La vecchia, gloriosa ‘ANPI’, ossia l’associazione nazionale dei partigiani, a proposito dell’Ucraina scopre l’acqua calda, osserva che il re è nudo ma viene attaccata in modo scriteriato da Matteo Renzi quasi si trattasse di una cellula terroristica.
Proprio quel Renzi che aveva solennemente promesso di ritirarsi dalla politica se avesse perso il famoso referendum anti
Costituzione. Non l’ha fatto, non ha tolto il disturbo e, al contrario, continua a blaterare: come adesso contro la povera ANPI che dice ovvietà.
Riassumiamo i fatti.
Il 22 febbraio l’associazione fa un comunicato in cui invita alla calma, alla pacificazione, a non usare le armi. Ma osa osservare che gli eventi ucraini sono anche causati “dal continuo allargamento NATO ad est, vissuto legittimamente da Mosca come una crescente minaccia”.
E osa chiedere al presidente Usa Joe Biden che “cessi sia le clamorose ingerenze nella vita interna dell’Ucraina iniziate fin dai tempi di Maidan, quando nel governo ucraino entrò la statunitense Natalia Jaresco, sia le sue dichiarazioni belliciste e le sue ininterrotte minacce nei confronti della Russia”.
Apriti cielo. Imbufalito, il capo di Italia Viva, forte del suo uno e qualcosa nei consensi, dagli spalti della sua assemblea nazionale (lui, la Boschi e la Belladonna) carica il cannone e spara: “Le dichiarazioni dell’Anpi sul conflitto sono vergognose. I partigiani di 70 anni fa avrebbero saputo da che parte stare. Attaccare gli americani significa essere indietro con le lancette della storia. La posizione filoatlantica molto chiara di Enrico Letta spazza via ogni incertezza sulla posizione del PD”.
Siamo sicuri di una cosa: quei partigiani di 70 anni fa non avrebbero neanche rivolto una parola ad un guitto come Renzi.
Le lancette della storia, dal canto loro, se ne fregano altamente del parere di un totale ignorante circa gli accadimenti storici degli ultimi trent’anni.
I pareri espressi dai vertici del PD, Letta e Fassino su tutti, si connotano per una totale, becera genuflessione nei confronti del Padrone Americano. Un servilismo sciocco di tal fatta, francamente, non s’era mai visto.
Ad ogni buon conto l’ANPI è tornata sul tema e il suo presidente, Gianfranco Pagliarulo, nel ribadire la condanna per l’invasione e l’auspicio di un immediato cessate il fuoco con una riapertura dei canali diplomatici, ha osservato: “Ma non commettiamo l’errore di vedere solo bianco e nero. Oggi Estonia e Lettonia hanno le basi NATO ai confini con la Russia, sarebbe strano immaginare che la Russia non avrebbe reagito”.
E ancora: “Non commettiamo l’errore di dimenticare che la NATO è più volte intervenuta in violazione della sua missione, che è l’esclusiva difesa dei confini dei Paesi aderenti. E’ ora di finirla con sciocche polemiche”.
Prima di parlare, però, non ha chiesto l’ok all’ex premier.
Ri-lesa Maestà?
P.S. Nella foga anti-Anpi c’è cascato pure il Corriere on line. Che ha attribuito le prime dichiarazioni sull’Ucraina all’ex presidente dell’Associazione partigiana, Carla Nespolo.
La quale difficilmente può averle rilasciate, perché è passata a miglior vita quasi un anno e mezzo fa, il 4 ottobre 2020.
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