Par d’essere piombati davvero in un girone infernale, sulle orme del Benigni nazionale, nella Carnevalata che va in onda – per una disgrazia che ricorda le piaghe d’Egitto – per ben 5 serate-nottate: almeno due in meno rispetto a quelle celebri lungo le rive del Nilo.
Un plauso d’obbligo va alla regia e soprattutto a Mamma RAI che ha finanziato, strapagato con i nostri soldi, e messo su un Circo Barnum che più perfetto non si può. Va riconosciuto: impresa titanica mettere insieme una tale quantità di ‘robe’ – non ci viene altro nome in testa – tanto nauseanti, tanto vomitevoli, tanto artificiose e artificiali, tanto populiste nel senso più verace del termine, tanto para-intellettuali, tanto vuote, tanto piene d’imbecillità allo stato puro e potremmo continuare così per un’ora intera.
Possibile sorbirsi le frasi che ci svelano l’essenza del mondo, il senso vero della vita pronunciate dalla regina degli ‘influencer’ vestita-svestita in quel modo, al secolo Chiara Ferragni? Prima di quelle parole, noi non sapevamo nulla dell’universo: ora è arrivata lei, il Vate del futuro, a miracol mostrare, a indicarci il Percorso per il felice Domani
Dio li fa e poi li accoppia. Parla l’Oracolo per tutte le stagioni, Fedez, pronto a fustigare i politici che gli stanno sul pancreas, pardon sullo stomaco o i cosiddetti zebedei. Certo, non è stato carino giorni fa quando ha riso di gusto sul destino felice di Emanuela Orlandi, oggi di certo ‘pilota’ nei cieli, suscitando un profondo senso di pena nel fratello della povera Emanuela, Pietro Orlandi. Ma si sa, al Vate 2 tutto è concesso, licenze poetiche.
Sorge spontanea la proposta, visto che ormai stiamo entrando in pieno clima congressuale del PCI d’un tempo, oggi ridotto a un relitto da museo degli orrori, il PD.
Se invece di una singolar tenzone sul ‘nulla’ tra i 4 moschettieri Bonaccini-Cuperlo-De Micheli-Schlein a guidare le sorti, a reggere il timone del Grande Partito del Futuro, della Rinascita, ci fosse un bel ticket – si sa, i ticket sono molto trendy – Ferragni-Fedez, i Ferragnez, compagni nella vita e ora anche nel Roseo Domani del Paese?
Come mai, visto che si trovava lì in occasione della serata inaugurale, l’ideona non è balzata nel vulcanico cervello del capo-robot Sergio Mattarella? La lanciava lì, li incoronava sul Palco dell’Ariston, e vedi subito i sondaggi schizzare come un missile, 80, 90 per cento! E’ così che oggi si fanno le cose, si cambia il mondo: una grande ideata lanciata nel momento giusto e nel posto giusto!
Hanno già il programma pronto, i Ferragnez, un menù d’idee per l’Italia da leccarsi i baffi, altro che quei minestroni stra-riscaldati dei burosauri PD, tranne Schlein, per questioni anagrafiche e di novità. Anche lei, Schlein, però capace subito di scivolare sulla prima buccia di banana: “non ho un naso ebreo – ha voluto precisare – il mio è un naso etrusco”. E chissenefrega, sgorga spontaneo il commento.
E’ il Festival della Libertà, della Democrazia, delle Testimonianze senza le quali non possiamo più vivere. Amadeus & Fiorello i nostri Eroi, a spezzare le catene che ci imprigionavano, il Che e il Fidel che aspettavamo da una vita. Siamo in ottime mani, saranno loro, con le loro magiche arti persuasive e con la loro magica bacchetta a rivolvere in un lampo i problemi di tutti i pensionati che non ce la fanno più a tirare avanti con 600 euro al mese, mentre in Francia scendono in piazza perché non ne bastano 1.200. A trovare il lavoro per il mare di disoccupati e precari, a far funzionare i centri per l’impegno. Santi subito, Ama&Fior, da issare sulle spalle e portare trionfalmente in marcia direzione Pompei, per far subito un po’di miracoli, caso mai in saldo.
Grazie per il compitino ben letto dalla Fagnani sui ragazzi di Nisida, abbiamo risolto i problemi di tutti i minori che deviano dalla retta via.
Grazie per le lacrime alle melodie dei tre Magi (un po’ in ritardo sulla tabella di marcia, un mesetto su per giù), il tris Al Bano-Morandi-Ranieri. E’ questa l’Italia che vogliamo, e che azzera tutti i nostri problemi quotidiani: pandemie e guerre, catastrofi e terremoti, andate affanculo. Noi vogliamo canti, mandolini & spaghetti: tutto il resto è muffa.
E poi, siamo tutti in messianica attesa del Verbo del SuperEroe che planerà su di noi tutti l’ultima sera: il messaggio vergato di suo pugno dal Nuovo Salvatore, il guitto-presidente Zelensky, fresco di super standing ovation al Parlamento UE. Ma perché non viene di persona, visto che sta facendo il tour europeo, a mostrarsi in carne ed ossa, con la sua mitica canottiera-verde-sudata, così che lo potevano toccare, o almeno sfiorare e ottener da lui l’assoluzione per tutti i nostri peccati e una salvifica benedizione? Capi-RAI, siete ancora in tempo, fate lo sforzo estremo che vi paghiamo un canone triplo ma portateci Santo Zelensky. Ve ne saremo grati per tutta la vita.
A quel punto l’audience esplode, spaccato il muro dei 100 per cento, più ascoltatori che abitanti, altro che 10 milioni, ma 50 milioni e anche i morti balleranno, come avrebbe colorito Dalla.
A proposito di numeri, c’era una volta l’Auditel che regolarmente taroccava i dati. Stavolta i Capi hanno detto, appunto, 10, 10 milioni attaccati, abbarbicati allo schermo.
Il calcolo, comunque, è confortante: come si usa dire, la madre dei coglioni è sempre incinta.
E pensavamo francamente che di coglioni in Italia ce ne fossero molti ma molti di più. Aspettiamo Il numero finale per la seratissima di sabato.
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