I piani della NATO per strappare Kaliningrad alla Russia

Dal 17 giugno, il governo della Lituania ha posto un divieto di transito sulle merci non essenziali dirette verso l’exclave russa di Kaliningrad, territorio situato proprio tra la repubblica baltica e la Polonia. Secondo quanto dichiarato da Gabrielius Landsbergis, ministro degli Esteri di Vilnius, questa decisione è stata presa su indicazione della Commissione Europea.

Il blocco del flusso di merci verso Kaliningrad dimostra innanzi tutto come la Lituania, insieme alla Polonia, sia sempre in prima linea tra i Paesi che applicano una politica aggressiva contro Russia e Bielorussia, come dimostrano gli avvenimenti non solo degli ultimi mesi, ma degli ultimi anni. In secondo luogo, è chiaro come il blocco dell’exclave russa venga utilizzato dalle forze dell’imperialismo occidentale a guida statunitense per fare pressioni contro Mosca, ma anche per provocare grande disagio nella popolazione locale, forse al fine di provocare una sommossa contro le autorità russe o di allargare l’attuale conflitto ucraino verso nord.

Anton Alichanov, governatore di Kaliningrad, ha immediatamente reagito affermando chele misure prese dal governo lituano sono illegali e contrarie alle disposizioni dell’accordo sull’adesione della Lituania all’Unione Europea. Alichanov ha sottolineato che i firmatari dell’accordo del 2004 sull’adesione della Lituania all’UE hanno riaffermato che “applicheranno in pratica il principio della libertà di transito delle merci, compresa l’energia, tra la regione di Kaliningrad e il resto del territorio russo“. “In particolare, confermiamo che ci sarà libertà di tale transito e che le merci in tale transito non saranno soggette a ritardi o restrizioni inutili e saranno esenti da dazi doganali e dazi di transito o altri oneri relativi al transito“, ha aggiunto il governatore, citando il documento firmato da Mosca, Vilnius e Bruxelles.

Nikolaj Patrušev, capo della sicurezza russa, ha rivelato particolari scottanti che potrebbero rivelare i veri piani delle potenze occidentali, ovvero quelli di sfruttare la situazione di crisi per strappare il controllo di Kaliningrad alla Russia e “restituirlo” alla Germania, che lo controllava fino al 1945 con il nome di Königsberg. Secondo Patrušev, le potenze occidentali – in particolare Stati Uniti, Regno Unito, Belgio e Svezia – avrebbero finanziato alcune organizzazioni non governative (ONG) che avevano come obiettivo quello di trasformare Kaliningrad in una regione autonoma tedesca. Inoltre, Patrušev ha rivelato che i servizi segreti polacchi hanno raccolto informazioni con l’obiettivo di provocare una sollevazione popolare, una sorta di “rivoluzione colorata” localizzata nella sola Kaliningrad.

Le rivelazioni del capo della sicurezza russa non possono che confermare ciò che affermiamo da anni, ovvero che la NATO sta mettendo in pratica un piano per attaccare la Russia da più parti. L’attuale situazione ucraina ne è solamente la manifestazione più visibile, ma episodi di questo tipo si sono verificati negli ultimi anni in tutti i Paesi confinanti con la Russia. In quest’ambito rientrano, tra le altre cose, le sommosse popolari in Bielorussia e Kazakistan, il cambio di governo in Kirghizistan o ancora la riesplosione del conflitto tra Armenia e Azerbaigian, oltre agli episodi precedenti delle “rivoluzioni colorate” in Ucraina e Georgia.

Le potenze occidentali continuano a provocare Mosca sperando in un passo falso del governo russo, al fine di accusarlo ancora una volta di ogni male. Del resto, non ci si può certo aspettare che la Federazione Russa resti a guardare, mentre viene attaccata da più fronti: “Sia la Lituania che l’UE sono state informate tramite le loro missioni diplomatiche a Mosca che tali azioni sono inammissibili e che le misure intraprese dovrebbero essere ribaltate e la situazione messa di nuovo sulla strada legale e legittima. Se ciò non dovesse essere fatto, allora, ovviamente, saranno inevitabili mosse di ritorsione”, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Marija Zacharova.

Dmitrij Peskov, portavoce del Cremlino, ha a sua volta sottolineato la natura illegale del blocco imposto contro Kaliningrad, ed ha inoltre affermato che le misure coercitive prese dalle potenze occidentali non avranno l’effetto di modificare la politica russa, ma solo di aumentare la tensione nella regione: “Naturalmente, questo non può scuotere la nostra risoluzione di difendere con sicurezza i nostri interessi, ma aggiunge tensione. Cresce l’incertezza su quali scenari stanno sviluppando e preparando questi agenti anti-russi a Washington, Vilnius, Bruxelles. Ma noi, come dicono, abbiamo le nostre armi a disposizione e le misure di ritorsione contro l’Unione Europea sono inevitabili“.

L’influenza degli Stati Uniti negli affari europei è enorme oggi. I Paesi europei hanno in gran parte perso l’indipendenza nel processo decisionale di politica estera. Vedo questo come un altro esempio di guerra ibrida, che i paesi della NATO e dell’UE hanno dichiarato alla Russia“, ha aggiunto Peskov.

Il Cremlino non esclude la possibilità che la Lituania revochi le sue restrizioni al transito nell’exclave baltica russa, ma si sta preparando al peggio: “Non escludiamo nulla. Speriamo nel meglio e ci prepariamo al peggio. Ed è esattamente quello che stiamo facendo ora“, ha detto il portavoce.

Il caso di Kaliningrad mostra ancora una volta quali sono le potenze guerrafondaie che stanno contribuendo a far salire la tensione nell’Europa orientale: non la Russia, che si limita ad agire lungo i propri confini per difendere i propri interessi nazionali e quello delle popolazioni russe che abitano quei territori, ma gli Stati Uniti e i loro vassalli europei, che continuano a lanciare provocazioni di ogni genere contro Mosca, intensificando sempre più la guerra ibrida non dichiarata contro la Federazione Russa.

 

FONTE

https://giuliochinappi.wordpress.com

 


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