Vertici ucraini e statunitensi ormai fuori di testa. E parlano ‘allegramente’ di terza guerra mondiale ormai già cominciata. Come neanche il Dottor Stranamore….
Ai confini della realtà.
Partiamo dalle ultime, farneticanti esternazioni esibite dal numero uno del ‘Consiglio di Sicurezza e Difesa Nazionale’ dell’Ucraina, Oleksyi Danilov, intervenuto al ‘Forum sulla Sicurezza’ che si è appena svolto a Kiev.
“Una Terza Guerra Mondiale è già in corso”, ha proclamato all’uditorio, gonfiando il petto.

Oleksyi Danilov
Poi ha cercato di spiegare: “Se qualcuno pensa che la Terza Guerra Mondiale non sia ancora iniziata commette un errore enorme. E’ già iniziata. Era in corso da tempo, in un periodo ibrido, ed ora è entrata in una fase attiva”.
Ha poi fornito qualche dettaglio operativo in più, soprattutto sul profondo, e urgente bisogno che ha la NATO di vedere l’Ucraina come suo alleato e membro più che attivo, perché “le turbolenze attuali sono destinate a continuare”. E ha garantito, dal più profondo del suo cuore ucraino: “Rafforzeremo l’Alleanza”. Un giuramento che più sacro non si può.
Non contento, ha pensato bene di aggiungere, tanto per gettare altra benzina sul fuoco: “Se qualcuno pensa che si tratti di regolare i conti tra Kiev e Mosca si sbaglia di grosso, è in errore. Le cose sono molto più complicate”. Soprattutto in un cervello come quello di cui è fornito Danilov, dove l’unica materia grigia (grigia?) è formata da droni, missili, munizioni, equipaggiamenti militari e via massacrando.
A fianco del più che ‘invasato’ (per usare un eufemismo) Danilov, comunque a capo di un organismo non poco strategico per Kiev, come il ‘Consiglio di Sicurezza e Difesa Nazionale’, sedeva al Forum l’ex generale di tante guerre (Afghanistan in primis) e poi direttore generale della CIA, al secolo David Petraeus.

David Petraeus
Dalla cui bocca sono uscite parole di fuoco, fornendo un perfetto spaccato di quanto ‘gira’ tra le non poi tanto ovattate stanze ‘militari’ a stelle e strisce, a partire dal più che guerrafondaio ‘Dipartimento di Stato’ per poi passare al fino ad oggi più ‘quieto’ Pentagono per approdare, of course, ai vertici della Casa Bianca, alle prese con una campagna presidenziale 2024 (a cominciare dalle prossime primarie democratiche) che più bollente e infuocata non si può.
Ecco, fior tra fiore, alcune frasi griffate Petraeus, il quale – non dimentichiamolo – aveva annunciato di voler trascorrere gli anni della sua meritata pensione nientemeno che in Italia, per la precisione in una fattoria nelle nostre campagne vicentine, un buen retirodopo tante imprese militari: “Non vedevo niente di simile dalla Seconda Guerra Mondiale”.
E su questo versante Danilov ha detto qualcosina in più.
E poi: “i russi non sono particolarmente impressionati in termini di conoscenza o prestazioni sul campo di battaglia, ma hanno creato un sistema di difesa piuttosto eccezionale, ed è abbastanza difficile riuscirci”.
Pochi mesi fa, nel corso di una conferenza stampa, un giornalista ha chiesto a Petraeus: “Come gli Stati Uniti possono permettersi di rimanere pienamente impegnati in Europa e avere le forze per aprire anche un fronte contro la Cina?”.
Ecco quale fu l’incredibile replica dell’ex generale ed ex vertice della CIA: “La risposta è breve. Gli Stati Uniti, insieme ai loro alleati e partner in tutto il mondo, devono mantenere un intero mucchio di piatti che girano per usare l’immagine metaforica del ragazzo nel tendone del circo che mette un piatto su un bastone e lo fa girare e poi ne prende un altro…. Gli Stati Uniti spesso, con i loro alleati e partner, mantengono più piatti nel mondo di qualsiasi altro paese. E devono continuare a farlo…”.
Non contento di tale metafora, davvero ai confini della realtà, ma ben dentro i confini di una nazione tanto guerrafondaia come gli Usa da decenni e decenni, Petraeus ha così continuato: “Senza dubbio il piatto più grande, più grande di tutti gli altri piatti in quel tendone, sarà quello che rappresenterà il rapporto tra gli Stati Uniti, l’Occidente e la Cina, ma ce ne saranno molti, molti altri. Tenete presente che dobbiamo mantenere i piatti in rotazione e una serie di Paesi diversi in cui stiamo aiutando le nazioni ospitanti a combattere gli estremisti islamici”.
E tanto per essere ‘geo-politicamente’ più espliciti: “Non possiamo ritirarci dalla Siria, per esempio. Non possiamo ritirarci dall’Iraq, senza che permettere che quel piatto cada di nuovo metaforicamente a terra, cioè senza vigilare e non esercitare pressioni sugli estremisti islamici”.
E così, continuando nella più che riuscita metafora bellicista, gli Stati Uniti non possono minimamente fare un passo indietro in nessuno degli scenari di guerra: ne sono stati calcolati circa 45 sparsi in tutto il mondo.
Per la gioia, of course, della gigantesca industria militare a stelle e strisce, con tutto lo stuolo dei sempre più famelici e ingordi subappaltatori che condizionano un giorno sì e l’altro pure ogni minima decisione della Casa Bianca, e della sua propaggine più diretta e operativa, il ‘Dipartimento di Stato’ guidato dai super falchi Antony Blinken e Victoria Nuland.
Senza contare il fondamentale condizionamento delle presidenziali Usa, per via dei massicci, stramiliardari fondi stanziati delle industrie militari (riesce a tenere il passo solo Big Pharma), fino ad ‘alcune elezioni fa’ praticamente bipartizan, poi decisamente più orientati verso i candidati democratici (sic), ben più dentro il ‘Deep State’.
A seguire, tanto per restare sul terreno del sempre più tragico conflitto ucraino, vi proponiamo la lettura di alcuni reportage pubblicati, soprattutto negli Stati Uniti, da alcuni coraggiosi siti di contro-informazione, che stanno diventando davvero una insostituibile fonte di autentica informazione, un vero faro al di fuori del mainstream e delle fake news. Per non parlare dell’oscuramento da mesi e mesi in vigore da noi, dove tiggì e talk sono sempre più vomitevoli, e sempre più al servizio di un governo ormai vero ‘scendiletto’ per i diktat in arrivo dalla Casa Bianca.
E quindi, a seguire, vi proponiamo la lettura – attraverso i link che trovate in basso – di alcuni reportage che riteniamo particolarmente significativi. La maggior parte sono in lingua originale, per cui dovrete attivarvi con in traduttore automatico.
Ecco, quindi, tratto da ‘Common Dreams’, “Outrage Grows as Pentagon Confirms Depleted Uranium Rounds Headed to Ukraine”.
E poi, dalla firma di punta, Kit Klaremberg, di ‘The Grayzone’, la contro-inchiesta titolata “Ukraine’s ‘biggest arms supplier’ orchestrated 2014 Maidan massacre, witness say”.
Quindi, dal francese ‘Observateur Continental’, “L’Ukraine est un mine d’or pour les Etats-Unis”.
Infine, per l’ottimo sito ‘Strategic Culture’, da noi tradotto e pubblicato da ‘L’AntiDiplomatico’, un intervento firmato da Alastair Crooke e significativamente titolato “Hotel Ucraina”.
Buone letture.
Outrage Grows as Pentagon Confirms Depleted Uranium Rounds Headed to Ukraine
Ukraine’s ‘biggest arms supplier’ orchestrated 2014 Maidan massacre, witness say
L’Ukraine est un mine d’or pour les Etats-Unis
Alastair Crooke – “Hotel Ucraina”
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