Guerra e pace

Nel tortuoso immaginario dell’ultra razzista Calderoli, geniale promoter dell’Italia divisa (autonomia differenziata) e chissà, in un futuro ancora s-governato dalla destra provocatorio proponente di una modifica alla Costituzione che consenta al Paese da Roma in su di continuare a chiamarsi Italia e da Roma in giù ‘Tacco dello stivale”.  Non fosse segno di una sbandata senile, l’esternazione a proposito di emigranti “Con Salvini ministro tutto ciò non succedeva”, il servile ‘clac-clac’ per il ‘capo’, meriterebbero un sonoro “Ma ci facci il piacere” alla Fantozzi. L’improvvida sortita di Calderoli, come quasi tutto in politica, maschera altro. Il suo vero obiettivo è sparare fuoco amico sulla Meloni, colta in fallo dall’esodo epocale di migranti, che smentisce la solenne promessa di bloccare gli arrivi. La risposta di Giorgia non è da meno. Ripesca dalla spazzatura leghista il proposito disumano del blocco navale (idea di Salvini ante litteram) solennemente bocciato dall’Europa e da tutto il mondo della solidarietà, oltre che dalla giurisdizione, non solo europea. Gli uni (Lega) e gli altri (FdI) entrano nel buio del rigoroso mutismo se qualcuno azzarda la domanda sulla conseguente ecatombe di migranti bloccati in mare aperto, sui barchini e i gommoni della morte. Gli uni e gli altri, a un niente dal mezzogiorno di fuoco, dalla sfida cruenta a colpi di reciproche accuse di inettitudine, provano a coinvolgere l’Europa “che fa orecchie da mercante”.

Per non evadere dalla guerra fratricida, in vista del voto europeo, si rinfacciano la colpa del mancato respingimento. Salvini denuncia il fallito accordo della premier con la Tunisia, per impedire l’emigrazione in partenza. Il mite Tajani, impegnato nell’interpretazione di Forza Italia ‘centro di gravità permanente della moderazione’, con il suo pensare positivo quanto utopico, invita gli alleati alla pace: “La coalizione troverà la soluzione migliore”. Ma succede che per mettere fine alle urla di Salvini al suo esasperato sovranismo, ma anche al sofferto default della Meloni, appare inconcludente questa blanda formula della pacificazione: la Lega non molla l’idea di affidare lo stop dei migranti alla Marina militare, Giorgia la condivide, rifiuta di parlare con i giornalisti e mente sul flusso di migranti (la definisce “un’invasione”), assolutamente gestibile. Sono altri i Paesi europei che ricevono più richieste di asilo e il blocco navale è impossibile per le leggi italiane ed europee, ma soprattutto perché provocherebbe molte migliaia di morti nel Mediterraneo.


Scopri di più da La voce Delle Voci

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento