SOS ARMI IN UCRAINA / PER L’INTERPOL FINISCONO ALLE MAFIE

Voci sempre più allarmistiche, perfino dagli Stati Uniti, sulle reali destinazioni delle armi inviate in Ucraina.

Lo rivela, ad esempio, il ‘New York Times’ che cita fonti dell’intelligence americana le quali spiegano che, nonostante le forniture di Washington non si siano mai fermate, anzi, siano andate avanti a ritmi sempre più serrati, “il governo e i vertici militari di Volodymyr Zelensky limitano le informazioni da fornire agli alleati. Tra briefing poco frequenti e aggiornamenti mai forniti, gli statunitensi non possono dire con certezza che fine facciano le armi che inviano nel Paese in guerra con Vladimir Putin”.

Ai confini della realtà. O quasi.

Paradossalmente – aggiunge il NYT – “a Washington arrivano più segnalazioni sui movimenti e i piani di Mosca che sugli ucraini!”.

Così continua il reportage: “I governi spesso nascondono informazioni per motivi di sicurezza operativa. Ma queste lacune informative all’interno del governo degli Stati Uniti potrebbero rendere più difficile per l’amministrazione Biden decidere come indirizzare gli aiuti militari, visto che invia miliardi di dollari in armi all’Ucraina”.

Rincara la dose ‘The Times’ che intervista un ex alto funzionario dell’intelligence a stelle e strisce, Beth Sanner, il quale dichiara: “Quanto sappiamo davvero di come sta andando l’Ucraina sul campo di battaglia? Riesci a trovare una persona che ti dirà con sicurezza quante truppe ha perso l’Ucraina, quanti pezzi d’equipaggiamento ha perso l’Ucraina?”.

Secondo altre fonti, l’opacità e la segretezza degli apparati ucraini  sta addirittura obbligando gli ‘amici’ e ‘fornitori di armi’, cioè il Pentagono e i servizi d’intelligence Usa, a “cercare di carpire ciò che possono da altri Paesi che operano in Ucraina, nel corso delle sessioni di addestramento con gli ucraini. In sostanza, le autorità ucraine non vogliono dare informazioni che potrebbero incoraggiare gli Usa e gli alleati occidentali a rallentare il flusso d’invio delle armi”.

Gianandrea Gaiani

Di tono ancor più preoccupato quanto scrive il sito di geopolitica militare ‘Analisi Difesa’, che si focalizza soprattutto sul fatto che ingenti quantitativi di armi finiscono in mani che più sporche non si può, come quelle delle mafie, ucraina e non solo.

Scrive il 2 giugno l’editorialista, Gianandrea Gaiani. “L’allarme lanciato l’11 marzo da ‘Analisi Difesa’ circa il rischio che molte armi fornite dalle nazioni UE/NATO all’Ucraina possano finire nelle mani della malavita organizzata di Kiev, trafficanti senza scrupoli, milizie e gruppi terroristici, ha trovato recentemente spazio su alcune testate statunitensi quali il ‘Washington Post’, e nei giorni scorsi si sono avute autorevoli conferme dal vertice dell’Interpol”.

Continua la minuziosa ricostruzione di Galati: “Molte delle armi inviate in Ucraina finiranno per arrivare in mano ai criminali in Europa e altrove. E’ l’allarme lanciato dal segretario generale dell’Interpol, Juergen Stock, che ha sollecitato i Paesi ad iniziare a esaminare i database sul monitoraggio degli armamenti, spiegando ai giornalisti che ‘l’elevata disponibilità di armi durante l’attuale conflitto comporterà la proliferazione di armi illecite nella fase successiva al conflitto”.

“I gruppi criminali organizzati saranno potenziati dalla disponibilità di armi, ha avvertito. ‘I criminali sono già ora, qui mentre parliamo, concentrati su questo’, il suo monito”.

“Anche le armi usate dai militari, le armi pesanti, saranno disponibili sul mercato criminale, avverte Stock. ‘I criminali di cui sto parlando operano a livello globale, quindi queste armi verranno scambiate tra i continenti’”.

Juergen Stock

Analizza ancora Gaiani: “Valutazioni e allarmi circa i rischi legati alle forniture di armi che purtroppo non sembrano trovare molta attenzione presso i vertici politici e istituzionali occidentali che cedono migliaia di sistemi d’arma sofisticati ad una nazione in guerra senza nessun controllo circa la loro destinazione, che potrebbe collassare da un momento all’altro, ha il tasso di corruzione più elevato d’Europa e una malavita organizzata ben ramificata nei santuari del jihadismo in Caucaso e in Medio Oriente. Non è un caso che in alcuni ambienti stia trapelando l’interesse per missili anticarro e antiaerei arrivati in Ucraina da parte di organizzazioni mediorientali pronte a pagare cifre rilevanti in contanti”.

Intanto il guitto-presidente Zelensky, un giorno sì e l’altro pure, fa la voce sempre più grossa per ricevere armi, armi e ancora armi…


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