Gli intoccabili

Rassegnati, delusi i benpensanti e non pochi giornalisti assecondano la diffusa lamentazione: “Non si dimette più nessuno”.  al mesto pensiero dei cittadini democratici subentra la rassegnazione, ma l’idea tranchant dell’auto immunità condivisa e sostenuta dalla politica, richiede di considerare il discrimine di una fondamentale disparità. È una sentenza unica e definitiva o propone varianti significative?  A dirimere la querelle intervengono due letture antitetiche del fenomeno. Smentisce la teoria del “tutti avvitati alla poltrone del potere politico” l’indagine di analisti ‘indipendenti’, non meno l’archivio-memoria di giornali e dell’informazione televisiva. Cartina di tornasole per capirlo è la comparazione tra due spazi temporali della politica, dal 2022, dal 2022 al 2023. Il secondo step racconta il monolitismo meloniano personale e del suo governo. Dimissioni zero per i ministri Nordio, Valditara, Piantedosi, Calderoli, Roccella, per la pluri indagata Santanché felicemente in vacanza. Da ultimo per Salvini, che ha ‘distolto’ (scippato) 2,5 miliardi destinati a opere infrastrutturali del sud per finanziare grandi interventi in Piemonte, Lombardia e Veneto, sue roccaforti elettorali, ora in fuga dalla Lega. Per di più, il vice premier commette questo clamoroso abuso in assenza della contestata autonomia differenziata”: un vero abuso di potere.  Sulle mancate dimissioni c’è l’autorevole, attiva ‘solidarietà’ della Meloni ‘ducessa’.

Tutto come in passato, o peggio? Peggio. Primo step dell’indagine: dal 2001 a oggi 32 ministri (il 12% di 278) si sono dimessi per scandali giudiziari, vicende politiche o personali. Ogni due anni hanno lasciato l’incarico più di tre ministri.  Perché uno di loro  si dimetta (non per scelta individuale), si agisce su richiesta del suo governo o per una mozione di sfiducia delle opposizioni, attualmente minoranza. Il ‘caso Santanché, sic stantibus rebus, è da considerare ‘closed’.

Napoli nel bene, nel male. 150mila turisti hanno preso d’assalto Partenope, fantastica opportunità per il benessere economico dei napoletani, ma città impreparata a riceverli. Proposte di spettacoli eccellenti e di contro caos della mobilità interna, verso le meraviglie del golfo. Sullo sfondo due questioni parallele e antitetiche: De Laurentiis, chiede a ragione il rispetto della penalità di 3 milioni, clausola rescissoria per l’esodo anticipato di  Spalletti, che forse ha lasciato la guida tecnica del Napoli del terzo scudetto perché già in trattativa come ct della nazionale).  La FIGC pretende di non pagare la penale, De Laurentiis è irremovibile e come dargli torto? Il secondo caso: per filmare scene del suo prossimo lungometraggio su Napoli, l’eccellentissimo regista napoletano Sorrentino, con il placet del sindaco Manfredi, ha ottenuto che ieri, Ferragosto e oggi, il litorale di Napoli fosse blindato. Stop dalle 6 alle 20 al traffico in via Caracciolo e viale Dohrn, in piazza Vittoria, chiusura della pista ciclabile, stop alla balneazione nei cosiddetti ‘lidi mappatella’, dove chi non può permettersi le vacanze trova refrigerio e combatte l’afa agostana nelle spiagge libere della città. Divieto anche per i turisti. Chiusura la pubblico della Villa Comunale e altri blocchi della circolazione previsti nei prossimi giorni per via San Carlo, Piazza Trieste e Trento. Uno (De Laurentiis) promosso, uno, anzi due (Sorrentino e Manfredi) bocciati.


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