in tasca dei pensionati, che “tanto sono vecchi e hanno poche esigenze”, non muove un dito per organizzare la formazione al lavoro dei migranti e ignora la necessità di colmare il deficit di un milione di lavoratori denunciato dall’apparato produttivo del Paese. Inverosimile il rapporto con la stampa non allineata: conferenze stampa con divieto di domande, silenzio totale sulle questioni scottanti della destra. Fioccano le accuse di familismo, circondata com’è di parenti stretti e larghi. Accuse di uso personale, illegittimo, delle troupe Rai per riprese utilizzate dai Tg Rai e non. Per non farsi mancare nulla, guerra fratricida con Salvini, che prova a sorpassarla a destra. Il matrimonio politico con la nazifascista Le Pen disturba il disegno della Meloni di esibire il volto nuovo, quanto fasullo della premier moderata. Su tutto l’ansia da spread in salita, il Pil che rallenta, un crescendo pericoloso del debito pubblico e la stabilità del governo a rischio. Autunno bollente per Giorgia e il cambiamento climatico non c’entra.


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