Piotr, Sebastian, Zieliński

Si chiama dipendenza, parola spregevole comunque sia evocata per definire pessimi comportamenti umani. Lo è se connessa all’inaudita violenza del razzismo, alle farneticazioni raziali del nazifascismo, alle tirannie del pensiero unico che opprime il dissenso, alla tracotanza di certi datori di lavoro nei confronti dei subordinati, alla rigidità di regole repressive di molte religioni, alla supremazia della cultura sull’incultura di persone incolpevoli, escluse dal sapere per disagio sociale. Con le scuse (per cortesia) a chi fa del calcio una parossistica interlocuzione patologica, permanente, al delirium monotematico provocato dal pallone preso a calci, alle droghe, che siano tabacco, alcol, cocaina.

Molti schiavi dipendenti da qualcuno o da qualcosa, fanno di tutto per non uscirne, dissuasi dall’illusione di star bene o solo non male nella condizione di drogati. Quelli del calcio non fanno eccezione.

La droga del pallone. Negli anni 70 del secolo scorso Pasolini riprese l’anatema di Marx sul calcio strumento di distrazione di massa e non era ancora il tempo della sua quotidiana, cicloplica irruzione di tutti i media da domenica a domenica, senza una pausa. Paolini replicò con durezza, con rabbia all’ Helenio Herrera di “Il calcio serve a tener buoni i lavoratori, a non fare la rivoluzione”. L’allenatore argentino lo ripeterebbe oggi, osservando lo sport del pallone che attira giocatori Vip in Arabia, con l’esca di una valanga di milioni d’ingaggio?

Mancini lascia la nazionale perché in disaccordo con la Federazione o per intascare 25 milioni per stagione? La querelle FIGC-Spalletti sui tre milioni da versare al Napoli per la clausola di rescissione anticipata, è uno sviluppo non precostituito della sua carriera, un ballon d’essai, per catturare l’attenzione degli appassionati, o un ‘dettaglio’ noto da tempo, da quando è probabilmente nata la decisone di coprire l’addio di Mancini con l’allenatore dello scudetto?

Appello ai tifosi napoletani: “Applausi scrocianti per O-si-mhen, O-si-mhen, ‘Kva-ra, Kva-ra, certo, sono gli eroi del tricolore, ma energia sportiva molto speciale per il polacco Zielinski che ha detto ‘no’ a 45 milioni di euro per tre stagioni in Arabia.

Per una volta la dipendenza dal calcio potrà godere di empatia generale: all’esordio del Napoli di Garcia al Maradona stadio, sarà ospite il Sassuolo. Curve, distinti e tribune espongano i loro cartelli, quanti più è possibile, con il nome del polacco che ha scelto Napoli a caro prezzo: Piotr… Sebastian…Zieliński.  


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