Che nostalgia. È solo un nebuloso ricordo la serie sterminata di telefilm tutti da ridere di Stan Laurel e Oliver Hardy, dei funambolici Stanlio e Ollio, la loro domestica ilarità, le indimenticabili voci dei doppiatori italiani, di Elio Pandolfi per Stanlio e di Alberto Sordi, Carlo Croccolo per Ollio. Per molti anni ha riempito la solitudine estiva di chi, in disagio economico non andava in vacanza e si appassionava alla replica di storici sceneggiati. Il nuovo corso dei potenti network ha fatto irruzione nelle teche Rai e delle Tv private, ha saccheggiato l’archivio di film in bianco e nero, l’intero repertorio di Totò, le commediole per utenti poco esigenti, decine di western, Ha proposto una ventina di repliche del mitico ‘Via col vento’, di Zorro, di classici thriller di Hitchkock. Il modello ‘Blob’, inventato da Guglielmi, genio della terza rete Rai, ha rimediato all’assenza di programmi inediti, al fermo di produzione degli studi chiusi per ferie. Esempio emblematico del ricorso alle scorte di magazzino è il ‘techetechete’, mosaico di vecchie cose senza capo né coda, spezzoni di televisione del tempo che fu. Rare eccezioni: indagini sulle bellezze dell’Italia, su natura e animali, documentari prodotti da altri Paesi. La rete regina di Mediaset, Canale 5, ha colto al volo il favore del pubblico femminile pomeridiano, in riposo su divani e poltrone dopo le fatiche della cucina e ha riedito l’intera programmazione della serie “Terra amara” di produzione turca. Riempie una due ore del primo pomeriggio con le innumerevoli puntate e a seguire con altre serie di genere analogo (‘La Promessa’) per coprire la fascia che precede i quiz preserali (‘Reazione a catena’, Rai1, ‘The Wall’, Gerry Scotti, Canale 5). Per gli appassionati di ‘telenovelas’ la Rai propone ‘Le sei sorelle’, La7 ‘Padre Brown’.
Di qui la sorpresa per il silenzio, simile a ostracismo, della Tv pubblica per un gioiello televisivo di raro interesse totalmente ignorato dalla Rai, che riserva spazi infiniti per martellanti pubblicità di eventi canori e fiction. In onda, ieri mattina, alle 9 (e non si capisce perché non in prima serata) lo splendido, coinvolgente film omaggio al genio di Elio Bosso “Le cose che restano” di Giorgio Verdelli. Impossibile riproporre in scrittura le emozioni suscitate dal racconto di un musicista e di un uomo senza uguali. Si può, si deve suggerire a chi non ha avuto il privilegio di vedere il film di cercarlo in Rai Play e alla Rai di riproporlo in prima serata, adeguatamente pubblicizzato.
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