CONSULTA / IL 30 NOVEMBRE IN BALLO DEMOCRAZIA & SALUTE: SI DECIDE SULL’OBBLIGO DEI VACCINI

Una data fondamentale per la vita democratica (quel che ne resta, almeno) del nostro Paese e per la salute di tutti i cittadini è ormai vicina, nel più totale disinteresse dei media.

Si tratta del 30 novembre, giorno in cui la Corte Costituzionale   dovrà pronunciarsi su otto questioni; e due particolarmente bollenti, sull’efficacia e, soprattutto, sulla sicurezza dei vaccini, partendo da quella ‘obbligatorietà’ decisa delle nostre autorità (sic) politiche e scientifiche. La pronuncia è dovuta alla pioggia di ricorsi ai Tribunali Amministrativi Regionali, i TAR, che dovevano   esprimersi sui tanti ricorsi presentati da medici, ricercatori, associazioni, familiari di vittime degli ‘effetti avversi’.

Ne parleremo più avanti.

 

LO SCOOP DEL ‘WASHINGTON POST’ 

Intanto vediamo alcune clamorose news che arrivano dall’estero, soprattutto dagli Stati Uniti, dove già hanno fatto scalpore, un mese fa, i dati finalmente resi pubblici dai CDC (i ‘Centers for Deseases Control’) sugli effetti avversi, appunto, registrati da quando sono iniziate le campagne vaccinali.

Cifre & dati da brivido, visto che viene messa nero su bianco una ‘quantificazione’ (sicuramente comunque per ‘difetto’, come   ammettono i responsabili dei CDC) che dovrebbe far pensare e riflettere tutti: fino ad oggi, negli Stati Uniti, si sono verificati – udite udite – ben 10 milioni e passa di ‘effetti avversi’, dopo la somministrazione dei vaccini anti-covid, dai più leggeri (febbre, dolore alle articolazioni etc.) ai più gravi, che vanno dalle miocarditi e pericarditi (soprattutto in tanti giovani) fino a ictus, trombosi e infarti.

Cynthia Cox

La più fresca ‘bomba’ è stata appena pubblicata dal ‘Washington Post’, che ha documentato, in un minuzioso reportage, quanto è emerso da una approfondita ricerca condotta dalla ‘Kaiser Family Foundation’.

I giornalisti della testata, Dan Keating e Fenit Nirappil, hanno intervistato la vicepresidente della Fondazione, Cynthia Cox, che raccontato quanto è stato scoperto: “Non possiamo più dire – esordisce Cox – che questa è una pandemia dei non vaccinati”. E subito snocciola una serie di numeri incontestabili. Il 58 per cento dei decessi per coronavirus ad agosto sono stati vaccinati e addirittura hanno ricevuto il booster. Si tratta – spiega Cox – della prosecuzione di una tendenza preoccupante emersa nell’ultimo anno. Con l’aumento dei tassi di vaccinazione e la comparsa di nuove varianti, la quota di decessi di persone vaccinate è in costante aumento. “Nel settembre 2021 – illustra l’inchiesta del ‘Washington Post’ – le persone vaccinate costituivano solo il 23 per cento delle vittime del coronavirus. A gennaio e febbraio di quest’anno, erano fino al 42 per cento”.

Ecco che allora il castello di carte magicamente costruito da ‘Pfizer’ e‘Moderna’ – le prime star di Big Pharma a ideare, produrre e commercializzare i loro vaccini – in un sol colpo crolla al suolo, collassa, proprio come è successo con le Twin Towers 21 anni fa: solo che i morti, allora, furono 3.000; adesso sicuramente molti ma molti di più, per via dei letali ‘effetti avversi’.

Vaccini, quindi, del tutto inefficaci, come palesano chiaramente i dati pubblicati dal ‘Washington Post’, perché non in grado di fermare la pandemia: mentre le due aziende, Pfizer e Moderna, hanno sempre sbandierato un’efficacia superiore al 90 per cento (tra il 92 e il 93 per cento, per la precisione).

Vaccini, soprattutto, totalmente insicuri, visti i raccapriccianti dati diffusi dai CDC e che ormai si moltiplicano in mezzo mondo, anche in Europa e in Italia.

 

LE MENZOGNE DI PFIZER & ANTHONY FAUCI   

E proprio in Europa – come la ‘Voce’ ha più volte documentato – sono in corso i lavori di una delicatissima ‘Commissione parlamentare d’inchiesta sui vaccini’, alla quale fino ad oggi ha testimoniato la responsabile dei mercati esteri di ‘Pfizer’, Janine Small, che ha fatto praticamente scena muta di fronte alle domande dei commissari circa efficacia e sicurezza dei sieri: “Non ricordo… bisognava far presto…. C’era l’emergenza…. Non conosco i numeri”, ha farfugliato, tanto che i Commissari hanno convocato – per la seconda volta – il Ceo di ‘Pfizer’, Albert Bourla, che dovrà render conto circa la ‘qualità’ dei suoi vaccini immessi sul mercato internazionale.

Nonchè rispondere sulle più che anomale modalità d’acquisto con la UE: il più grosso contratto da ben 31 miliardi di euro, infatti, è stato sottoscritto con la Commissaria UE Ursula von der Leyen addirittura via ‘sms’, poi – incredibile ma vero – sparite, volatilizzate; e anche su un clamoroso conflitto d’interessi, visto che Heiko von der Leyen (marito della Super Commissaria) è al vertice di una società americana di biotecnologie, ‘Orogenesis’, spesso partner d’affari con ‘Pfizer’!

 

Ma rifacciamo un salto negli States prima di passare a quanto sta succedendo in Italia.

Anthony Fauci

Il Super Virologo a stelle e strisce Anthony Fauci, dopo aver ovviamente letto i dati diffusi dai ‘suoi’ CDC, non ha battuto un ciglio. Né ha commentato gli inequivocabili numeri pubblicati dal ‘Washington Post’. Anzi, ha avuto la faccia di bronzo di rilasciare un’intervista in cui – come riportano alcuni dispacci americani – “sottolinea la sicurezza e l’efficacia dei vaccini Covid approvati nella prevenzione di malattie infettive gravi e decessi, incoraggiando le persone a farsi vaccinare e potenziare le dosi il prima possibile”.

E’ andato anche oltre, Fauci, muovendo il tasto dei sentimenti: “Il mio forse ultimo messaggio che vi mando da questo podio (è stato consulente medico-scientifico per 7 presidenti Usa, difficile possa esserlo anche dell’ottavo, ndr), è che, per favore, per la vostra sicurezza, per quella della vostra famiglia, riceviate il vostro vaccino Covid-19 aggiornato e così sarete idonei a proteggere voi stessi, la vostra famiglia, la vostra comunità”.

E l’ultimo appello, con una lacrima sul viso: “Ti esorto a visitare ‘vaccine.gov’per trovare un luogo in cui puoi facilmente ottenere un vaccino e, per favore, fallo il prima possibile”.

Mentirà, in modo tanto smaccato, Fauci anche davanti ai giudici federali del Missouri e della Louisiana che lo hanno invitato a deporre sotto giuramento (e con lui dovranno rispondere anche una decina di alti funzionari della Casa Bianca) circa le pressioni esercitate sui social media per ‘oscurare’ gli autorevoli pareri scientifici che non collimavano con i diktat di Joe Biden & C. (e, of course, suggeriti da Fauci) in tema di pandemia?

Mentirà, sempre Fauci, anche sul giallo bollente dei   finanziamenti abbondantemente concessi, attraverso il ‘suo’ NIAID e con il paravento della società di comodo ‘EcoHealth Alliance’, ai famigerati laboratori di Wuhan dove venivano portate avanti ricerche sul ‘gain of function’ ufficialmente vietate negli Usa e per questo segretamente svolte, oltre che a Wuhan, anche nei biolaboratori militari in Ucraina, oltre una quarantina?

 

E MELONI VUOLE ALTRI ‘NUOVI’ VACCINI!

Arriviamo quindi da noi, dove sta per scattare l’ora X con la sentenza della Consulta.

Ma dove, intanto, il primo ministro Giorgia Meloni ne ha già combinata – fra le tante, in così poco tempo – una ben grossa. Nella bozza della nuova legge di bilancio, ora in fase di discussione, è previsto un articolo 86, sotto il titolo “Adeguamento del livello di finanziamenti del servizio sanitario nazionale e disposizioni in materia di vaccini e farmaci”.

In soldoni, la bozza governativa prevede lo stanziamento di 650 milioni di euro (non proprio noccioline, in tempi che più grami non si può) per l’acquisto di ‘nuovi’ vaccini anti-covid.

Proprio mentre i ‘dubbi’ sulla loro efficacia e sicurezza finalmente stanno venendo alla luce – Italia come al solito fanalino di coda, per la sempre più marcata omertà mediatica – e mentre non pochi fanno notare che ci sono ancora grosse scorte di vaccini in giacenza che stanno per scadere!

Un ulteriore acquisto, ora, è totalmente fuori dal mondo, così come l’invio di armi-armi-armi al guitto-presidente ucraino Zelensky.

 

Proseguiamo con gli altri allarmi lanciati, in modo sempre più frequente, da medici, docenti universitari e ricercatori, proprio sul fronte degli ‘effetti avversi’, soprattutto a carico del sistema cardiocircolatorio.

Alessandro Capucci

Sentiamo, ad esempio, Alessandro Capucci, docente di malattie dell’apparato cardiovascolare a Bologna ed ex direttore della clinica di cardiologia all’Ospedale Torretta di Ancona: “Gli ultimi dodici mesi hanno fatto registrare un aumento di malori nella fascia di età tra i 12 e i 40 anni. In alcuni casi si tratta di patologie congenite del sistema di conduzione elettrico del cuore che possono portare anche a morti improvvise nei giovani e negli atleti in particolare, ma non sempre è così. Ci sono arrivate diverse segnalazioni di malori improvvisi da più parti – sottolinea Capucci – in Svezia, Asia, Taiwan, Israele e recentemente è uscito uno studio israeliano, secondo cui i casi sono aumentati nell’ultimo anno”.

Dettaglia il docente: “Nei casi di morte improvvisa a seguito di un malore l’autopsia avrebbe rivelato un aumento delle bande di concentrazione e dei mononucleati che farebbe pensare ad un eccesso di catecolamine circolanti, e infatti molte segnalazioni riguardano soggetti maschi giovani che praticano sport. Un eccesso di questi ormoni circolanti determinerebbe danni a livello miocardico”.

Suggerisce Capucci: “Un esame della troponina prima della somministrazione del vaccino permetterebbe di fare una valutazione da un punto di vista ematochimico”.

 

Il libro del professor Giulio Tarro

E la fondamentale importanza di ‘Test genetici’ preventivi, proprio per valutare la tollerabilità di questi vaccini soprattutto da parte del sistema cardiovascolare, viene da mesi sottolineata dal virologo partenopeo Giulio Tarro (l’allievo prediletto di Albert Sabin che scoprì l’antipolio), fresco autore di ‘Covid-19 – La fine di un incubo’, nel quale punta l’indice contro la fallimentare politica del governo e delle autorità (sic) scientifiche durante la pandemia; mette in guardia circa l’uso di questi vaccini che sono da considerare ancora sperimentali (e i cittadini a far da cavie), soprattutto perché non ne è stata accertata l’efficacia e, in particolare, la sicurezza; ed infine invita le stesse autorità che hanno reso obbligatori i vaccini, a rendere altrettanto obbligatori e gratuiti (perché costano non poco) quei basilari test genetici, unica strada per prevenire effetti come ictus e infarti.

 

Per finire torniamo a bomba. Ossia alla sentenza che dovrà pronunciare il 30 novembre la Corte Costituzionale e riguarda le sorti della nostra malandata democrazia e la salute di tutti i cittadini.

A questo proposito, vi proponiamo la lettura di una illuminante intervista rilasciata al sito cattolico di contro-informazione ‘La Nuova Bussola Quotidiana’ dall’avvocato altoatesino Renate Holzeisen, presidente della ‘Confederazione Legale per i diritti dell’Uomo’, che ha firmato una ‘memoria’ (in gergo legale si definisce ‘amicus curiae’) inviata alla Consulta in vista della storica pronuncia.

 

 

Insicuri e inefficaci? I vaccini sul banco degli imputati

 Due degli otto quesiti su cui la Corte Costituzionale è chiamata a pronunciarsi il 30 novembre in merito ai sanitari sospesi vertono sull’efficacia e sulla sicurezza dei vaccini, indimostrate per imporre un obbligo. Con l’avvocato Holzeisen, che presiede la Confederazione Legale dei Diritti dell‘Uomo che ha presentato un amicus curiae, cerchiamo di capire perché l’udienza di mercoledì segna uno spartiacque e rischia di diventare una sentenza politica: «È in gioco la tenuta democratica della Repubblica, perché la decisione della Consulta produrrà a cascata reazioni in tutti i tribunali e determinerà decisioni dei governi sulle imposizioni future».

Il 30 novembre la Corte costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi sulla costituzionalità di 8 ordinanze di tribunali a tema obbligo vaccinale introdotto con Decreto-legge 1° aprile 2021. Di queste, soltanto due riguardano questioni di primaria importanza per i cittadini. Le altre sei, infatti, vertono su questioni di natura giuslavoristica, ma sono comunque inserite in un contesto di accettazione formale degli obblighi vaccinali e riguardano propriamente la costituzionalità della sospensione dello stipendio di sanitari sospesi perché non vaccinati, ma non entrano nel merito della legittimità della sospensione.

Le due ordinanze cruciali, invece, toccano due questioni fondamentali della campagna vaccinale di massa appena trascorsa: l’efficacia dei preparati inoculati e la loro sicurezza in ragione degli effetti avversi. Sicurezza ed efficacia, dunque, sono due elefanti nella stanza che i giudici della Corte non potranno non analizzare alla luce delle miriadi di pubblicazioni scientifiche uscite in questi due anni.

L’avvocato Renate Holzeisen

L’avvocato altoatesino Renate Holzeisen (in foto) ha spiegato in questa intervista alla Bussola l’importanza capitale di questi due prossimi pronunciamenti, nei quali non è coinvolta¸ ma osserva come presidente della Confederazione Legale per i diritti dell’Uomo, che ha presentato considerazioni giuridiche in forma di cosiddetto amicus curiae, ammesse dalla Corte costituzionale.

Avvocato, facciamo un passo indietro. Le due ordinanze sotto la lente dei giudici della Corte costituzionale a che cosa si riferiscono?
La prima questione di legittimità costituzionale è quella sollevata dal Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia (che ha un suo consiglio di Stato autonomo ndr.) inerente alla sicurezza dei cosiddetti vaccini-Covid-19, e dunque al rischio di eventi dannosi irreversibili. Nella vaccinazione di massa, peraltro, la effettiva valutazione del singolo caso non esiste, tranne pochissime situazioni. Inoltre, i giudici siciliani hanno evidenziato la contraddittorietà della richiesta di un consenso che in teoria dovrebbe essere “libero e informato”, ma che per una persona sottoposta all’obbligo vaccinale con la minaccia dell’esclusione dall’esercizio della professione certamente non è libero. E come sappiamo nel caso concreto non è neanche informato.

I giudici avevano però negato la ragione al sanitario ricorrente?
No, la causa pende. Ma in quell’ordinanza i giudici siciliani hanno escluso, purtroppo, del tutto infondatamente la natura sperimentale di queste sostanze. E questo è un gran peccato, dato che dovrebbe essere proprio l’evidente e documentata natura sperimentale di queste sostanze al centro dell’attenzione della Corte costituzionale. Perché la natura sperimentale comporta proprio l’incertezza dell’efficacia dell’iniezione e l’incalcolabilità del connesso rischio, e, dunque, l’impossibilità di determinare l’utilità sia per la rispettiva persona sia per la collettività. In caso di assoluta incertezza non può esserci un’imposizione del trattamento. E poi, nel caso dei vaccini Covid-19 siamo ormai in una situazione in cui la “certezza” richiederebbe un immediato stop generale di queste inoculazioni.

E la seconda ordinanza?
Proviene dal Tribunale Padova in un contenzioso di lavoro di un dipendente del comparto sanitario sospeso.

Che cosa era successo?
Il giudice padovano tocca anche la questione fondamentale dell’efficacia del cosiddetto vaccino nel prevenire il contagio virale e la contagiosità della persona trattata.

Che cosa dice l’ordinanza del giudice?
Si basa sui dati statistici dell’Istituto Superiore della Sanità che effettivamente dimostrano la mancanza dell’efficacia di queste sostanze nel prevenire il contagio virale e la malattia Covid-19. Ma purtroppo nell’Ordinanza non si fa alcuna menzione della documentazione ufficiale dell’EMA e degli stessi produttori (in primis Moderna, dalla quale risulta che queste sostanze non sono mai state studiate né autorizzate per la prevenzione del contagio e dunque della contagiosità delle persone con esse trattate.

Neanche in questo caso il giudice che solleva la questione di costituzionalità dà ragione al ricorrente, però…
No, attenzione, tutte queste cause allo stato attuale non sono state decise! I giudici evidentemente hanno sentito la necessità di interpellare la Corte costituzionale. Io, come tanti altri legali, siamo invece convinti che i giudici avrebbero potuto decidere senza interpellare la Corte costituzionale sulla base dell’ampia documentazione che noi avvocati stiamo portando nei tribunali da ormai un anno e mezzo e dalla quale risultava sin dall’inizio la non efficacia ai fini della prevenzione del contagio (vedasi i cosiddetti Assessment Report dell’EMA) e la non sicurezza (vedasi i cosiddetti Risk Managment Plan dei produttori di queste sostanze). Quello che bisognava fare è l’accertamento della cosiddetta “verità materiale” che va fatta come condicio sine qua non per una corretta applicazione della legge. Ma se non si apre una vera istruttoria sulla questione dirimente dell’efficacia di queste sostanze e sul profilo di sicurezza, la stessa Corte costituzionale rischia di prendere una decisione drammaticamente sbagliata!

Quindi la vicenda si sarebbe dovuta risolvere a Padova?
Si sarebbe dovuta risolvere in tutti i Tribunali Ordinari e Amministrativi d’Italia. Nel momento in cui si fa vedere al giudice, sulla base della documentazione ufficiale proveniente dall’ente regolatore europeo (EMA) e dai produttori, che una sostanza non è fatta per quello che impone il D.L. 44/2021 (prevenzione del contagio virale), il giudice avrebbe dovuto disporre una consulenza tecnica e aprire un’ampia istruttoria ai fini dell’accertamento della verità materiale. A me, ed a tanti altri legali preoccupa molto il fatto che aspetti fondamentali, come la ufficialmente documentata non efficacia ai fini della prevenzione virale e la natura evidentemente sperimentale (e risultante sempre da documentazione ufficiale) di queste sostanze non sia stata accertata in modo approfondito prima di sollevare eventuali (ma di fatto, in seguito all’accertamento della verità materiale, superflui) questioni di legittimità costituzionale su aspetti pur sempre importanti, ma che in fin dei conti presuppongono la legittimità dell’obbligo vaccinale-Covid-19.  Io mi riferisco alla stragrande parte dell’ordinanze che vanno in discussione il 30 novembre e che riguardano il mero fatto della cancellazione totale della retribuzione alle persone sospese. Un tema, senz’altro importante, ma che non è il tema primario. Se l’obbligo “vaccinale” – Covid-19, nel senso della prevenzione del contagio, non può essere assolto con le sostanze allo stato attuale sul mercato, come di fatto non lo può essere, tutto si ferma subito lì. E non c’è bisogno di ulteriore discussione per considerare tutte le sospensioni di sanitari e altri avvenute a causa dell’inoculazione di queste sostanze sperimentali del tutto illegittime.

Che cosa auspicate come avvocati che si battono nelle aule per affermare l’insussistenza degli obblighi?
Speriamo che oltre alle nostre considerazioni giuridiche che abbiamo depositato in Corte costituzionale in forma di amicus curiae, gli avvocati degli intervenienti ad adiuvandum, come ad esempio l’illustre giurista Augusto Sinagra, riescano a centrare in udienza gli aspetti fondamentali che devono necessariamente portare alla dichiarazione di illegittimità costituzionale dell’imposizione del trattamento con i cosiddetti “vaccini” -Covid-19.

Invece le controparti chi sono?
Sono le rispettive ASL e gli ordini professionali.

Perché queste due sentenze sono importanti?
Le decisioni che la Corte costituzionale prenderà determineranno il futuro della nostra Repubblica, della nostra società. Le decisioni della Corte vanno ben oltre la questione di questi cosiddetti “vaccini” -Covid-19. Se la Corte costituzionale dovesse ritenere legittima l’imposizione a noi cittadini di un trattamento con delle sostanze sperimentali che non hanno neanche l’efficacia richiesta dalla legge che prevede l’imposizione (D.L. 44/2021) e che comportano un enorme rischio per la salute e vita, abolirebbe di fatto le fondamenta della nostra Costituzione che sono proprio i Diritti Umani e negherebbe la nostra Dignità Umana. Ovviamente le decisioni della Corte costituzionale determinerebbero a cascata le decisioni sul tema in tutta Italia.

I vostri timori sono sul fronte giuridico?
I fatti e il diritto sono chiarissimi a richiedere la dichiarazione di illegittimità costituzionale. Temiamo invece una sentenza politica che dia ex post una copertura alle disumane politiche governative di questi anni. Se ciò dovesse succedere, la stragrande maggioranza dei giudici avrà un’autostrada per rigettare ogni ricorso, e quei, ancora troppo pochi, giudici che invece hanno perfettamente capito la quesitone e vogliono fare il loro lavoro impostogli dalla Costituzione, farebbero ancora più fatica nell’espletamento della loro funzione fondamentale per uno Stato di Diritto, per una Democrazia in cui la Giustizia deve essere indipendente, innanzitutto dal potere governativo! Quei pochissimi giudici che hanno condotto un accertamento della verità materiale, come ad esempio la giudice Susanna Zanda, giudice del lavoro di Firenze, che non solo poco tempo fa ha confermato un importante provvedimento cautelare (sospendendo l’efficacia della sospensione dal lavoro), ma ha anche disposto l’invio degli atti in Procura affinché indaghi sul numero enorme di eventi avversi irreversibili (tra cui morti) connessi all’inoculazione dei cosiddetti “vaccini”- Covid-19, di fatto verrebbero bloccati nell’espletamento della loro funzione fondamentale ai fini della tutela di noi cittadini.

Si tratta di una sentenza spartiacque, dunque?
Sì, l’importanza delle decisioni della Corte costituzionale sulle varie questioni sollevate è enorme, e purtroppo allo stato attuale l’importanza epocale non è proprio percepita dalla popolazione italiana. Noi nel nostro piccolo stiamo cercando di sensibilizzare anche con convegni e interventi, come quello che organizziamo per sabato prossimo a Vicenza (QUI la locandina) e nel quale, parlando di Giovani, diritti e pandemia affronteremo con giuristi (tra cui giudici della Corte di Cassazione) ed esperti di assoluto livello anche il nodo fondamentale della decisione che la Corte è chiamata a prendere.

Quando parla di un rischio di sentenza politica non si riferisce solo al passato, cioè a confermare le scelte fatte dal governo Draghi?
Mi riferisco ad un giudizio sul vulnus che si è creato nel diritto, ma anche al futuro, alla possibilità che un governo possa imporre ai cittadini un trattamento con sostanze sperimentali con la possibilità di escluderli persino dall’attività lavorativa. È in gioco la tenuta democratica di questo Paese, della Repubblica Italiana fondata sui diritti fondamentali.

 

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