Ladro per fame

Corrotti e corruttori se la cavano sempre, o quasi sempre: decorrenza dei termini, condoni, potenza di collegi legali, benevolenza di quote della magistratura. Le carceri sono stracolme di detenuti per piccoli reati con condanne di poche settimane o mesi. Un esempio estremo: nel 2006, un clochard ruba in un supermercato merce per cinque euro (sì cinque euro). Scoperto e denunciato. Il processo, in assenza di un suo avvocato di fiducia, procede con le lentezze del sistema e i tre gradi si concludono diciassette anni dopo con la condanna a tre mesi di reclusione. Potevano essere evitati, ma nessuno ne ha fatto richiesta. Consolazione: almeno il clochard per tre mesi avrà di che mangiare.

Il Covid, pandemia, lockdown, prestazioni extra ordinarie di psicologi, per sradicare dalla mente i danni da solitudine. Peggio il carcere, esclude totalmente dalla vita di relazione chi vi è costretto. La privazione della libertà, l’esilio in una cella separata dal mondo, anche solo per giorni o settimane non è già una forma di tortura psicofisica? Nulla giustifica l’aggravante di condizioni disumane, estranee alla giusta punizione di reati. Sconvolgono gli 83 suicidi del 2022 nelle 190 carceri italiane. Negli istituti penitenziari ci si uccide 21 volte in più che nel mondo libero. Il dramma italiano: sovraffollamento tra i più alti d’Europa (112%), disagi insopportabili per il caldo di estati torride, acqua razionata, nessun frigorifero nelle celle, spazi non garantiti, neppure tre metri calpestabili per detenuto, nel 60 percento delle celle non c’è la doccia, come prescriverebbe il regolamento penitenziario. 25 istituti italiani presentano un tasso di affollamento reale superiore al 150%, con picchi di oltre il 190%. I peggiori: Latina, Milano, Busto Arsizio, Lucca, Lodi.

Il 41 bis: regime carcerario particolarmente restrittivo, carcere duro destinato agli autori dei reati legati alla criminalità organizzata, ai boss mafiosi, ai terroristi, ha destato le perplesssità della Corte dei diritti umani di Strasburgo (anche relativamente al caso Cospito-Nordio) e ha sanzionato l’Italia. La finalità del 41bis è di impedire che il detenuto comunichi con l’esterno di evitare che impartisca direttive agli affiliati in libertà. Nella cella del detenuto in regime di 41bis un letto, un tavolo ed una sedia inchiodata a terra. Impossibile ogni forma di privacy, nessun oggetto personale, nessun libro, neppure le foto dei parenti più stretti.

I reati da 41 bis: finalità di terrorismo; associazione a delinquere di stampo mafioso, attività delle associazioni mafiose, riduzione o mantenimento in schiavitù, sfruttamento della prostituzione minorile, tratta di persone, acquisto o alienazioni di schiavi, violenza sessuale di gruppo,sequestro di persona a scopo di rapina o estorsione, associazione a delinquere per contrabbando di tabacchi lavorati all’estero, per traffico di sostanze psicotrope o stupefacenti. Cospito ha commesso reati gravi, ma nessuno di questi e Nordio, pressato dai giustizialisti di Fratelli d’Italia, gli conferma il 41 bis nonostante le condizioni estreme del detenuto in sciopero della fame da oltre cento giorni.


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