Cultura: Sangiuliano santo subito

Come ci siamo permessi di contestare la ‘miseria’ delle poche scelte del governo e tutte nella direzione sbagliata di favorire ricchi, evasori, riciclatori di denaro ‘sporco’?

Chiediamo scusa, veniamo a conoscenza dell’alacre dinamismo del ministro ‘fratello d’Italia’ Sangiuliano. Appena insediato, ha esordito con l’epurazione di Giovanna Melandri, presidente del MAXXI, il Museo delle Arti del XXI Secolo, che in dieci anni di proficuo lavoro ha lanciato a livello internazionale. Il chi è del nuovo presidente: Alessandro Giuli, giornalista di ‘Libero’, noto per la sua velenosa aggressività contro chiunque nei salotti televisivi ha osato criticare la ‘borgatara della Garbatella’.  C’entra qualcosa l’appartenenza della Melandri al Pd? Ovvio, sì.

Nessun alibi per la mascalzonata degli ultrà, che a Napoli hanno firmato uno striscione (poi rimosso) con la disumana scritta “Maroni, volevi vederci morti…ma noi abbiamo visto morire te!” riferito al leghista, ex ministro dell’Interno morto di tumore a 67 anni”. Da dimenticare.

Ragazzi, non manifestate in piazza, rischiate di finire in carcere per 6 anni. Rinunciate a contestare il povero, bistrattato ministro dell’Istruzione Valditara, che ‘ordina’ lo stop del reddito di cittadinanza a chi non osserva l’obbligo scolastico. In concreto significa l’esclusione di 11 mila giovani tra i 18 e 29 privi di licenza elementare e di 128 mila con la sola licenza media. Tale ministro ignora (nessuna meraviglia) che molte migliaia di famiglie in povertà sono costrette a privare i figli dell’istruzione scolastica e a far lavorare i ragazzi e lui, fuori di testa: “Questi ragazzi preferiscono percepire il reddito anziché studiare e formarsi per costruire un proprio dignitoso progetto di vita. Il reddito collegato all’illegalità tollerata del mancato obbligo scolastico è inaccettabile moralmente: significherebbe legittimare e addirittura premiare una violazione di legge”.  Bravo! Bene! Bis!

La Repubblica e La Stampa, quotidiani, che più di ogni altro esercitano con competenza e merito la critica al governo della destra-destra-destra, contestano la Meloni che, con forma e sostanza da dispotismo in puro stile ‘ Ventennio’, intende limitare la normale prassi di far domande al premier durante le conferenze stampa. I consigli di redazione dei giornali citati: “È inaccettabile quanto avvenuto ieri al termine dell’incontro con i giornalisti per la presentazione della legge di bilancio. Troncare le conferenze stampa limitando le domande dei cronisti è una modalità che non si addice alle democrazie occidentali…Insinuare, che i giornalisti siano stati pavidi con i suoi predecessori è non solo denigratorio nei confronti di professionisti…ma indice di una malcelata volontà di indirizzare l’informazione e l’opinione pubblica di questo Paese”.

Il sempiterno Vespa, che accumula milioni di euro, complici la Rai e l’ombrello della destra, fa il Nostradamus della politica al servizio della Meloni (e la Rai tace). Per il futuro prossimo dell’Italia si dice ottimista sulla stabilità del nuovo governo. Merito di una confidenza della presidente del Consiglio. “Non credo che questo governo durerà poco, non ha un’opposizione strutturata, ce la farà”. Vespa, era a palazzo Chigi (come, perché?)  con la ‘borgatara della Garbatella, ‘durante l’addio a Draghi  e racconta: “Quando entro, lei coglie nei miei occhi lo stupore e, poi mi dirà: “Solo in quel momento, guardando il tuo sguardo, ho realizzato davvero che mi era capitata una cosa enorme”. Parole sante, da Premio Pulitzer della letteratura!


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