C’era una volta Sean Penn.
Ricordate il mitico protagonista di ‘Mystic River’? E di tante altre pellicole che hanno fatto la storia del cinema (anche come regista)?
E rammentate le sue battaglie per i diritti civili, in difesa dei senza diritti, degli ultimi?
Ebbene, scordatevi di quei trascorsi, appallottolate il tutto e gettatelo nel cestino più vicino.
Perché per Sean Penn il 2022 è stato l’anno del totale rincoglionimento.
Nei primi mesi, guarda caso, si trovava proprio in Ucraina, per girare un docufilm. E lì si trovava quando è cominciato il conflitto.
Un po’ di riprese, in tutta sicurezza, alcune interviste strappalacrime e poi, tornato in patria, nei suoi States, è stato il primo intellettuale (sic) a tessere le lodi del Grande Eroe, del Paladino di tutte Genti, del Nuovo Profeta venuto a miracol mostrare: il suo Volodymyr Zelensky.
L’Uomo, il Vate, il Salvatore che da attore (come il neo-agiografo Penn) si trasforma in leggendario CapoPopolo, arringa le sue folle, mostra petto e muscoli al ‘macellaio’ Vladimir Putin.
Da copione per una prossima pellicola da Oscar. Visto che per la cover ci ha già pensato, con grande acume e lungimiranza, il ‘Time’, un tempo autorevolissima rivista, ora discarica pronta a raccogliere ogni monnezza, e quindi piazzare il faccione del Volodymyr in prima, ‘The Man of the Year’.
Ma poteva mai finire l’anno senza concedere il bis, il Penn sempre più fuori di testa?
Ha infatti pensato bene di piazzare una ciliegina sulla torta rilasciando una demenziale intervista ad ‘Extra’ (sta forse per ‘extraterrestri’), in cui propone la galera (avete capito bene, il carcere, le sbarre) per chi ancora non intendere vaccinarsi.
Ecco, fior tra fiore: “Sento davvero che se qualcuno sceglie di non essere vaccinato, dovrebbe scegliere di restare a casa, non andare a lavorare. Non avere un lavoro. Finchè paghiamo tutti per queste strade, dobbiamo percorrerle in sicurezza”.
Quando l’intervistatore gli ha chiesto cosa ne pensasse della ‘retorica anti-vaccino’, ha risposto con prontezza: “E’ una codardia della convinzione. Penso che sia una riluttanza a impegnarsi in una cultura del buon senso. Che a questo punto mi sembra criminale, in realtà”.
Guarda caso, proprio in questi giorni un’altra star del cinema americano, Tim Robbins, e guarda caso co-protagonista proprio in ‘Mystic River’ del grande Clint Eastwood, fa marcia indietro sulla questione vaccini e ha un ‘ravvedimento’. Nel corso di un’intervista, infatti, ha ammesso con coraggio di aver cambiato idea sulla politica pandemica e sui vaccini, passando da un “odio per il dissenso alla sua completa comprensione”.
Un paio di mesi fa fece un’uscita in scia con quella di Penn un altro mito della ‘sinistra’ (che fra l’altro con c’è più, la sinistra), il notissimo (e ancora prolifico) linguista Noam Chomsky, in passato autore di analisi di grande spessore sulla crisi del capitalismo e di tutte le sue patologiche derive.
E qualche mese fa, in una di quelle ‘derive’ c’è cascato proprio lui, il Guru delle sinistre no-global. Ecco le sue parole: “I non vaccinati dovrebbero avere la decenza di isolarsi dalla comunità per la sicurezza degli altri “. E, non contento, aggiunse: “Come possiamo portare loro del cibo? Beh, questo è in realtà il loro problema. Certo, se diventano indigenti, si dovrà prendere qualche mezzo per assicurare loro la sopravvivenza, come si fa con la gente in prigione”.
Ma siamo su “Scherzi a parte”?
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