GERMANIA / UNA PETIZIONE PER LA PACE

Numerosi socialdemocratici (quelli autentici) e sindacalisti (i pochi rimasti sul campo a lottare) tedeschi si stanno mobilitando per la fine del conflitto in Ucraina.

Un folto gruppo (ben 240), infatti, ha appena firmato a un appello indirizzato all’ondivago Cancelliere Olaf Scholz perché il suo governo si impegni seriamente perché venga finalmente avviata una trattativa di pace.

Tra i primi firmatari, Peter Brandt, storico e figlio del grande ex  Cancelliere Willy Brandt, padre della Ostpolitik. Da segnalare poi, l’ex presidente del Bundestag, Wolfang Thierse,  l’ex parlamentare Spd Michael Muller, l’ex vicepresidente della Commissione europea Gunter Verheugen, l’ex presidente della SPD Norbert Borjans, Reiner Braun dell’Internationalen Friedesburo, gli ex dirigenti sindacali Reiner Hoffmann, Klaus Zwickel, Detlef Wetzelm, Jurgen Peters, la teologa ed ex presidente delle Chiese evangeliche Margot Kassman, il politologo  Hajo Funke.

Nell’appello-manifesto – titolato “Creare la pace” – viene sottolineato che “ogni giorno cresce il rischio di un’escalation. Sull’Europa si staglia l’ombra di una guerra nucleare. Ma il mondo non deve marciare verso un altro grosso conflitto. Il mondo ha bisogno di pace”.

Secondo i firmatari, Scholz dovrebbe subito darsi da fare ed impegnarsi con Francia, Brasile, Cina, India e Indonesia in una trattativa “per raggiungere un rapido cessate il fuoco, terminare la carneficina e aprire la strada a possibilità di pace”. E rimarca come non ci sia bisogno di ulteriori invii di armi, ma solo “del linguaggio della diplomazia e della pace”.

Il testo completo dell’appello è reperibile sul sito dell’associazione ‘Friendes und Zukunftswerkstatt e.V’, con i nomi di tutti i 240 firmatari.

Peter Brandt. Sopra, una manifestazione per la pace a Berlino

E’ subito andato su tutte le furie il suscettibile ambasciatore ucraino a Berlino, Oleksil Makeiev, il quale ha sottolineato che l’appello rappresenta un esercizio di “puro cinismo nei confronti delle innumerevoli vittime dell’aggressione russa” e ha come unica finalità quella di “coprire i crimini e le responsabilità della Russia. E, delirante, ha concluso suggerendo quale dovrebbe essere invece il tono dell’appello, rivolto al ‘macellaio’ del Cremlino: “Signor Putin, ritiri subito tutte le sue truppe dall’intero territorio ucraino!”.

Giorni fa, l’ex ambasciatore tedesco a Washington, Wolfang Ischinger, a lungo responsabile della ‘Conferenza per la politica di sicurezza’ di Monaco, ha sostenuto che non vede, oggi, grossi margini per una trattativa di pace, ma ha comunque invitato il governo tedesco a non restare inerte e impreparato, e soprattutto a sforzarsi di “costruire un’ampia alleanza diplomatica estesa a diversi Paesi del G20”, riflettendo fin da ora su “quali richieste potranno essere sostenute al tavolo negoziale con la Russia, come potranno essere implementate politicamente e giuridicamente, e controllate strategicamente sul campo”.

 

E sempre nei giorni scorsi è intervenuto con forza l’ex presidente della SPD, Oskar Lafontaine, che si è discostato totalmente dalla linea ‘morbida’ del suo partito oggi al governo e ha usato parole durissime nei confronti degli Usa.

Ecco cosa ha detto, nel corso di un’intervista rilasciata al magazine ‘Focus’: “Agli Stati Uniti non interessa la pace. Lo ha detto il loro stesso segretario alla Difesa, che io chiamo sempre il segretario alla Guerra. Gli Usa combatteranno fino a quando la Russia non sarà più in grado di condurre tali ostilità”.

Oskar Lafontaine

A proposito delle provocazioni Usa e del continuo allargamento della NATO ad est, ha affermato: “Nessuno Stato vuole che gli venga messo un coltello alla gola… E’ inaccettabile piazzare missili al confine con una potenza nucleare. Gli Stati Uniti non dovrebbero fare agli altri ciò che non vorrebbero fosse fatto loro”.

E l’odierno ingresso ufficiale della Finlandia nella NATO, pronta a puntare i suoi missili in direzione Mosca, non fa altro che gettare giganteschi quantitativi di benzina sul fuoco e dare un fortissimo impulso all’escalation del conflitto: l’esatto contrario di quello che, invece, ci vorrebbe.

Il co-presidente del partito di sinistra, ‘Die Linke’, ossia Martin Schirdewan ha dichiarato a ‘Der Spiegel’: “vogliamo una pace stabile, dobbiamo trovare il modo per interagire con la Russia”.

Parole cadute nel deserto di un Bundestag che ha addirittura bocciato, nei giorni scorsi, la proposta, avanzata dal partito AfD, di costituire una Commissione parlamentare d’inchiesta sulla distruzione del gasdotto Nord Stream 2, dopo lo scoop del giornalista e Pulitzer americano, Seymour Hersh, che accusa senza mezzi termini, e documenti alla mano, come dietro a quel sabotaggio ci sia la manina – anzi la manona – della Casa Bianca.

 

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