Non solo i napoletani, non solo loro, denunciano la trama a senso unico di ‘Gomorra’, con i suoi eroi antieroi, un’enclave della città totalmente assorbita dal profitto per spaccio di droghe, i morti ammazzati per guerre sanguinarie tra faide e subcultura di massa. Questo il drastico e motivato giudizio: ‘Gomorra’ ha distribuito in tutto il mondo un macabro biglietto da visita di Napoli e si intuisce perché Saviano e i suoi lettori contestino questa riflessione: c’è una quota consistente di borghesia napoletana benestante che in buona misura è responsabile delle periferie (ghetti) emarginate, che infastidita dalla letteratura in negativo della città, tifa perché quartieri come Scampia siano rigenerati con l’espulsione della gente a suo tempo confinata in agglomerati urbani dormitorio. Francesco Merlo commenta così una lettera a ‘Posta e risposta’ (la Repubblica): “Nando Dalla Chiesa (distante dalla meloniana sorella Rita, ndr), che ai disvalori della mafia ha dedicato i suoi studi migliori, ha dato ragione a Vincenzo De Luca (presidente della Campania, ndr) che ha condannato la deriva autocelebrativa del sistema Gomorra, non più una denuncia, ma propagazione irresponsabile”. “Anche a me”, scrive Merlo, “pare che l’impianto narrativo delle serie Tv chiamate Gomorra sia come inventato dall’ufficio stampa della camorra”.
S’impenna, nella scala Mercalli, la potenza esplosiva nell’epicentro dell’area sismica dei Campi Flegrei: l’estrema criticità è nelle fumarole attive da sempre della solfatara. La continuità di scosse che ha toccato la pericolosa magnitudo 4.2, alle 3.35 della notte appena trascorsa, profondità un chilometro, avvertita in alcune zone di Napoli, è stata preceduta da sommovimenti di minore intensità, ma continui. Per fortuna nessun danno per le persone, ma stamattina scuole chiuse, verifiche degli edifici non solo scolastici, caduta di calcinacci, velocità ridotta dei treni e forti ritardi, cancellazioni, circolazione sospesa in alcune tratte, treni ad Alta Velocita’ e Intercity, forse instradati su un percorso alternativo. La professoressa Civetta, direttrice dell’Osservatorio vesuviano, anni fa, nel corso di un convegno sulla ‘terra ballerina’ dei Campi Flegrei, dismise la cautela di scienziata è avvertì responsabilmente che era un errore temere prioritariamente il risveglio del Vesuvio: “La maggiore pericolosità è qui, nell’area flegrea”. In caso di emergenza è verosimile che chi vive in quell’area sia avvertita nel tempo necessario a evacuarla? La domanda, certo, crea tensione specialmente tra i puteolani, ma non lascia indifferenti i napoletani, soprattutto dei quartieri confinanti con i Campi Flegrei. È noto a tutti esperimentato il piano di evacuazione, prevede tempi e modalità compatibili con eventi di grave entità? Domande tutt’altro che trascurabili.
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