Un po’ alla volta il muro di gomma comincia a cedere.
Se solo un anno e mezzo fa ‘Pfizer’ alzava una totale cortina fumogena intorno alle sperimentazioni, i ‘trials’ per i suoi vaccini, con una ‘complice’ ‘Food and Drug Adminisration’ (FDA) che garantiva totale ‘segretezza’ per addirittura 70 anni, adesso le cose cominciano un po’ a cambiare.
Per fare un solo esempio, la tenace giornalista scientifica d’inchiesta, Maryanne Demasi, australiana, ha pubblicato un interessantissimo reportage da cui emerge, senza ombra di dubbio, che la star di Big Pharma (e prima al mondo a tagliare il traguardo del vaccino anti covid) non ha portato a termine gli studi clinici randomizzati per quanto concerne gli ‘effetti avversi’ del suo vaccino anti covid sulle donne in stato di gravidanza: il farmaco, quindi, non può assolutamente essere considerato ‘sicuro’, come invece fino ad oggi sbandierato dall’azienda.
Sicura invece del fatto suo, Demasi ha interpellato direttamente i vertici di ‘Pfizer’, i quali stavolta non hanno potuto mentire o traccheggiare, come un paio di mesi fa è accaduto con la testimonianza della responsabile dei suoi mercati esteri, Janine Small, che interrogata davanti alla ‘Commissione d’inchiesta sui vaccini’ varata a settembre dal Parlamento europeo, ha farfugliato poche frasi smozzicate tra “non so”, “non ricordo”, “bisognava pur fare qualcosa” e soprattutto è rimasta in silenzio quando le è stato espressamente chiesto se il vaccino ‘Pfizer’ può essere considerato sicuro.
Da rammentare che il Ceo della star farmaceutica, Albert Bourla, si è rifiutato per ben due volte di verbalizzare davanti alla Commissione; come del resto ha fatto – incredibile ma vero – la stessa presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, la quale – di tutta evidenza – non si fida di quel Parlamento che in teoria rappresenta!
Ma torniamo alle fresche affermazioni di casa ‘Pfizer’, sollecitata dalla Demasi. La società ha sostenuto di non aver potuto concludere i trials previsti per mancanza di volontarie. Una motivazione poco credibile.
Comunque le dichiarazioni più pesanti riguardano le autorità di controllo, come la statunitense FDA (arieccola) e l’europea EMA: che se ne sono altamente fregate del fatto che i trials fossero manifestamente incompleti e insufficienti, ed hanno dato il loro ok all’utilizzo del vaccino, anche per le donne in gravidanza.
Un fatto gravissimo, che denota, ancora una volta, le pesanti responsabilità a carico delle autorità di controllo (sic), come la ‘Voce’ ha più volte documentato.
Basti pensare alla clamorosa storia del commissario straordinario FDA proprio nei mesi bollenti della pandemia, Scott Gottlieb: il quale ha dato disco verde ai vaccini di ‘Pfizer’ e ‘Moderna’ in modo del tutto anomalo e illegittimo, bypassando norme & regole, proprio perché i tempi per i trials non erano stati rispettati, con una dead line fissata per il 31 gennaio 2023, quindi solo pochi giorni fa: mentre l’ok risale addirittura ad agosto 2020! E sapete, appena terminato il suo incarico al vertice della FDA, dov’è finito Gottlieb? Lo ha subito accolto a braccia aperte la (fino al giorno prima) ‘controllata’ (sic) ‘Pfizer’, offrendogli una strapagata poltrona all’interno del suo board !
Per la serie, le dorate porte girevoli…
Prima dell’avvio dei test randomizzati mai conclusi, ‘Pfizer’ aveva effettuato studi sui ratti: e sapete a quanti era stato somministrato il siero? 44 appena. Fa tornare in mente la canzoncina che vinse un mitico ‘Zecchino d’oro’ negli anni ’70, 44 gatti…
Un ricercatore di ‘politiche pubbliche’ alla ‘John Hopkins University’ di New York, Maty Makary, ha chiesto a ‘Pfizer’ di poter esaminare i risultati dei trialscondotti su quelle poche donne volontarie che li avevano effettuati, in totale 349. Ebbene, dopo un anno e mezzo dalla richiesta, ‘Pfizer’ non ha risposto, tornando alla tecnica del ‘muro di gomma’.
Afferma Makary: “Nonostante l’esiguità del campione, i risultati di quei test dovrebbero pure dire qualcosa: ma non li hanno mai voluto rendere pubblici”. E denuncia: “Hanno consigliato il loro vaccino alle donne incinte con zero dati a disposizione: una follia”.
In sostanza, milioni di future madri hanno fatto da vere e proprie cavie, vedendosi inoculare un vaccino mai testato in modo adeguato per le loro condizioni. Del resto tutti hanno fatto da cavie nel mondo, proprio perché i ‘trials’ di Pfizer super star sono stati regolarmente taroccati.
Da qui discende il dato di aborti in forte crescita, il maggior tasso di infertilità e la denatalità aumentata in modo esponenziale nell’ultimo biennio, e cioè da quando sono cominciate le campagne vaccinali. Potete tornare alla nostra inchiesta del 2 marzo sul Covid, e leggere i due link alla fine del pezzo, perché riguardano proprio la denatalità post vaccino.
Maryanne Demasi non è certo alla prima inchiesta sul tema. Il 25 ottobre 2022, infatti, ha pubblicato sul prestigioso ‘British Medical Journal’ (l’unica testata scientifica che ha sempre denunciato fatti & misfatti legati ai vaccini a RNA messaggero) un significativo reportage proprio sulla ‘sicurezza’ dei vaccini, titolato “La FDA deve rendere noti con urgenza i dati sui test di sicurezza dei vaccini”.
La ‘Voce’ lo ha ripreso con grande evidenza. E cliccando sul link in basso potere leggere sia il nostro articolo che l’inchiesta firmata dalla giornalista australiana.
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FOOD AND DRUG ADMINISTRATION / SI RIFIUTA DI PUBBLICARE I RISULTATI DEI TEST SUI VACCINI
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