Buone e, a quanto pare, rassicuranti notizie sul fronte dei vaccini. Finalmente, è proprio il caso di dire dopo settimane e settimane di tragiche notizie – ormai diramate da fonti che più ufficiali non si può, come i CDC (‘Centers for Desease Control’) americani – sull’impressionate numero di ‘effetti avversi’ causati dai vaccini prodotti in Occidente, soprattutto quelli a RNA messaggero come ‘Pfizer’ e ‘Moderna’: sono infatti ben 10.000.000 i casi di ‘effetti avversi’registrati ed elaborati dal Sistema VAERS (messo a punto dai CDC), dai più leggeri a quelli più pesanti che colpisco letteralmente ‘al cuore’, come pericarditi, miocarditi fino a ictus, trombosi e infarti.
‘LANCET’ FOR CUBA
Ma passiamo, appunto, alle good news.
Che arrivano da una fonte autorevole come ‘Lancet’: è vero, in passato ha avuto qualche incidente di percorso, come quando pubblicò uno studio farlocco (poi subito ritirato) di un fantomatico team di ricercatori che tendeva a dimostrare gli effetti avversi, sempre e livello cardiaco, dell’idrossiclorochina: un farmaco che, invece, è servito moltissimo a contrastare il Covid fin dai suoi primi sintomi, come ha dimostrato sul campo lo storico direttore, Didier Raoul, del più grande Ospedale per le malattie infettive in Europa, quello di Marsiglia.
‘Lancet’, comunque, ha una sua storia di ‘eccellenza’ nel settore delle riviste scientifiche. E tale resta.
Veniamo subito al sodo, alla buona notizia pubblicata da ‘The Lancet Regional Health’.
Stando alla sua fresca indagine, il vaccino cubano ‘Soberana’ (nell’isola, comunque, ne è stato prodotto anche un secondo) “si è rivelato essere efficace e sicuro contro il coronavirus. E non è a RNA messaggero.”. “E’ anche molto economico”, viene aggiunto, presentando un prezzo di gran lunga inferiore a quello dei Pfizer e Moderna venduti a carissimo prezzo in tutto l’Occidente: e addirittura con contratti ‘taroccati’, come sta in queste settimane dimostrando, documenti alla mano, la ‘Commissione d’inchiesta sui vaccini’ costituita a settembre dal Parlamento UE.
Solo il maxi contratto con Pzifer è da 71 miliardi di euro, stipulato addirittura tramite ‘sms’, per di più spariti, volatilizzati! Soldi buttati al vento per un vaccino che non presenta certo quell’efficacia sempre sbandierata del 91-92 per cento, ma di gran lunga meno, come ha subito sostenuto (non oltre il 20 per cento), un’altra autorevolissima rivista scientifica, il ‘British Medical Journal’. Per non parlare della ‘sicurezza’, messa a durissima prova dalla valanga di dati che stanno arrivando da tutto il mondo sui tragici ‘effetti avversi’.
Torniamo al vaccino cubano, che tanti papaveri della virologia (sic) come Roberto Burioni (è un allergologo, esperto al massimo in raffreddori fieno o riniti allergiche primaverili) hanno sempre criticato. Quel Burioni che poco più di un anno fa, per rassicurare il ‘popolo bue’ sulla sicurezza dei vaccini, arrivò a proclamare: “Sapete quanti fino a oggi i morti a causa del vaccino? Uno, 1 solo di numero al mondo, in Nuova Zelanda”. E non era su ‘Scherzi a parte’, ma nel salottino domenicale di Fabio Fazio su Rai3!
Secondo ‘The Conversation’ a Cuba si è quasi realizzato un miracolo, ma su basi altamente scientifiche, perché i ricercatori di quel Paese sono di eccellente livello: nei primi mesi della pandemia ne arrivò una nutrita task force in Italia, collaborando con i medici del nostro ‘Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani’ di Roma.
Scrive infatti il network internazionale: “Sviluppando e somministrando i propri vaccini, Cuba ha garantito una copertura economica (0,84 per cento dei costi sanitari) nonostante l’embargo degli Stati Uniti che ha bloccato le forniture mediche, anche durante la pandemia. Lo stesso blocco ha impedito l’esportazione di vaccini da Cuba”.
ALLA FACCIA DEGLI STATI UNITI!
Siamo davvero ai confini della realtà.
Killer due volte, gli Usa, sul fronte della pandemia. Hanno dato l’ok – attraverso la collusa ‘Food and Drug Administration’ – alla somministrazione di vaccini del tutto sperimentali, perché i fondamentali ‘trials’ sarebbero dovuti terminare il 31 dicembre 2023 (tra quasi un anno!): vaccini quindi totalmente ‘insicuri’, e ora le prove saltano fuori con tragica evidenza attraverso i dati finalmente resi noti dai ‘CDC’ e da un numero sempre crescente di scienziati e ricercatori indipendenti di tutto il mondo.
Al tempo stesso, i tanto ‘democratici’ Stati Uniti, con l’ormai eterno embargo contro Cuba, non solo hanno costretto i ricercatori locali a fare le capriole, non potendo acquistare supporti medicali dagli Usa; ma addirittura, sempre via blocco-embargo, di fatto impediscono che i cittadini americani, se lo vogliono, possano acquistare vaccini cubani!
Ma vediamo alcune caratteristiche di base del vaccino ‘Soberana’, studiato e preparato dall’Instituto Finley de vacunas’ di L’Avana.
Spiegano gli esperti: “Si tratta di un vaccino a vettore virale che utilizza una versione modificata di un virus che non causa malattie nell’uomo, per veicolare un piccolo pezzo di materiale genetico del virus Sars-CoV-2 nelle cellule dell’organismo. Una volta all’interno delle cellule, questo materiale genetico istruisce le cellule a produrre una parte innocua del virus, chiamata antigene, che viene poi visualizzata sulla superficie cellulare. L’antigene viene quindi riconosciuto dal sistema immunitario come estraneo e lo stesso sistema immunitario genera una risposta producendo anticorpi e attivando le cellule T, fornendo protezione contro la malattia”.
Prosegue ancora la spiegazione scientifica del metodo cubano: “La ricerca ha valutato l’efficacia di un sistema a due dosi di Soberana 0-2 e di uno con l’aggiunta di una dose di Soberana-Plus nella prevenzione del Covid-19 sintomatico. Lo studio ha rilevato che la combinazione eterologa di Soberana 0-2 e Soberana-Plus ha un’efficacia vaccinale del 92 per cento contro la malattia sintomatica. Inoltre, non si sono verificati casi gravi nel gruppo del vaccino rispetto ai 6 del gruppo placebo. Lo schema a due dosi è risultato efficace nel 69,7 per cento dei casi contro la malattia sintomatica e nel 74,9 per cento per i decorsi gravi. Gli effetti collaterali sono stati prevalentemente locali e per lo più lievi e transitori”.
Ma c’è di più. A dicembre è stato pubblicato un rapporto elaborato dall’UNESCO e titolato: “Covid-19 e vaccinazione in America Latina e nei Caraibi: sfide, bisogni e opportunità”. Nel rapporto viene riconosciuta la leadership di Cuba nella produzione di vaccini contro il coronavirus nella regione.
Le vaccinazioni su larga scala nell’isola sono cominciate a settembre 2021: ben prima di molti altri paesi, ma 9 mesi dopo l’inizio delle campagne vaccinali in Occidente griffate ‘Pfizer’ e ‘Moderna’.
LE CONNCTION DELLE STAR DI BIG PHARMA
Le stars di Big Pharma, infatti, hanno preferito bruciare le tappe per placare la ‘Paura’, il ‘Terrore’ crescenti provocati ad arte dal mainstream e dai social media obbligati dai vertici della Casa Bianca a ‘pompare’ i vaccini a RNA messaggero, ‘censurando’ tutti gli autorevoli pareri ‘in dissenso’, come stanno documentando quotidianamente i ‘Twitter files’ e come sta clamorosamente emergendo dalle inchieste di due coraggiosi Procuratori Generali americani, Jeff Landry della Louisiana ed Erich Schmitt del Missouri. Motivo per cui, tutti i cittadini sono stati costretti a farsi vaccinare con sieri ‘sperimentali’ e, quindi, a fare letteralmente da ‘cavie’.
I ricercatori cubati dell’Instituto Finley de vacunas, invece, hanno effettuato sperimentazioni, test e ‘trials’ per quasi un anno in più. Non poco, per assicurare ai cittadini una percentuale di gran lunga maggiore sul fronte dell’efficacia e, soprattutto, della sicurezza.
Mentre ‘Pfizer’ e ‘Moderna’ hanno puntato – come la ‘Voce’ ha documentato cifre alla mano, tante volte – solo e unicamente a realizzare montagne di profitti.
Basti pensare solo a due fatti, emblematici.
‘Moderna’ dodici anni fa era una start up con una decina di ricercatori in quattro stanze, che ha trovato subito i suoi santi protettori e adesso porta a casa utili con la pala, da decine di miliardi di dollari.
Il Ceo di ‘Pfizer ‘, il veterinario greco Albert Bourla, il giorno seguente allo storico annuncio di aver brevettato il primo vaccino anti-covid al mondo, è corso in banca a ritirare cash – tanto per festeggiare in tempo reale – una piccola fetta dell’utile immediatamente maturato: il titolo ‘Pfizer’, infatti, era ‘volato’, aveva fatto segnare un aumento da guinness dei primati. Quello stessoCeo che, convocato per ben due volte dalla ‘Commissione parlamentare d’inchiesta sui vaccini’, ha opposto un secco NO. Non vuol rispondere alle domande dei commissari sia sui contratti ‘taroccati’ di fornitura dei vaccini ‘Pfizer’; sia sulla loro efficacia e sicurezza. Forse è meglio, a questo punto, che sia la ‘Corte dell’Aja per i crimini contro l’umanità’ a convocarlo, farlo verbalizzare e adottare i provvedimenti del caso.
QUALI LE ALTERNATIVE POSSIBILI?
Ma vediamo, infine, cosa insegna la vicenda cubana con il suo ‘Soberana’, soprattutto se raffrontata con i gialli dei vaccini a mRNA di ‘Pfizer’ e ‘Moderna’.
Partiamo, in questo breve excursus, dalla lontana antipolio d’inizio anni ’60. Il ricercatore statunitense che la inventò, Albert Sabin, dimostrò tutta la sua ‘statura’ non solo per quella prodigiosa scoperta, ma perché la ‘regalò’ a tutti i cittadini del mondo.
“La sua grandezza – ricorda oggi il suo ‘allievo prediletto’, il virologo napoletano Giulio Tarro, che lavorò con Sabin per diversi anni nei laboratori di Cincinnati – fu nel fatto che non volle ‘brevettare’ quel vaccino, non lo privatizzò, facendo una fortuna. Ma lo rese ‘pubblico’, in modo tale che il brevetto potesse essere utilizzato da tutte le imprese, a livello internazionale, per produrlo a basso costo”. E così fu.
Un altro ricercatore e oncologo napoletano, Gaetano Marfella, uno dei primi a lanciare vibranti segnali d’allarme per l’inquinamento super tossico nella Terra dei Fuochi, dal canto suo sottolinea: “In India esiste la più grossa azienda pubblica al mondo per produrre vaccini, di grande qualità e a prezzi per il pubblico molto contenuti”.
Rammentiamo che tanti anni fa anche in Italia esisteva un grosso centro statale per la ideazione, lavorazione e produzione di vaccini, l’antico e rinomato ‘Istituto Sieroterapico Italiano’ (ISI), con sede a Firenze. Un vero gioiello, poi dimenticato dalle istituzioni e quindi privatizzato. E finito nel dimenticatoio.
Veniamo ai giorni della pandemia. Mentre Papa Francesco un giorno sì e l’altro pure invoca “vaccini per tutti i popoli del mondo” e chiede che i “brevetti siano liberi”, le sue parole vengono lasciate cadere nel vuoto. Al massimo – propone l’UE – un po’ di vaccini agli africani, a mo’ di carità, caso mai sieri prossimi alla data di scadenza. Quindi qualche promessa di chiedere alle aziende di essere generose e di allentare i cordoni ai brevetti.
In realtà scattano subito una serie di reazioni a catena, e intorno ai ‘brevetti’ dei vaccini si erge un muro invalicabile, le fortezze di Big Pharma diventano inespugnabili.
Ma il massimo deve ancora venire: perché nel corso dell’ultimo anno sia ‘Pfizer’ che ‘Moderna’ hanno – per tutta risposta – fatto sapere che i prezzi delle prossime forniture saranno molto, molto più alti: nel migliore dei casi un raddoppio, ma c’è chi ipotizza addirittura un salto ‘quadruplo’. E il tutto in tempi di profondissima crisi economica. E i ‘brevetti’? Neanche per sogno, nemmeno a parlarne per un solo istante. Ecco il gingle: abbiamo speso miliardi di dollari per la ricerca e per inventarli, e adesso li regaliamo, siamo pazzi?
Sorge spontanea la riflessione: ma ‘brevetto’ di che?
Difesa a oltranza di cosa?
Nel momento in cui il ‘Castello di Menzogne’ crolla, collassa, e si scopre che i vaccini di ‘Pfizer’ e ‘Moderna’ non solo sono inefficaci (perchè ormai è sotto gli occhi di tutti che anche i plurivaccinati, i ‘boosterizzati’ si reinfettano e trasmettono il virus) ma addirittura presentano un tasso spaventoso di ‘effetti avversi’, di cosa stiamo parlando? Del brevetto di un vaccino inutile e anzi dannoso.
Sono stati anche sciocchi e poco lungimiranti, i Signori dei Vaccini: potevano renderli pubblici, regalarli al mondo, ‘liberare’ i brevetti. Ma forse, a quel punto, si sono passati una mano per la coscienza: in questo mondo espandiamo a macchia d’olio un sistema di killeraggio scientifico, meglio andar piano… E forse proprio per questo a suo tempo osservarono: “ma se anche gli cediamo i brevetti, quei Paesi non hanno poi le tecnologie giuste per produrli in modo appropriato, non ce la faranno mai…”.
IL VERO NODO: VACCINO DI STATO
La questione – a questo punto – è solo una. L’ideale – ma viaggiamo a livello di pura Utopia, visto lo stato di totale sbando, tra menzogne e corruzioni, in cui versa l’Organizzazione Mondiale della Sanità – sarebbe che una nuova OMS, davvero pulita, trasparente e soprattutto al servizio della salute di tutti i cittadini del mondo; oppure un altro Ente od Agenzia alla quale collaborino i migliori ricercatori del mondo (non i virologi taroccati che razzolano nei salotti tivvù italiani e non solo), ben remunerati come è giusto che sia, lavorino a preparare ‘Vaccini pubblici’: nel migliore dei modi, per produrre sieri efficaci e soprattutto – lo ribadiamo – sicuri, non al 92 o al 93 per cento, ma al 99,9 per cento. Cifre vere, reali, documentate, verificabili, ottenute dopo sperimentazioni non fittizie, test non fasulli, ‘trials’ non farlocchi, come invece è successo in modo clamoroso – e documentato – per la star di tutte le star, ‘Pfizer’.
Ma in attesa che l’Utopia mondiale si realizzi fra qualche decennio, perchè non comincia a farlo questa benedetta Unione Europea? Travolta dal ‘Qatargate’ e proprio dal ‘Pfizergate’, e con un’EMA (l’European Medicines Agency) che fa acqua da tutte le parti (come al solito, è inquinata dai suoi finanziatori, che sono le stesse aziende farmaceutiche private su cui dovrebbe vigilare, in perfetto stile OMS), perché non coglie la palla al balzo per voltare pagina in modo radicale e far piazza pulita, una buona volta, di trastole, affarismi, tangenti, conflitti d’interesse, collusioni e via di questo passo, sempre a ritmo di codice penale?
Dar vita ad una Agenzia europea per i vaccini, attraverso il coordinamento dei migliori centri di ricerca e atenei, degli scienziati con le carte e i curricula in regola, per lavorare su singoli progetti ben mirati, per studiare e brevettare vaccini realmente efficaci e sicuri? Altrimenti, se non per un’iniziativa come questa, i soldi per che cavolo li vogliamo investire?
Terza ipotesi. La più realistica, forse, perché la possiamo decidere da noi, in casa. Perché non utilizzare quei famosi soldi del tanto vituperato MES (almeno una parte) per dare di nuova vita ad un Istituto Sierologico come quello di una volta? I nostri migliori cervelli, le equipe più all’avanguardia, un forte legame con la crema del mondo accademico e del CNR: ma il tutto sotto il controllo pubblico, il privato non ci deve mettere il becco. La logica del profitto va totalmente bandita, messa all’indice, vietata per legge.
Se già sentiamo il bisogno di tornare allo Stato in settori strategici (che non lo sono poi neanche così tanto) come l’acciaio, perché mai è un’eresia pensare a un Istituto pubblico per i vaccini, che significano salute di tutti, come tante volte è stato strombazzato più volte in faccia a quelli che rifiutavano questi vaccini killer?
L’obbligo vaccinale – se sei sicuro al 99,9 per cento dell’efficacia e della sicurezza dei vaccini – cadrebbe da sé: perché chiunque correrebbe per fare quel vaccino prodotto non da sciacalli e profittatori (la peggior specie di criminali, quelli che fanno i soldi sulla pelle della gente), ma da uno Stato che comincia a ragionare, a guardar lontano, a rifondarsi anche su basi etiche.
Perché non cominciamo a seguire l’esempio di Albert Sabin, che poteva essere un miliardario e invece ha regalato l’antipolio ai cittadini del mondo?
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