Com’è buona lei. Melonimania

Con un colpo di spugna, come una veloce strusciata del cancellino sulla lavagna dei cattivi. il mimetismo dei media italiani (all’estero tira ben altra aria) la Meloni è diventata ex abrupto un fenomeno. Prima donna premier e poi “vuoi vedere che l’Italia è finita nelle mani giuste?”. Tutto dimenticato nel far credito alla menzogna “Sono stata contro ogni forma di dittatura, compreso il fascismo”. E chi era una gemella la giovane dirigente della Fiamma Tricolore, di Allenza Nazionale? Era una sosia la scalmanata Giorgia euforica per la presenza ai suoi comizi dell’estrema destra (Casa Pound, Forza Nuova)? Ha mai condannato le quotidiane violenze di neofascisti, l’assalto squadrista alla sede della CGIL, l’ingerenza americana di Bannon nelle faccende politiche italiane, il razzismo di Trump? E nello sproloquio privo di concretezza per le emergenze italiane come mai il suo ‘no’ di ieri all’antifascismo?

A un occhio esperto non è sfuggito il cambio di passo dell’intero sistema informatico italiano. Apertamente, o più sottilmente, l’anomala, affrettata empatia per la ‘borgatara’ ha investito TG e programmi d’informazione affini, tutti filo governativi o quasi, nel timore di epurazioni o nella speranza di ottenere premi di fedeltà.

Non è indispensabile un background di studi sulle comunicazioni non verbali per emettere la diagnosi sull’atteggiamento per nulla istituzionale della borgatara della Garbatella, che avrà, forse, doti di condottiera, ma denuncia forti limiti di bon ton. Immagini di tutti i suoi predecessori presidenti del consiglio raccontano che esaurito il rito delle dichiarazioni programmatiche hanno ascoltato senza un minimo cenno di dissenso, tanto meno di scherno, le repliche delle opposizioni. [Già le urla scomposte esibite al comizio a Marbella davanti ai fascisti di Vox e quel selfie auto esaltante di “Yo soy Giorgia…”, hanno fornito un esempio della sua evidente tendenza alla violenza. Ieri, specialmente durante il duro intervento di Conte, la presidente non ha smesso un attimo di riderne, di gesticolare, di commentarlo con Salvini. Più scorrettezza istituzionale di così…

Nel giorno della palese finzione tesa a far credere al nuovo look (ma è immutato il parafascismo), le ultra moderate dichiarazioni programmatiche di “Io sono Giorgia” hanno coinciso con due episodi clamorosi. Gi studenti della ‘Sapienza, che contestavano pacificamente un incontro nell’università di Fratelli d’Italia, sono stati manganellati con inaudita violenza dalla polizia. Deboli con i fascisti e i No Vax, forti con gli studenti. Il neo ministro dell’Interno, smentito da innumerevoli testimonianze, ha commentato: “La polizia ha sventato assaltio!!!” e l’Italia è tornata indietro, ai tempi cupi di Scelba, della carneficina alla scuola Diaz di Genova. E poi: si è consumato nel mare italiano un nuovo ‘caso’ di respingimento di navi salva vita, impedite (Salvini-Piantedosi) ad attraccare con il loro carico di umanità.

Certo, è stata sfortunata la premier, immediatamente smentita dai fatti. Se il cattivo giorno si vede dal mattino, nessun dubbio, assisteremo al progressivo sgretolarsi del castello di mistificazioni costruito dalla destra, che purtroppo si avvantaggia delle incomprensibili titubanze del Pd. Ma come? Alla sconfitta bruciante del 25 settembre, alla continua picchiata in basso dei consensi, Letta e i vertici dem rispondono con l’annuncio di un congresso da tenere nientemeno che in primavera e si impantanano in un toto segretario, come se la rifondazione della sinistra fosse condizionata dall’elezione di Bonaccini o della Schlein.


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