Walkurenritt, la “Cavalcata”

Perché ‘Wagner’ è stato scelto dai sanguinari pagati da Putin per uccidere? Forse in riferimento alla “Cavalcata delle Walkirie, colonna musicale di film di guerra come Apocalypse Now.     

Voci, solo cosiddetti rumor. Il media system occidentale si arrende, si arrampica sugli specchi e scivola giù senza spiegare con linguaggio diretto, comprensibile all’umanità oltre i balcani, il perché di una marcia su Mosca dei mercenari Wagner bruscamente stoppata a soli duecento chilometri dal Cremlino,  blindato per respingere l’assalto di Prigozhin al forte, del  capo sanguinario di un esercito parallelo, di una sorta di ‘legione straniera’ finanziata da Putin per commettere crimini di guerra e restare fuori da responsabilità. Da non credere: la Wagner avrebbe desistito dalla marcia su Mosca “per evitare spargimenti di sangue” (che sono la specialità dei mercenari praticata a iosa in Ucraina e non solo). Ipotesi alternativa: Putin, alle prese con contestazioni interne e ostilità di mezzo mondo, avrebbe ‘comprato’ il boss di Wagner con qualche decina di milioni da sommare ai 43 ritrovati nel covo del suo lussuoso hotel di San Pietroburgo. Terza motivazione: Putin avrebbe promesso al sanguinario capo dei mercenari un ruolo istituzionale di grande rilievo e più ampia agibilità militare nella guerra in Ucraina. Nell’attesa, Prigozhin è ‘uccelldibosco’. Domanda: è verosimile l’eclissi totale di un personaggio noto a tutti, senza neppure un testimone? Il sanguinario criminale, ‘braccio armato’ di Puti, dove si è rifugiato e da chi protetta la sua attuale latitanza?  Quarta, preoccupante ipotesi: il boss della Wagner se ne sta semplicemente in disparte, ‘en attendant’ che Putin ‘obbedisca’ alla richiesta di sostanziali cambiamenti nei posti di potere del Cremlino, promessi alla Wagner per fermare i ‘rivoltosi’. Una delle cause del buio, che avvolge la legittima aspettativa di conoscere la verità, è anche il ruolo di marginalità geo-politica dell’Italia a guida Meloni, esclusa dal vertice a caldo dei ‘Grandi della Terra’.  Sapete chi critica la discriminazione e soccorre la premier in evidente disagio? Sì, lLui, il Renzi del salto mortale senza rete Pd-Italia Viva, delle consulenze e gli ‘a tu per tu’ con gli arabi. “Yo soy Giorgia” merita spazi di riflessione, a oltre due mesi dall’insediamento a Palazzo Chigi. C’era una volta Carlo Alberto, ‘Re tentenna, sua erede è ora la premier ‘tentenna’ che sposa la strategia del “poi se ne parla e rimanda ai posteri la spina nel fianco del Mes, il problema   Santanchè (che risponderà in Parlamento, ma quando il ‘caso’ avrà perso il carattere di coinvolgente attualità), la nomina del commissario per la ricostruzione in Romagna, il nodo dell’autonomia differenziata e l’abolizione del canone Rai, a vantaggio di Mediaset (due opzioni di Salvini): proposta ferma. La  Meloni, ha piazzato i suoi  fedelissimi ai vertici dell’azienda e non gradisce l’assalto al canone da abolire, anche perché si perderebbe un gettito di 200-250 milioni di euro. Sic stantibus rebus…ecco la serie di impasse della Meloni e non è estraneo il clima pre-elettorale.


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