“Tutto va ben, madama presidente”

“Grullo” (dal dizionario Treccani, eccellenza assoluta per autorevolezza):
Sciocco…si dice…di persona che ha scarsa vivacità d’intelletto…spesso sostantivato: è un povero grullo. Derivati: grullimo, grrullerello, grullone, grullaccio, grullonaccio, definizioni riferite a…un  toscano?

Interni, ma anche esterni, simpatizzanti dem, provano a rimarginare la ferita cinicamente provocata al Pd dal Renzi Matteo, astutamente picconatore con l’autogol del famigerato referendum costituzionale contestato a suo tempo solo da una minoranza del partito. Defenestrato, per la verità in ritardo, Renzi ha caricato il personale lanciamissili terra-terra e ha sparato ad altezza uomo sul già vacillante Pd, fino a tentare di sgretorarlo, in perfetta sintonia con un altro sabotatore della sinistra, il più che supponente Calenda.  È di giornata l’ultima impresa centrodestrista di Renzi, in veste di difensore d’ufficio della ‘borgatara’ e del ‘carrocciaro’. Finge di non vedere l’inceppata macchina dell’esecutivo, che per uscire dall’impantanamento prova a innestare la retro marcia. Nel giro di qualche giorno, alle prese con la coperta corta delle risorse e di proclami elettorali irrealizzabili, la destra-destra-destra, come definisce il governo post Draghi Giannini, direttore della Stampa, ingoia i rospi di promesse non mantenute, cancellate. E Renzi? “Meloni? In un mese un governo non si giudica”. Dove l’ha detto? Ma naturalmente nel salotto ultra destrofilo di Giletti ‘Non è l’Arena’. E da provocatore aggiunge: “Se fossi la Meloni manderei tutti i giorni un mazzo di rose rosse a Enrico Letta”. Sulla vicenda della figlia di “Yo soy Giorgia” al G20: “Ma la lasciate stare? Noi facciamo opposizione alla premier, non alla mamma”. Perfetto: il Renzi ‘centroliberalchic’ ignora il pensiero di milioni di madri lavoratrici impedite dal deficit di protezione sociale a fare la brava e affettuosa mamma.

Ci prova e ci riprova il valpadano, sistematicamente ignorato dalla Chiesa di papa Francesco. Chi non ricorda il selfie con il crocifisso ben in vista, l’ostinazione leghista ad ammettere nelle aule scolastiche solo la croce cattolica, anche se accolgono alunni di altre religioni.  L’ultima cavolata: proposta di legge di un bonus (fino ventimila euro) solo a chi si sposa in chiesa. Firmato Salvini. Proteste e marcia indietro: “Anche a chi si sposa civilmente”. Non è detto, ma considerato il bigottismo opportunista dell’omofobo proponente, la concessione, se avesse seguito, escluderebbe i matrimoni gay e le coppie di fatto.

Salvini mente: “Governo compatto, d’accordo su tutto. Cominciamo a mantenere le promesse fatte.  Crosetto, ministro di Fratelli d’Italia: “Il bonus nozze non fa parte della manovra, è la proposta presentata da un deputato. Non è mai passato in mente a Palazzo Chigi di dare un premio a chi si sposa in chiesa, non è un tema che interessa ad uno Stato laico”.


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