JOE & HUNTER BIDEN NELLA BUFERA / TORNANO A GALLA I ‘DIRTY BUSINESS’ IN CINA E UCRAINA

La famiglia Biden nella bufera.

Due ‘dirty stories’ di maxi affari all’estero stanno emergendo in modo clamoroso e rischiano di avere un peso politico da non poco sulla ricandidatura per le primarie democratiche in vista del voto presidenziale.

Vediamo più in dettaglio le news che definiscono meglio i contorni di alcuni business di cui da mesi si parla negli Usa e che la ‘Voce’ ha già in parte ricostruito: soprattutto gli affari portati avanti in Cina e in Ucraina dal rampollo presidenziale Hunter Biden, sotto il vigile sguardo paterno, quando father Joe era il vice di Barack Obama alla Casa Bianca.

Ecco cosa scrive Tyler Durden, fondatore e animatore del sito di contro-informazione ‘ZeroHedge’.

 

DICHIARAZIONE BOLLENTI

“Un ex membro dello staff che ha lavorato nell’amministrazione Obama sta denunciando i Biden e ha accusato il presidente Joe Biden di essere coinvolto in uno ‘schema di tangente’ direttamente correlato ai rapporti d’affari all’estero di suo figlio Hunter”. Da non poco.

Questi i dettagli della connection, minuziosamente ricostruiti da Durden in un reportage del 13 aprile.

Mike McCormick

Mike McCormick, stenografo alla Casa Bianca per 15 anni che ha lavorato con Biden dal 2011 al 2017, ha dichiarato a ‘Fox e Friends First’ che l’FBI lo ha completamente ignorato nonostante la sua disponibilità a testimoniare sotto giuramento davanti al grand jury che indaga su Hunter Biden. ‘A febbraio sono andato all’FBI e ho archiviato uno dei loro suggerimenti sul loro sito web. Se lo fai e menti loro, vai in prigione. Non sto mentendo. Sto dicendo la verità e non andrò in prigione’, ha detto McCormick giovedì. ‘Joe Biden è un criminale. Stava conducendo illeciti in carica per arricchire la sua famiglia. Jake Sullivan è un cospiratore in questo, e c’è di più… Funzionari di Obama coinvolti”.

Queste le agghiaccianti parole testualmente pronunciate dall’ex stenografo nel corso della trasmissione ‘Fox & Friends First’ e riportate da ‘ZeroHedge’.

Prosegue Durden nel racconto: “McCormick ha notato in particolare un dialogo chiave che ha coinvolto l’allora vicepresidente Biden, l’aiutante Jake Sullivan e la stampa sull’Air Force Two prima di un viaggio del 23 aprile 2014 a Kiev, in Ucraina, in cui Sullivan – ora consigliere per la Sicurezza Nazionale di Biden – ha delineato un investimento degli Stati Uniti nel settore energetico ucraino, pochi giorni dopo che Hunter è entrato a far parte del consiglio d’amministrazione di ‘BURISMA’  (il colosso energetico ucraino, l’equivalente del nostro ENI). Mesi dopo il viaggio, il Congresso ha stanziato 50 milioni di dollari per il mercato energetico ucraino”.

Jake Sullivan

Durden riprende con le parole di McCormick: “Sono seduto là dietro con un registratore. Jake Sullivan torna e qualcuno chiede del fracking. La sua risposta è, beh, stiamo portando molta assistenza americana per il fracking. Burisma è stata la diretta beneficiaria di quel fracking, ed è quello che ho registrato, ed è in una trascrizione della Casa Bianca’, ha detto McCormick, aggiungendo: ‘Nella trascrizione, non sai chi sia Jake Sullivan. E’ un alto funzionario dell’amministrazione. Sono il testimone che dice che Jake Sullivan è il tizio che l’ha detto e dovrebbe essere indagato perché all’epoca Hunter Biden era nel consiglio di Burisma e Joe Biden sta portando i soldi dei contribuenti americani per arricchire quella società, se stesso e la sua famiglia”.

Scrive ancora Durden: “Hunter è entrato a far parte del consiglio della società ucraina di gas naturale il 18 aprile, appena tre giorni prima che Biden e il suo team si recassero a Kiev. Ma quel pezzo critico del puzzle non è stato reso pubblico fino al 12 maggio. Mc Cormick ha sostenuto che la cronologia degli eventi suggerisce che Biden abbia incanalato denaro americano all’estero per ‘arricchire’ se stesso e la sua famiglia, e abbia usato la propria influenza per aiutare la carriera energetica da principiante di suo figlio”.

Hunter, infatti, era totalmente a digiuno di conoscenze in campo energetico, e comunque, come membro del cda di Burisma, percepiva un lauto compenso da migliaia di euro mensili.

Ihor Kolomoisky

Da rammentare poi che il ‘boss’ di Burisma, all’epoca, era quell’Ihor Kolomoisky, il grande sponsor e finanziatore della carriera prima da attore e poi da ‘presidente’ ucraino di Volodymyr Zelensky, al quale ha regalato anche la faraonica villa di Miami, in Florida, da 34 milioni di dollari e una più modesta maison proprio in Italia, a Forte dei Marmi (da appena 4 milioni e mezzo di euro). Fondatore del ‘Battaglione Azov’, di pretta matrice nazista, il maxi faccendiere ha provveduto a svaligiare le casse della più importante banca ucraina, la ‘Private Bank’, e a riciclare i soldi comprando aziende negli Usa: dove finalmente adesso è ricercato dall’FBI per riciclaggio internazionale.

 

I BUSINESS CINESI

Passiamo alla seconda dirty story, stavolta ambientata in Cina.

L’ha appena illustrata, nel corso di un’intervista al calor bianco rilasciata a ‘The Washington Times’, il senatore repubblicano del  Wisconsin Ron Johnson.

Fa sapere, Johnson, che “l’istituto finanziario ‘Cathay Bank’ ha fornito ai repubblicani del Senato i documenti che dimostrano come milioni di dollari siano stati versati da aziende cinesi al figlio del Presidente Biden, Hunter Biden”.

Ron Johnson

Non pochi siti di contro-informazione a stelle e strisce ricordano che i repubblicani, ma non solo, hanno iniziato a sollevare dubbi e preoccupazioni già durante la campagna presidenziale di father Joe, se non prima, denunciando il fatto che Hunter abbia usato il suo nome e l’influenza della famiglia mentre il padre ricopriva la carica di vicepresidente di Obama “per fare milioni in affari all’estero, che avrebbero potuto compromettere la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”.

Nel corso dell’intervista, Johnson dichiara che i documenti   mostrano il coinvolgimento della famiglia Biden con l’ormai defunta ‘CEFC China Energy’. Secondo i registri bancari – sottolinea il senatore del Wisconsin – l’azienda cinese avrebbe dato 1 milione di dollari alla ‘HUDSON WEST III’, una joint venture di proprietà di Hunter Biden e Gongwen Dong, socio d’affari del fondatore e presidente di CEFC, Ye Jianming.

“Nella mia mente – afferma Johnson – è il governo cinese che dice a Joe Biden: ‘Abbiamo la merce su di te. E siamo disposti a venderla’”.

I documenti forniti dalla banca – precisa ancora – includono anche quelli che riguardano il fratello, James Biden. Un quadretto familiare al completo, dunque.

Dichiara un portavoce della banca a ‘Just the News’: “Cathay Bank, un’istituzione finanziaria statunitense quotata al Nasdaq da oltre 60 anni, ha collaborato con la richiesta di informazioni della ‘House Commettee on Oversight and Accountability’. La banca intende continuare a collaborare con laCommissione. Cathay Bank è stata fondata più di 60 anni fa da un cittadino statunitense e serve le comunità americane come banca con oltre 20 miliardi di dollari in varie attività ed ha più di 60 filiali in 9 Stati. La Cathay Bank non è né di proprietà né è affiliata al governo cinese”.

 

Il libro di Miranda Devine

Sui ‘dirty business’ dalla Biden dinasty ha scritto a novembre 2021 un best seller la reporter investigativa statunitense Miranda Devine, intitolato ‘Laptop to Hell’, che prende le mosse dal famigerato computer ‘dimenticato’ in un laboratorio di riparazioni dal distratto Hunter, e poi sequestrato dall’FBI: ne contiene di cotte e di crude circa le mirabolanti imprese e avventure finanziarie del rampollo presidenziale, epicentri base, appunto, Cina e Ucraina. Ma fino ad oggi, stranamente, né FBI né magistratura hanno lavorato sodo per svelare maxi affari e mega connection.

La ‘Voce’ ha scritto svariati articoli e inchieste su questi temi bollenti. In basso vi forniamo alcuni link, rammentando sempre che per saperne di più su personaggi e società coinvolte, basta andare alla casella CERCA che porta all’archivio della Voce e si trova nella barra a destra della nostra home page: e quindi digitare nome e cognome del personaggio o della società per leggerne tanto di più.

 

 

LINK  

 

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