A prescindere, sic stantibus rebus, mala tempora currunt: per chi ha percorso la retta via degli studi classici calza a pennello la citazione a proposito di un paio di sgarbi (termine scelto non a caso) avvenuti in spregio al divieto di ogni esternazione durante il silenzio elettorale imposto per legge alla vigila del voto. Forse sarebbe da assolvere, perché indotto da deficit circolatorio aterosclorotico, il “meno male che Silvio c’è”. IL Berlusca, che in compagnia della finta moglie, ha esternato nel seggio dove ha votato. Infranto il divieto di parlare ha sferrato un attacco filo putiniano (il terzo degli ultimi tempi) al presidente dell’Ucraina, a suo dire responsabile della guerra con la Russia dell’amico Putin. A conferma del caos che regna nel centro destra la ‘toppa’ di Tajani: “Forza Italia è pro Ucraina”. La presidentessa del consiglio incassa il colpo da cartellino rosso con rabbia, e quasi di sicuro mente (“Non l’ho sentito”). L’opposizione non si lascia scappare l’opportunità per girare il dito nella piaga dei contrasti che includono la sbandierata amicizia di Salvini per il Cremlino. Sanguina il vulnus che separa la Meloni da Macron e Scholz: Zelenski nel suo giro da globetrotter dell’Europa ha ‘saltato’ l’Italia. Disaccordo clamoroso anche sul nodo Rai. Fratelli d’Italia prepara l’assalto a viale Mazzini, ai suoi vertici, Berlusconi si smarca e chiede semplicemente che la Rai sia la televisione di tutti, pubblica.
In puro stile Sangiuliano, cioè del primo epuratore del neonato governo di destra-destra, Sgarbi, sottosegretario alla cultura, è come il lupo, perde il pelo (l’età avanza), non il vizio di insultare strillando ingiurie, strumento di personale e redditizia notorietà inaugurato dal ‘Maurizio Costanzo Show’ nel remoto 1982. La ‘finezza’ del suo attacco merita il plauso di Monsignor della Casa: “Il Festival di Sanremo? Un fallimento culturale totale. Infantile, miserabile, insensato”. “Chiara Ferragni e Fedez? Due capre che non sanno parlare”. “Voti? Fedez tra 5 e 6, Ferragni 2.” “Fedez è pessimo, ma non è un incapace totale come la moglie, che invece è analfabetismo funzionale, un’inetta, una capra, goffa. Sarebbe stata meglio Elly Schlein” (altro insulto). Per il 2024 Morgan accanto ad Amadeus, per la presidenza della Rai lo storico Paolo Mieli (ma che c’entra con il management Rai?) e al posto di Fuortes, Corrado Augias, Toni Servillo, Alvi (???) Andò, Emma Dante, Montefoschi (???)”. Sull’ultimo capolavoro televisivo di Benigni, che ha scosso le coscienze degli italiani sul tema della libertà di espressione e il rifiuto della guerra? “Oramai è ‘bollito’”. Salvini: “Non ho visto il Festival” (ma chi gli crede): una riflessione sulla gestione Rai andrà fatta” (anche sui tg in mano alla destra ancora prima del 25 settembre?). La Santanché (anche le pulci hanno la tosse): “Che sia un festival comunista non è una novità” Ma come ha ragione la ‘sorella d’Italia, è vero, la sigla della kermesse canora non è forse “Bandiera rossa la trionferà, evviva il comunismo e la libertà?” Il ricordo finale delle foibe, a chiusura del Festival, non è il tema caro alla destra, che lo contrappone impropriamente alla Shoa? In fondo ha ragione Berlusconi: Rai pubblica, estranea alle appropriazioni di chi vince le elezioni, come la BBC, ma chi lo dice alla Meloni?
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