A breve, l’un tempo nostra gloriosa compagnia di bandiera, Alitalia, oggi ‘ITA Airways’, passerà ai tedeschi.
Nel più totale silenzio generale: perché i partiti politici (o meglio quelle larve rimaste sul campo), i sindacati ormai da tanto tempo dormienti e i media eternamente cloroformizzati, non alzano un dito, non osano protestare, prendere una iniziativa 1. Regna il silenzio più totale, una calma che più piatta non si può: segno che la classe dirigente del Paese (la ‘rouling class’, sic) è ormai letteralmente morta e sepolta, s’è progressivamente trasformata in un autentico ectoplasma.
E il passaggio dal governo Draghi a quello Meloni è stato totalmente ‘indolore’: stessa (non) politica, stessa genuflessione a USA, NATO e UE, stesso niente di niente. E soprattutto nessun provvedimento realmente incisivo in direzione di quella giustizia sociale furbescamente sbandierata ma tradita e calpestata nei fatti: come la fresca legge di bilancio dimostra in modo che più chiaro non si può.
E a breve, appunto, un’altra ciliegina sulla torta. La vendita (anzi, la super svendita a prezzi da vero ‘Black Friday’) di uno dei ‘gioielli’ di Stato, l’Alitalia, già passata per interminabili burrasche e oggetto dei traffici più indecenti che l’hanno pesantemente indebolita, saccheggiata al punto giusto, e ora giunta, con ogni probabilità, al suo ultimo volo con i nostri colori. Basti ricordare la sciagurata cordata dei ‘Capitani Coraggiosi’ capitanata da Roberto Colaninno e la sceneggiata araba griffata ‘Etihad’.
Recapitoliamo gli ultimi fatti che stanno portando ad una svendita che più pianificata non si può.
Corrono con sempre maggior insistenza voci al ministero dell’Economia, guidato dal leghista (e super braccio destro di Mario Draghi nell’ultimo esecutivo) Giancarlo Giorgetti: “Lufthansa ha ottime chance di acquisire ITA Airways, dopo un primo tentativo fallito con la compagnia di navigazione MSC”, è il leit motiv.
Dalla Germania fanno sapere – lo riferisce il quotidiano economico ‘Handelsblatt’ – che “Lufthansa è sempre molto interessata al mercato italiano”, nonostante la forte crisi economica e l’aria che tira con il conflitto ucraino sempre più bollente. Ma se si tratta di un ‘affare’, fanno capire i tedeschi, soprattutto molto collegato ad uno dei comparti che tirano meglio, ossia quello turistico, i vertici della compagnia teutonica non si tireranno certo indietro.
Facciamo un passo indietro. L’esecutivo Draghi aveva ricevuto tre offerte. Una da MSC, l’altra da Lufthansa e la terza da un fondo d’investimenti americano, ‘Certares’, la cui proposta era riconducibile al tandem ‘Air France-KLM’ e a ‘Delta Air Lines’.
L’ex capo della BCE optò per la terza offerta e le nostre truppe governative avviarono quindi trattative in esclusiva con la compagine a trazione franco-olandese. Contatti durati per mesi e mesi ma incapaci di produrre neanche il classico topolino, entri la scadenza del termine prefissato.
Nel frattempo, va rammentato, MSC si ritira dalla contesa.
A questo punto palla al centro e si ricomincia da capo, ma stavolta la decisione spetta al governo Meloni. Mentre il tempo stringe e ci si avvia verso il classico imbuto: le risorse per tenere in vita ITA-Airways, infatti, sono quasi giunte al capolinea, perché è stata praticamente ‘bruciata’ l’ultima tranche degli aiuti di Stato approvati dalla Commissione UE, pari a 400 milioni di euro. Finiti quei fondi, non verrà più concesso alcun aiuto pubblico.
Lo conferma ‘Handelsblatt’ che scrive: “I fondi si stanno esaurendo e sarà molto difficile far approvare dalla UE un ulteriore intervento statale a favore di ITA Airways”.
Nel frattempo, il valore di mercato della nostra compagnia è sceso in picchiata: se l’ultima valutazione di un paio d’anni fa era paro a circa 1 miliardo e 200 mila euro, ora siamo a poco più di un terzo, circa 450 milioni. Un vero ‘saldo’ per Lufthansa, che è lì, in riva al fiume, in attesa di veder passare la gloriosa carcassa della fu Alitalia.
Osserva un esperto-controcorrente: “E’ stata una vergognosa presa per i fondelli, soprattutto dei lavoratori che ne hanno sentite e subite di tutti i colori. Una danza macabra sotto gli occhi delle autorità UE e con un governo italiano, soprattutto quello Draghi, che ha mostrato una totale inadeguatezza. L’unica cosa certa, in tale bailamme, è sempre stata che l’ex Alitalia doveva essere ‘mangiata’ da uno dei tre colossi rimasti in campo europeo. Esclusa ‘British Airways’ per via della Brexit, non restavano che due pretendenti in campo: i cugini transalpini con Air France e i tedeschi con Lufthansa. Il super capo della BCE è stato capace di far saltare la trattativa più credibile e ora ci ritroviamo con un solo interlocutore, il quale di tutta evidenza farà il prezzo, come nel più classico prendere o lasciare. Quindi il destino è segnato: ai tedeschi, e per un piatto di lenticchie, un terzo del valore di quanto può avere oggi una squadra di calcio come Juve, Milan o Inter. Ma ve ne rendete conto in quale abisso siamo precipitati?”.
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