Si ribella la redazione, probabilmente la sua componente emarginata dal raid di Elkann, che ha annesso ‘la Repubblica’ al famelico Gedi, polo editoriale della multinazionale automobilistica di cui è socia privilegiata la Fiat. La protesta, in sordina dal tempo dell’acquisizione ‘confindustriale’ della storica testata, si manifesta in questi giorni, fomentata dall’ultimo siluro della proprietà, che decide di far tacere la voce libera, scomoda dell’Espresso, con la vendita a un gruppo editoriale specializzato in campo finanziario. Oggi Repubblica non è in edicola. Il numero uno dell’Espresso è di 67 anni fa e in più di mezzo secolo ha dato voce alla sinistra, unico strumento in contrapposizione con periodici di segno opposto. Le ragioni dello sciopero indetto dal comitato di redazione: “La vendita, negata fino a 48 ore prima, avviene mentre l’Europa è sconvolta dalla guerra in Ucraina e i nostri inviati sono impegnati a raccontare quanto avviene. È un atto grave che mette a repentaglio il futuro di tutto il gruppo Gedi. La proprietà conferma una strategia di riorganizzazione basata prevalentemente su tagli, ridimensionamento, cessioni di testate, accorpamenti di rami d’azienda e uscite incentivate del personale. Oggi pagano i colleghi dell’Espresso, a cui va la solidarietà di Repubblica e l’impegno al massimo sostegno possibile. La deriva che non può essere ulteriormente accettata in silenzio”. E si ricorda che l’ex direttore del quotidiano, Carlo Verdelli, è stato messo alla porta da Elkann proprio nel giorno in cui, aveva ricevuto minacce, in cui sarebbe dovuto morire. Al suo posto il collaudato direttore della Stampa, quotidiano della Fiat. Tre i giorni di sciopero indetti, il primo oggi.
Scelti tra i commenti: Fortunato Morina “Vuol dire che dovrò leggere i quotidiani tedeschi, alcuni sono ancora indipendenti. / Elena Dessì “Finalmente una cosa di sinistra! (lo sciopero, ndr)
Ps Per solidarietà nei confronti dei giornalisti dell’Espresso, oggi stop ai miei articoli quotidiani e un abbraccio virtuale a tutte le donne nel giorno a loro dedicato.
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