MICROCHIP SOTTOPELLE / I PRIMI IN SVIZZERA

I microchip sottopelle sono sbarcati in Europa.

Per la precisione, nella sempre ‘precisa’ Svizzera, dove la vicenda sta già sollevando non poche polemiche.

E’ da un po’, del resto, che si parla dei microchip sottocutanei del (non troppo lontano) futuro, attraverso i quali si potranno comodamente iniettare non solo le dosi di richiamo dei vaccini, oppure nuovi vaccini; ma qualsiasi ‘sostanza’ venga ritenuta idonea dalla prossima classe politico-scientifica, al fine di arrivare ad un esercito di robottini perfettamente controllabili da remoto, obbedienti al punto giusto.

Non siamo tra le profetiche pagine di George Orwell, ma tra quelle molto recenti (e ancora in fase di elaborazione finale) che daranno vita al ‘Great Reset’, il super programma ideato dagli animatori dell’annuale ‘World Economic Forum’ di Davos, promosso dal banchiere tedesco di simpatie nazi Klaus Schwab e animato da miliardari-filantropi come Bill Gates e George Soros, a bordo delle rispettive corazzate, la ‘Bill & Melinda Gates Foundation’ e la ‘Open Society Foundation’.

 Ma torniamo alla vicina Svizzera. Dove per ora il microchip viene utilizzato soprattutto come comodo strumento di pagamento.

Ecco subito un esempio pratico e di estrema utilità. Si potrà pagare attraverso il nuovo strumento sottopelle evitando la scomoda e ormai obsoleta carta di credito, che può anche essere rubata o clonata. Servìti, a questo punto, delinquenti, rapinatori e scippatori di turno, che resteranno con un palmo di naso.

Tutto nasce attraverso l’esperienza maturata da un chirurgo elvetico, tale dottor Kohler, nella sua accorsata clinica, dove ha cominciato ad effettuare, con sempre maggior frequenza, interventi di ‘impianto’, soprattutto in pazienti di giovane età.

Ecco, più in dettaglio, di cosa si tratta, nella descrizione di un esperto: “Il microchip si impianta sulla mano e consente di effettuare pagamenti ‘contactless’, senza ovviamente l’uso del contante o della carta di credito, un po’ come si fa già da un po’ con il proprio smartphone. Il chip costa 300 euro, a cui vanno ovviamente aggiunti i costi per l’operazione di installo”.

Presto attraverso il microchip si potrà fruire di altri utili servizi ‘smart’: ad esempio, si potrà aprir casa senza ricorrere alle sciocche chiavi, che si perdono un giorno sì e l’altro pure; così come l’auto, evitando che facciano la stessa fine.

Un sondaggio effettuato di recente dalla BBC rileva e rivela che oltre la metà degli europei (la cifra esatta è del 51 per cento) è favorevole a soluzioni del genere, che ti rendono più facile la vita.

Meglio non pensare, per ora (ma il futuro bussa alle porte), a vaccini, farmaci e sostanze di vario tipo che ti potranno essere iniettate nelle vene, anche a tua insaputa: ma sempre – è ovvio – per ‘il tuo bene” cui tengono tanto le ‘tue’ Autorità.

 

Passiamo all’altro capo del mondo, per poi tornare in Europa.

Da un bel po’, in alcune aree metropolitane della Cina, sono stati installati dei video, finalizzati a immortalare le immagini del viso dei passanti. Lo scopo è quello di riuscire a capire, da quelle immagini, se nella mente del ‘cittadino’ stiano maturando propositi criminali: in questo modo il soggetto potrà essere accuratamente rintracciato, seguito e condotto al più vicino posto di polizia per essere interrogato. Facile come bere un bicchier d’acqua.

Visto e considerato, di tutta evidenza, il buon successo di questo sistema, anche gli europei ci stanno pensando sul serio. Tanto che – udite udite – è attualmente al vaglio (e quindi in attesa di essere prima o poi votata) una proposta elaborata dal Consiglio UE che riguarda proprio la neo ‘Sorveglianza con riconoscimento facciale’.

A questo proposito vi proponiamo la lettura – cliccando sul link   in basso – di un istruttivo articolo pubblicato dal sito di contro-informazione scientifica ‘NoGeoingegneria’, titolato proprio “La UE vuole la sorveglianza con riconoscimento facciale”.

 

LINK

L’UE VUOLE LA SORVEGLIANZA CON IL RICONOSCIMENTO FACCIALE


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