La destra: guerriglia intra moenia

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Aria di burrasca nell’inagibile maggioranza, scontro fratricida, ma cosa nasconde? Semplice, la Lega, ridimensionata dai sondaggi e quel che resta di Forza Italia, scalpitano, mordono il freno e imbizzarriti provano a contrattaccare il sovranismo della Meloni, asso pigliatutto di nomine, visibilità mediatica, il suo dispotismo autoreferenziale. Succede che il cognato di “Yo soy Giorgia”, ministro dell’agricoltura, marito della sorella Arianna, coppia cooptata in ruoli di spicco dell’arcipelago Meloni & c., anziché occuparsi di olio extravergine, carote e scarola, del dramma siccità, della difesa del prodotto agricolo italiano, s’intrufola malamente nella faccenda dei migranti e paventa il pericolo della ‘sostituzione etnica’ per colpa dei neri che emigrano nel nostro Paese. Nel coro di improperi che bollano la cavolata di Lollobrigida, s’infila anche il fuoco amico di Lega e Forza Italia che scaricano il ministro. La premier, la ‘muta’ di Palazzo Chigi, silente sui mille episodi di rigurgito fascista, tace anche sulla questione Lollobrigida. Uniti nella contestazione al ministro i leghisti Centinaio e Romeo e Cattaneo di Forza Italia. Elly Schlein:“Lollobrigida? Mi auguro di sentire una presa di distanza netta dalla premier Meloni e dagli altri membri del governo. Dovrebbero smetterla di dire bestialità”.

La Russa, che in casa si circonda di cimeli del Ventennio, incluso un busto di Mussolini, deve recarsi con urgenza da un bravo oculista: con l’avanzare dell’età, il suo ridotto visus gli impedisce di leggere per intero la Costituzione italiana e gli fa dire che non fa riferimento all’antifascismo.  Finge di ignorare la condanna dei padri costituenti che in chiare lettere, nelle disposizioni transitorie finali, comma XII, decretano “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”.

Effetti collaterali del negazionismo di La Russa: a Seriate, in provincia di Bergamo, il sindaco e il suo vice, noto per aver fatto il saluto fascista ai funerali di un ‘camerata’, vietano che l’Associazione Nazionale Partigiani partecipi al corteo del 25 Aprile e che la banda suoni Bella ciao’.

Fatti che replicano lo sconcerto per la nomina di La Russa a seconda carica dello Stato e richiamano, seppure a debita distanza, il caso del celeberrimo teatro Bolscioi, che in obbedienza all’omofobia di regime, ritira dal suo repertorio il balletto ‘Nureyev’, ispirato alla vita del mitico danzatore russo. Motivazione? Era gay.

Notizie del giormo. Il Parlamento europeo (la Meloni ovviamente esulta) equipara l’Italia a Polonia e Ungheria, che negano i diritti Lgbtq (acronimo italiano di: Lesbica, Gay, Bisessuale e Transgender). Ancora: la Ue boccia il rinnovo automatico delle concessioni agli stabilimenti balneari italiani, perorate dal governo. Terza notizia del navigar in acque agitate della destra: il piano Giorgetti per l’incremento delle natalità, ovvero diecimila euro all’anno per ogni figlio, costo previsto 7 miliardi, è senza copertura finanziaria e comunque avrebbe riconosciuto il bonus anche a famiglie con reddito alto, che possono permettersi tranquillamente di procreare.

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