“Yo soy Giorgia”, la borgatara della Garbatella, che sovrintende allo s-governo dell’Italia, aveva tutte le ragioni per macchiarsi dello sgarbo istituzionale commesso a Tunisi, dove ha ‘inventato’ una conferenza stampa-monologo, senza la presenza di giornalisti, che l’avrebbero stretta nell’angolo con domande scomode sul flop della trasferta africana. Alla farsa della conferenza senza interlocutori hanno aderito Ursula Von der Leyen e il premier olandese Rutte, per nascondere lo scorno subìto con lo schiaffo alla Ue del presidente tunisino Saied, per nulla intenzionato a riformare il suo Paese e a concessioni in tema di diritti umani. Per riprendere i migranti che partono dalla Tunisia, Saied avanza pretese esose. Spera di evitare il crac finanziario e quando l’Europa gli ha offerto 100 milioni più 150 per l’assistenza li ha giudicati una “misera somma”. Da Sfax, teatro di scene orribili, di dove partono i migranti, ha dichiarato l’indisponibilità a controllare il flusso degli esodi. A evitare il danno di immagine della Meloni deve aver operato nell’ombra la fedele confidente che le detta ogni comportamento e lei ha obbedito. E così, la stampa amica, Tg Rai inclusi, ovvero TeleMeloni, hanno raccontato lo ‘strepitoso successo’ della mission, della trattativa con il Paese africano. Sull’opportunità di dialogare con Saied piomba una tempesta di critiche. Scegliamo, uno per tutti, il giudizio sulla sua legittimità democratica di Patrick Zaki, lo studente arrestato dal regime repressivo egiziano. Denuncia i patti con i dittatori, la deriva autoritaria della Tunisia e avverte: “Saied intascherà i finanziamenti europei e non cambierà posizione nei confronti dei migranti”. Sullo sfondo l’ambiguità della Von der Leyen, che insegue il traguardo del secondo mandato, perciò non scontenta la premier italiana, ma contemporaneamente prova a placare l’‘irritazione’ dei governi nord europei, ostili ai metodi del presidente tunisino. Allora meglio non ammettere alla conferenza stampa i giornalisti al seguito, che accettano l’esclusione senza protestare, come dovrebbero.
Con molte probabilità di far centro si prevede un nuovo flop del piano Meloni per rimpatriare i migranti. Come al solito è una promessa-minaccia destinata a fallire, anche per mancanza di fondi. Finora per rispedire circa 5000 esuli all’anno nel Paese di provenienza, lo Stato ha speso circa 10 milioni di euro: 2.500 euro il costo medio di ogni respingimento, più le spese per gli agenti di scorta, medico di bordo, equipaggio, noleggio di aerei charter, carburante, diritti aeroportuali, trasferimenti via terra, pernottamenti, straordinari per le forze d polizia impegnate all’estero. Insomma, la balzana idea di rispedire i migranti di dove sono venuti è pura propaganda elettorale.
Berlusconi ha smesso di soffrire, che riposi in pace. Nel generale cordoglio è d’obbligo dimenticare lacune, omissioni e comportamenti politici, umani, di una vita quanto mai ‘complessa’.
Assenza, speriamo temporanea, della stimatissima scrittrice Michela Murgia. La sua ultima presenza televisiva precede la commovente dichiarazione che riflette un grave stato di salute: “Per i prossimi sei mesi nessun rapporto con l’esterno”. Auguri.
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