Ringrazio l’amico e compagno di una vita, Luciano Scateni, per poter dettagliare il mio differente punto di vista sul ‘caso Berlusconi’. Il quale, anche da morto, riesce a far ‘incavolare’ quella sinistra che ormai non c’è più. E che lui, da perfetto prestigiatore, ha mostrato nella sua totale inconsistenza.
Per veder le cose in ambito pallonaro, tanto caro a Silvio e Luciano, il Cavaliere è riuscito a entrare in campo, nel corso del suo lungo trentennio, dimostrando che lui era capace di vincere già in partenza, prima del fischio dell’arbitro: per il semplice motivo che l’avversario era rimasto negli spogliatoi.
Da quando nel lontano 1993 il padrone di Fininvest s’è dato alla politica per il bene degli italiani – come amava dire – l’ha fatto giocando la sua partita in mondo chiaro: sono di destra, un conservatore a tutto tondo, faccio una politica per combattere il fisco, per difendere l’iniziativa privata, per evitare che i comunisti vadano al potere e mangino bambini. E l’ha fatto: in perfetta, totale coerenza. Solo la terza battaglia, alla fine, l’ha ‘combattuta’ solo a parole perché era ormai del tutto inutile: i comunisti, infatti, nel frattempo erano scomparsi, s’erano sciolti come neve al sole, dopo la morte dell’unico vero comunista ancora in circolazione, Enrico Berlinguer, e dopo il folle ammainabandiera del PCI deciso dai tanti, troppi coglioni che si sono dati il cambio sul ponte di comando del ‘Titanic’ chiamato ‘Sinistra’.
Per essere ancora più chiari. Berlusconi ha avuto la grande capacità politica di annichilire, sbriciolare l’avversario. In che mondo? Letteralmente ‘inghiottendolo’, fagocitandolo, introiettandolo, rendendolo sempre più simile a sé, costringendolo a combattere sul suo terreno.
Il solo fatto che per decenni la ‘Sinistra’ (sic, perché ormai non esisteva più…) si sia cimentata, come unica battaglia identitaria, nell’antiberlusconismo, la dice lunga sulla sua pochezza, ridicolaggine, nullità.
Ancora un esempio: ricordare i girotondisti morettiani e quel ‘Caimano’ griffato proprio Nanni Moretti? La quintessenza della sconfitta voluta e cercata, in modo scientificamente masochistico, nel voler portare avanti una battaglia ad personam, proprio secondo lo schema d’accusa tipo pm.
E ancora, per fornire ai lettori un’immagine plastica del disastro cercato con pervicacia dalla (sempre più sic) Sinistra perduta: quella puntata nel salotto di Michele Santoro alla vigilia di un importante turno delle elezioni politiche, in compagnia di Marco Travaglio. L’artiglieria e i cannoni pronti a sparare sull’odiato Cavaliere e invece? Solo tric trac, colpi a salve, con un Berlusca in piena forma che spolvera la sedia su cui si accomoderà il direttore de ‘Il Fatto’e vince le elezioni in carrozza, riuscendo a cumulare, proprio grazie a quella puntata ‘suicida’, un paio di punti strategici in percentuale. Annichiliti, Santoro e Travaglio, dal Cavaliere, come abbagliati, abbacinati, incapaci di contrastarlo sul piano dialettico e dei fatti. Una Waterloo completa, un perfetto harakiri.
E questo hanno continuato a fare per anni i brandelli della sinistra rimasti miserevolmente sul campo a combattere il ‘cavaliere inesistente’ (però ben presente nelle loro menti), il nemico da contrastare sempre, comunque e dovunque. Anche ora che è morto e sepolto: ‘lotta continua’, solo che quella degli anni ’70 era roba seria, qui siamo all’avanspettacolo. Che avrebbe fatto ridere a crepapelle ‘Sua Emittenza’, come è stato per anni etichettato in Cav.

Matteo Renzi. Sopra, Berlusconi nella famosa puntata con Michele Santoro e Marco Travaglio
Una sorta di sindrome di Stoccolma, che ha preso tutti i leaderini di sinistra, con un solo obiettivo: abbattere l’odiato nemico, al quale sono andati man mano somigliando sempre più, senza mai riuscirci. Il caso più significativo? Matteo Renzi al timone del PD che vuol rottamare la Costituzione: un perfetto clone di Silvio, che l’ha candidamente riconosciuto anni e anni fa: “non vedo alcun mio erede all’orizzonte. Forse solo Renzi”. E ci aveva azzeccato come al solito.
Anche perché l’opposizione, con il passar degli anni, s’è sempre più berlusconizzata, alla ricerca del leader carismatico, della ‘visibilità’, dell’apparire piuttosto che dell’essere (o comunque del fare). Così sono nate, cresciute e pasciute proprio nell’era Berlusconi le nomenklature pds-ds-ulivo-pd: senz’anima, senza idee, senza programmi, senza utopie. Senza, soprattutto, uno straccio di identità.
Partita facile quindi per tutta la destra in campo, che il Berlusca è comunque riuscito a tenere unita pur con tutti i mal di pancia interni. Mentre in campo avversario regnava, incontrastato, il NULLA.
Lo abbiamo scritto cento volte. Il PD è ormai destinato all’implosione, alla scomparsa nel senso più autentico del termine, perché non è capace di rappresentare più niente: i cittadini, la stragrande maggioranza degli italiani, non ha più il benchè minimo motivo per identificarsi nel PD, e quindi votarlo. Per questo, soprattutto, il continuo, ormai fisiologico, aumento dell’esercito degli astenuti, del non voto, di chi è ormai disgustato totalmente e super motivatamente di questa politica di merda.
E lo abbiamo ribadito fino alla nausea. Se non spunta fuori un qualcosa che parli direttamente ai cittadini dei loro veri bisogni, delle loro aspettative, delle loro delusioni, delle loro utopie, delle loro ansie di cambiamento, non succederà MAI nulla e la destra, Meloni o angurie alla guida, continuerà a trionfare semplicemente sventolando le sue bandiere storiche ‘Dio, Patria e Famiglia’.

Elly Schlein
Basta quello, con una opposizione cieca (di fronte a quei bisogni) e muta (circa le proposte da avanzare).
L’abbiamo, appunto, scritto in tutte le salse: se non parlate di giustizia sociale, di diritti veri come quello al lavoro, alla casa, alla salute e pensioni minime non da fame, non c’è scampo.
Ma questo il PD della cara Elly Schlein l’ha messo già abbondantemente nel cassetto sotto chili di naftalina: perché ci sono in prima fila i Lgbt, gli immigrati e i cambiamenti climatici, come ha sbandierato nel suo primo discorsetto d’investitura.
Con la pancia piena, vero Elly, è facile parlare dei dolcetti di fine pranzo!
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.