YEMEN / CONTINUA LA STRAGE DI CIVILI. E NESSUNO ALZA UN DITO

La strage totalmente dimenticata dal mondo.

E’ quella che – nel più completo disinteresse mediatico internazionale – si sta verificando in Yemen, dove da ben sette anni l’Arabia Saudita, in combutta con Stati Uniti e Gran Bretagna, sta letteralmente sterminando la popolazione yemenita.

Pensate che qualcuno abbia alzato un dito per invocare l’intervento della ‘Corte dell’Aja per i crimini contro l’umanità’?

O le altre autorità farlocche sbarcate in tempo reale nelle terre ucraine a caccia dei killer agli ordini del feld-macellaio Vladimir  Putin? Macchè. Un muro di gomma.

Perché – la storia ormai lo stra-insegna – gli Usa non hanno mai subito alcuna conseguenza penale internazionale, figurarsi mai una condanna, per le decine e decine di massacri, di stragi, di guerre, di invasioni, regolarmente intraprese per “esportare libertà e democrazia” e regolarmente inventando di sana pianta i ‘motivi’ delle aggressioni, come s’è visto in modo clamoroso con l’Iraq di Saddam Hussein, le cui ‘armi nucleari’ sono state partorite dalle fervide menti del Pentagono, del Dipartimento di Stato e del Foreign Office (in quest’ultimo caso con il contributo decisivo dell’allora premier inglese Tony Blair, un ‘Liar’ (bugiardo) in piena regola.

Ma torniamo alle tragiche cifre nere dello Yemen, fornite da un osservatorio internazionale indipendente, l’Humanity Eye Center for Rights and Development (EHCRD).

L’aggressione allo Yemen è iniziata a marzo 2015, con l’obiettivo di riportare al potere l’ex presidente Abdu Rabu Mansur (poi latitante) e dare il colpo di grazia al movimento popolare per il progresso dello Yemen, ‘Ansarollah’. Uno scenario che dava grande fastidio al colosso saudita e ai suoi grandi sponsor politici, Usa e Gran Bretagna, anche oggi sempre più fianco a fianco nel volere l’annientamento della Russia.

Eccoci alle fredde cifre, che fanno davvero rabbrividire.

In 7 anni di conflitto quasi 50 mila yemeniti hanno perso la vita o sono stati gravemente feriti. Per la precisione, si tratta di 18 mila morti e di oltre 29 mila feriti

I bimbi che hanno perso la vita sono oltre 4.000, e la cifra di quelli feriti supera quota 4.500.

2.500 le donne morte e 3.000 quelle ferite.

I paragoni numerici in caso di conflitti sono sempre inappropriati. Perché anche una sola vittima rappresenta un orrore. Comunque, se paragonate le cifre ‘ufficiali’ sui morti, fino ad oggi, in Ucraina fornite da una fonte che più super partes non si può, l’ONU, e quelle appena viste, di fonte ‘EHCRD’, non c’è raffronto.

Caso mai, se c’è un raffronto da fare, è quello con il numero (molto simile) dei morti in Donbass, a partire dal 2014, quando l’Ucraina, dopo il golpe di Maidan, ha iniziato a sterminare le popolazioni locali di ispirazione filo-russa: un genocidio di serie B, quello perpetrato sempre su imput angloamericano, ed of course ‘oscurato’ dai media occidentali

Proseguiamo con la carrellata di distruzioni nel povero e dimenticato (da tutti) Yemen.

William Gressly

Nell’arco degli stessi tragici 7 anni di invasione e massacri, sono state distrutte 600 mila abitazioni, 400 ospedali, 182 edifici universitari, 1.600 moschee, 375 strutture turistiche, 1.200 centri di formazione, 140 impianti sportivi, 254 siti storico-archeologici, 60 centri tv-radio, quasi 1000 aziende agricole.

Anche le principali infrastrutture sono state messe KO. 15 aeroporti, 16 porti, 340 centrali elettriche, quasi 7.000 tra strade e ponti, 2900 fonti di stoccaggio dell’acqua, oltre 2000 edifici governativi. L’elenco fornito da ‘EHCRD’ non è certo finito qui. Prosegue con oltre 400 stabilimenti industriali, 12 mila esercizi commerciali, oltre 400 allevamenti di bovini e polli, quasi 1000 automezzi e altrettanti mezzi di trasporto per generi alimentari, 700 mercati, 480 pescherecci, oltre 1000 piccoli negozi alimentari, 420 distributori di benzina.

Le grandi nazioni se ne fregano, se ne lavano pilatescamente le mani. Solo dalle Nazioni Unite – che già contano come il due di briscola – qualche pigolio. Osserva infatti il Coordinatore dell’ONU per gli Affari Umanitari nello Yemen, William Gressly: “L’aggravarsi della crisi umanitaria in Yemen è una realtà che dobbiamo affrontare con urgenza”, è il ritornello intonato da mesi e mesi: totalmente inascoltato. Proprio come se quella guerra, quello sterminino sistematico scientifico, chirurgico non esistesse.

Eppure, il solerte funzionario Onu quei numeri li conosce, e bene. Tanto da rammentarne alcuni: “Quasi 23 milioni di persone già affrontano livelli di bisogno acuto. Ci sono circa 160 mila persone che affrontano la fame più estrema, con 2 milioni e 200 mila persone gravemente malnutrite, di cui oltre mezzo milione a livelli gravi. “Numeri sbalorditivi”, commenta.

Ma cosa fa l’ONU?

Cosa fanno le Nazioni Unite per convincere a cambiar rotta i paesi che se ne strafottono dello Yemen e pensano unicamente ad armare fino ai denti l’Ucraina per scatenare un conflitto mondiale finale?

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