Ah, ah: vota e fai votare il “Partito della follia”

“Io sono Giorgia” che Papa Bergoglio dovrebbe scomunicare per usurpazione indebita dell’uso di “cristiana” sembra si sia data alla lettura, per colmare lacune giovanili e ha preso in prestito da una biblioteca dei ragazzi il capolavoro di Collodi. Fortemente influenzata dal protagonista lo imita mattino, pomeriggio e sera. Dice bugie e con sgomento, rimirandosi allo specchio prima di un selfie da postare per i suoi followers, scopre che il suo nasino è diventato un nasone alla Pinocchio. Racconta chi le è vicino. la borgatara si è pentita di aver mentito sulla stretta connessione di Fratelli d’Italia, ampiamente documentata, con il neofascismo che appesta la democrazia italiana, ma che ormai la frittata è fatta e allora, pazienza, naso lungo venti centimetri e divieto di fotografarla di qui al 25 settembre.

Ingenui che siamo: all’ironia sarcastica sulla velleità di competere per il Senato di “Meno male che Silvio c’è”, lui ha risposto con lo scoop della candidatura per Palazzo Madama. Ci aveva illuso del meno peggio.  Gli italiani, non dimenticano l’insulto “Chi vota a sinistra è un co…one”, che si tratta di un impresentabile, condannato e tuttora sotto processo. Ma ci ha illuso. Intendeva da subito perché intendeva di alzare l’asticella e puntare al Quirinale: di qui la proposta di sloggiare Mattarella e affidare al popolo la sua nobile candidatura di politico tutt’altro che di garanzia, di super partes, ruolo svolto a livelli altissimi dall’amatissimo presidente in carica. L’ipotizzata elezione diretta del capo dello Stato, ecco cosa trama il Berlusca (“Mattarella via se passa il presidenzialismo”), gli fa supporre che se gli italiani votassero in prevalenza a destra, potrebbero perfino vederlo inquilino del Quirinale!

Detto che provoca seri disturbi gastrici, sembrerebbe inesorabile lo scivolamento della sinistra sulla deriva politica della moderazione. E per contrasto, l’ostracismo di Letta in dissonanza con il centrismo di Calenda, Conte e Renzi somiglia molto a un harakiri. Si capisce lo sdegno dei ‘compagni’ per un sodalizio impuro, ma come non riflettere sul peggio catastrofico della destra al governo? Il boccone amaro va mandato giù per scongiurarlo. Nel frattempo resterebbe da ristrutturare ancora una volta l’ex Pci, affidando il gravoso compito a un leader di adeguata levatura politica e operativa.

Toh, chi si rivede, il Mastella Clemente (e signora), politico per tutte le stagioni (e signora), si presentano con “Mastella, noi di centro europeisti”. Tale Paragone, di sicuro follower di Boris Johnson, concorre con l’irricevibile follia di ‘Italexit’, ma ci fa esultare il carnevalesco exploit di Giuseppe Cirillo, psicosessuologo, fondatore del ‘Partito della FOLLIA creativa’. A far sul serio, nel teatrino delle marionette, contribuisce chi ha presentato la candidature di una neo DC (addirittura due liste), la proposta ‘Pannella’, il fortemente velleitario “Cambiamo’ di Toti, il ‘Free’ di un ex leghista stufo di fake news e gossip, il partito ‘Gay’  e per far contenta la Meloni, il tandem ‘Alternativa per l’Italia / ‘No green pass’ del trogloditico Mario Adinolfi e del neofascista Di Stefano (Casa Pound). Saccheggiato perfino l’Inno di Mameli, con un patriotico ‘L’Italia si è desta’. Ahi, ahi…


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