Loro cornuti, noi ‘mazziati’

Tv a scelte mirate. Cioè zero talkshow in chiave politica (tutti: Piazza pulita, il Martedì’, Carta Bianca, Porta a Porta, Tg2 Post, Agorà, Bellamà, Controcorrente, Fuori dal Coro, In onda, Zona Bianca, Dritto e rovescio, Quarta Repubblica, Non è l’Arena, Otto e mezzo) e tutto il trash di Grande Fratello Vip, Isola dei famosi, Lo sportello di Forum, Uomini e donne, Pomeriggio cinque, eccetera. Allora televisori spenti? In alternativa: Report, Atlantide, Che tempo che fa, Propaganda live, Le Parole, Geo, Tagatà, Via dei Matti numero zero, Il Cavallo e la Torre, Nuovi Eroi, il canale cultura di Sky. Per ridere, che fa bene alla salute, Zelig, Fratelli di Crozza. X Factor per scoprire talenti e ascoltare buona musica leggera. L’idea di discernere, di un salutare freedom dalla subordinazione passiva alla tv spazzatura è l’auspicato antidoto all’ossessione mediatica di un ‘caso’ che l’opinione pubblica vaccinata contro il gossip rigetta, a partire dal titolo “Ilary Blasi e Totti, fine dell’amore”, ma di cui si nutre avidamente il popolo dei rotocalchi che montano scandali, disfano sodalizi sentimentali e ne inventano di nuovi. Con tutta la generosa benevolenza per amori che nascono e muoiono, per rivelazioni scoop di corna e contro-corna, di liti a distanza e ravvicinate, di foto rubate o peggio condivise, perché “parlate male di me, purché ne parlate” fa ribrezzo il morboso interesse popolare per il matrimonio in frantumi di un celebrato calciatore  e della moglie showgirl, a cui una delle numerose testate gossipare dedica ai due litiganti  sparando così l’ennesima notizia sulle cinquanta sfumature di rosso della vicenda: “La fine dell’amore (Ilary-Totti, ndr) ci tiene incollati allo schermo”. Il suggestivo titolo evoca l’immagine di Pinco Pallini che sbavano di piacere ancorati al divano del soggiorno per non perdere un frem del racconto che si dipana sul maxi schermo di 50 pollici con le ‘ultime’ sulla coppia scoppiata. Sontuosa nota del giornalismo di genere: “ci piacerebbe un gossip alla Trussardi–Hunziker di nuovo insieme, ahimè non è questo il caso. La loro storia (Ilay-Totti), ha inchiodato agli schermi un Paese intero e fatto piangere Roma” !!! Scrive,  una testata del genere Grand Hotel:  “Mi hai tradito tu, no hai iniziato tu è l’unica news in grado di distrarci dalle storture del mondo” !!! Il dilemma appassiona masse di incoscienti, di quelli schierati su sponde ferocemente antitetiche, pro e contro Putin, pro e contro Biden. Estirpa dalle nostre coscienze turbate lo sdegno per una guerra disumana, di fosse comuni, bambini uccisi, esecuzioni naziste, interessi incrociati, alimentati da perverse, reciproche vocazioni all’espansionismo neo colonialista, di profitti stratosferici dei venditori di armi e dei giganti dell’energia, cinici speculatori. Sotterra paure globali per il pianeta a rischio di estinzione, l’incedere a velocità incontrollata di una crisi vicina alla recessione, l’aumento esponenziale delle povertà, il diffondersi di regimi anti democratici.

In casa nostra annebbia la vista sulla deriva del governo di destra-destra-destra, che a un solo mese dall’insediamento ha già demolito i primi caposaldi dello stato sociale. Un esempio recentissimo è il ‘no’ dell’esecutivo Meloni al salario minimo dei lavoratori sottopagati e l’esplicito endorsement ai ceti sociali privilegiati. Le opposizioni sui meloniani: “Dicono no a una scelta in grado di restituire dignità al lavoro, di combattere inaccettabili disuguaglianze e che darebbe vita a una competitività capace di dare impulso a uno sviluppo reale e non basato sulla contrazione del costo del lavoro”.


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