In che balordo Paese viviamo? Ci eravamo ricreduti, quasi pentiti per aver definito ‘la Repubblica’, comprata da Agnelli, quotidiano confindustriale, perché di recente quotidiano impegnato come pochi in una permanente campagna antifascista, anti Meloni e i suoi fedeli camerati. Di qui la delusione per la prima, seconda e terza pagina di oggi: Nella prima, il titolone “Israele resta una democrazia solida” e citazioni acritiche stralciate dall’intervista del direttore a Netanyau. Occupa e le pagine 2 e 3 dove campeggia una maxi foto del primo ministro perseguito dalla giustizia e mandante della sanguinosa aggressione al popolo palestinese. In evidenza: “Il potere giudiziario non può essere onnipotente” (forse perché lo processa? ndr). “La destra italiana? Conta chi impara la lezione della storia” (assoluzione della Meloni e del governo di destra-destra, ndr). L’intervista fiume consente al primo ministro di delegittimare la rivolta israeliana, il tumulto contro il governo e trascura il significativo dettaglio dell’interprete che si è associata alla contestazione e ha rifiutato di tradurre le dichiarazioni di Netanyau.
L’otto marzo ha impegnato il Quirinale per una celebrazione di grande intensità emotiva e politica. Le immagini televisive hanno esplorato invano i volti delle invitate: no, Elly Schlein non c’era, perché il ‘protocollo’ non prevede la presenza dei leader di partito. C’era “Yo soy Giorgia, donna, madre, cristiana”, impegnata a concedere selfie, con il solito sorriso di autocompiacimento, e per rispetto alla solennità dell’evento, avrebbe fatto bene a rifiutare la richiesta di autoscatti. Domanda: certo la Meloni era presente in quanto presidente del consiglio, ma aveva forse lasciato a casa il contemporaneo ruolo di leader di Fratelli d’Italia? E poi, era così grave contravvenire al protocollo e non escludere la Schlein? Il quesito: la premier, tra un selfie e l’altro, troverà un solo minuto per informare i genitori sulla presunta, non verificata, disponibilità egiziana di Al Sisi a fare giustizia dell’assassinio di Giulio Regeni?
IL velenoso Vittorio Feltri, che in un Paese normale dovrebbe godere la pensione in una struttura per ultra anziani, insulta la segretaria del Pd (su ‘Libero’): “Basta guardarla in faccia per capire che è negata, non potrà mai essere una leader in grado di guidare un partito moderno capace di interpretare le esigenze della società. Quello che frulla in testa alla gentile signora lo possiamo soltanto immaginare. Mi pare di capire che abbia sposato la mistica antifascista, il che fa abbastanza ridere dato che la camicia o la maglietta nera l’abbiamo vista soltanto addosso a lei…Ha capito che è più comodo prendersela con i defunti che con i vivacissimi Fratelli d’Italia. Come si fa a combattere Mussolini e i suoi seguaci quando tutta questa gente è morta e sepolta?” È vero, Mussolini è morto. Evidentemente, non i suoi eredi, Feltri in testa.
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