Voglia di pace: al tre percento?

Cinquecentomila morti: soldati russi, ucraini e migliaia di civili, uomini, donne, più di 500 bambini. Edifici rasi al suolo, ospedali, scuole, monumenti, distrutte quantità enormi del grano che sfama mezzo mondo. Fosse comuni, orrenda conseguenza di eccidi che ricordano il nazismo, centrali di risorse energetiche bombardate, esodo in massa di ucraini, ponti e strade saltati in aria, colpiti  da missili e droni, giovani obbligati a combattere e uccidere, centinaia di bambini sottratti alle famiglie, ‘deportati’ in Russia, economie di mezzo mondo in crisi, scontro aperto o indiretto Occidente-Area orientale del pianeta, sfida omicida-suicida Zelenski- Putin, pazzeschi extra profitti dei produttori di armi, dei detentori delle fonti energetiche, Paesi del terzo mondo in ginocchio e a zero la volontà reciproca di intavolare trattative per la pace. Questo e altro, terrificante il timore fondato che la guerra assuma dimensione mondiale, che concretizzi la minaccia di ricorrere alle armi atomiche, che si estenda a scontro allargato, totalizzante, che ostacoli l’impegno per salvare la Terra dai mutamenti climatici.

 

Sconcerta il cinismo di Biden. Contemporaneamente, moltiplica le risorse finanziarie per Kiev e dichiara che l’Ucraina non otterrà mai quanto Zelenski si aspetta dalla guerra alla Russia. Non stupisce il disprezzo di Putin per le drammatiche conseguenze del conflitto, lo pagano i cittadini russi. Ne sono escluse le sue immense ricchezze e quelle dei suoi amici oligarchi, plurimiliardari. Poco importa se per affrontare il crollo del rublo è costretto a inventare una specie di bitcoin, a bloccare gli interessi sui depositi bancari, mettere in crisi il sistema bancario internazionale. L’Ucraina, a detta di analisti che pensano positivo aprirebbe spiragli per il negoziato sulla pace, ma in contemporanea chiede più armi e non sfonda la difesa russa nel territorio che porta allo strategico Mare d’Azov a Melitopol, ponte verso la Crimea, Ribadisce che si tratta solo se la Russia si ritira dai territori occupati illegalmente, ovvero chiede l’impossibile, la sconfitta che Putin rifiuta da sempre. Nel frattempo gli Stati Uniti programmano l’impiego nel conflitto dei suoi jet da combattimento, ma non prima dell’estate 2024! E l’Italia? Ambiguità e contraddizioni interne. Ovvero, le spinte a fornire ancora armi all’Ucraina (soddisfatta la nostra industria di settore) contrastano con la domanda popolare di pace. Focolai di putinismo. Un ipotetico partito dei pacifisti, secondo un recente sondaggio, non supererebbe il 3% di consensi: chiaro esempio di annoiato quanto incomprensibile disinteresse, o di imperfezione dei sondaggi?


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