Urlo, ergo sum

Perché Sgarbi non parla, urla, perché la Meloni ha assordato i fascisti spagnoli di Vox con “Yo soy Giorgia”? Perché pensano che l’apparire è più importante dell’essere e sembra che così dicano cose importanti.   Perché un apprezzato musicista, qual è Morgan, trasforma i capelli bianchi in un ciuffo volante, bizzarro, da clown? Fatti suoi. Fatti nostri, o meglio, di chi assisteva al Festival della Bellezza nel parco archeologico di Selinunte, il concerto-lezione di Morgan sulla musica di Battiato, dopo le serate con Cacciari e Galimberti. Perché dopo di loro Morgan è un mistero. Comunque, lo strambo Marco Castaldi, in arte Morgan, ha trasformato l’invito in un one man show lontano all’infinito dall’impostazione artistica e spirituale di Battiato di cui è stato allievo. Il Morgan è andato in scandalose escandescenze e ha insultato con becera volgarità il pubblico che gli contestava la discutibile scelta di eseguire suoi brani e non quelli del maestro (scusate la brutalità delle citazioni, vietate ai minori di 14 anni): “Non canto per gente così, avete avuto abbastanza, perle ai porci si chiama questo. State venendo a rompere i coglioni…la società è una merda, fatta da gente come voi. Se non se ne vanno quei dementi, non canto. State zitti, avete rotto il cazzo” E rivolto a uno spettatore: “Vai a fare in culo, frocio di merda”. E ancora “Siete dei bifolchi, state zitti”. Se pensate che tanto basterebbe per radiare Morgan da ogni evento pubblico siete in errore. Continuerà a frequentare le Tv, chissà, potrebbe vincere un premio alla carriera e così capiremmo perché di urla e volgarità specialmente televisive.

Telecomando Tv: rapido consumo delle batterie per ripetuti ‘clic’ dei tasti che regolano il volume dello smart 30 pollici. Ascoltiamo  “Termina qui il nostro telegiornale, grazie per essere stati con noi”. La frase di rito precede l’invito a non cambiare rete per assistere al film di Woody Allen. Ore 20 e 35, restiamo sulla rete. Il volume subisce un’improvvisa impennata in alto, in coincidenza della proposta pubblicitaria, che cronometro alla mano dura dodici minuti e trenta. Il film non è male ma la durata potenziale di 90 minuti, risulta nei fatti di due ore. Il surplus è dovuto alle numerose interruzioni pubblicitarie. Ci pervade un sentimento di ostilità per poltrone semoventi, materassi del buon dormire, miracolose acque minerali, compresse anti ipertrofia prostatica, assorbenti reclamizzati da una giovane donne seduta sul water, tutto reclamizzato ad alto volume. Altrove Woody Allen precede uno dei salotti televisivi della politica, che avviati a fatica da conduttori-conduttrici, diventano rapidamente caos verbale, rissa, urla e non di rado insulti. Inutili gli inviti a non ‘accavallarsi’. Ai politici di turno gli esperti della comunicazione hanno insegnato a sovrastare le opinioni degli avversari con livelli di voce aggressivi. Il cambio di canale è d’obbligo. Tre reti di network tra loro concorrenti offrono: un programma di quiz per conoscitori della lingua italiana, uno di decine degli eventi canori ospitati dall’Arena di Verona, il format di uno storico programma comico. Perché urlati? Mistero. Urla anche chi conduce anche  queste offerte televisive di intrattenimento.


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