Febbraio 2022 col botto ed esplosione della pandemia buonista.
Il papà di tutti gli italiani, Sergio Mattarella, non abbandona la barca ancora alle prese con la tempesta, torna a vestire i panni del Salvatore, sente il Dovere che gli arde in corpo e compie la nuova Mission.
E nel dì del giuramento apre il suo cuore, il vero ‘Cuore’ che neanche il De Amicis più in forma sarebbe stato capace di immaginare.
Un dream a tutto campo, perché bontà e ‘canoscenza’ finalmente trionfino sugli egoismi fino ad oggi imperanti, affinchè quelle belve e quelle ‘fiere’ che fino ad oggi hanno dettato legge miracolosamente s’ammansiscano, perdano quel brutto pelo e quegli orrendi vizi sempre palesati.
Grazie, babbo Mattarella, per esser giunto a miracol mostrare. E ad imporre la tua legge del bene al popolo (un po’ bue) che l’aspettava da sempre, ma era quasi incapace, ormai, di chiederla. E fuori quegli empi profeti dal tempio, venuti a mercanteggiare il vostro futuro, a tiranneggiarvi, ad opprimervi sotto i più impensabili gioghi.
Vi libero io, genti, da quei ceppi e quei fardelli: d’oggi in poi, e per almeno sette anni, scriveremo il nostro, il vostro futuro insieme.
E l’altro vostro nonno-papà, quel Mario Draghi che lancia sempre fuoco e fiamme, continuerà a farlo, perché non può dismettere quel suo real ruolo, ma lo farà – sappiatelo sempre, è Sergio che ve lo promette – per il vostro bene. Qualunque decisione, qualsiasi provvedimento, anche il più apparentemente duro o iniquo, sarà fatto a fin di bene: il vostro.
Sarà un futuro dorato, ora che la pandemia sta diventando mansueta, e per voi stiamo già preparando, insieme all’amico d’America Bill, la magica pozione per non pensarci più tutta la vita: we have a dream, il vaccino universale, una volta l’anno e tutti i virus, i batteri, le pandemie andranno finalmente, per sempre, all’inferno. O, se preferite, a farsi benedire.
E benedetto sia anche quel chip che tutti potrete avere presto al polso, come una volta si usava con l’orologio. Così non dovrete più preoccuparvi di niente, ci penseremo noi, la dose universale ogni primo ottobre e man mano, cammin facendo, altre gocce di vita, pozioni miracolose, per infondervi serenità e tranquillità quando le preoccupazioni incalzano e i problemi vi assillano. Tutto risolto, da lontano, da remoto come si dice, una dad salutare e continua.
Bricconcello, quel Fiorello, che ironizza sui cari chips (e i fish?) e i poteri forti dal palco di Sanremo, che mi è tanto caro. Quella telefonata mi è sgorgata proprio dal cuore, è stato il primo pensiero appena tornato sul mio Colle, non poteva esserci alcun atto, alcun provvedimento più giusto di una telefonata all’amico di sempre Amadeus, che consiglierò a Super Mario come ministro della Cultura nel prossimo rimpasto, il minimo che io possa fare per lui e per il Paese.
Finito qui, il Dream? Manco per sogno, è proprio il caso di dire.
Perché l’altro botto, quello del secolo, che diciamo, del millennio è pronto per essere servito.
Papa Francesco guest star da Fabio Fazio: pensate un anno fa, leggere una notizia del genere. Ti avrebbero preso per pazzo e rinchiuso nel primo manicomio aperto per l’occasione. Da Tso garantito, con tanto di sirene spiegate del 113.
No, oggi quella fantasia distopica diventa realtà. Sua Santità, in carne ed ossa, sale in macchina, arriva negli studi Rai, prende il caffè, fa due chiacchiere con l’anchorman in barbetta, va sotto i riflettori.
Poi risponderà alle domande sul destino del mondo, dirà la sua su questa malandata umanità, proverà a confortare e spronare i diseredati, chiederà a chi non vede di aprire finalmente gli occhi, a chi non ha voce di cominciare ad urlare, a chi non cammina – lazzaro tra i lazzaroni – di iniziare a correre.
We have a dream: possibile che per miracolo, un bel giorno, le impietrite parole si trasformino miracolosamente in idee, in azioni, in cose concrete sempre sopite e d’incanto ridestate?
Fuor di metafore. Gli ultimi interventi di Bergoglio, anche quello di poche ore fa, hanno il profondo sapore della verità, del coraggio rivoluzionario di voler cambiare, sul serio, lo stato delle cose, di capovolgere le totalmente inique leggi del mondo d’oggi. Si avverte, palpabile, la sincerità, la schiettezza di un impegno autentico verso la conquista più grande, su questa terra: la giustizia sociale. In cristiana attesa di un futuro ‘altro’.
Parole ben diverse da quelle che può pronunciare il Mattarella di turno, cui va pur riconosciuto di essersi appena un po’ liberato di quella corteccia mummificata in cui s’è auto-imbalsamato per sette anni.
Tornando al ri-Capo, c’è da sperare che, in questi prossimi anni, prenda un po’ da Cossiga, procedendo giorno dopo giorno a ‘picconate’, per sgretolare man mano quei muri di gomma che da sempre cingono d’assedio il nostro massacrato paese.
Per dirne una: pochi mesi prima di lasciarci, Cossiga rivelò la connection di Ustica, con il missile francese che aveva abbattuto l’Itavia e 81 innocenti a bordo.
Perché il buon Matterella non prende l’abitudine di svelare agli italiani un mistero al mese sulle nostre Stragi e sui nostri Delitti di Stato?
P.S. Un piccolo consiglio a Fazio. Per favore, non faccia balenare a Bergoglio la sagoma della super star alla vaccinara Roberto Burioni. Si tratterebbe della più colossale bestemmia, una trappola infernale nella quale non è immaginabile far piombare il pontefice.
Non per l’affiliazione massonica di Burioni (è iscritto al Grande Oriente d’Italia ‘a sua insaputa’, perché ufficialmente lo nega), ma per le troppe gigantesche menzogne raccontate candidamente dal Vate di Vaccini & Provette nel corso delle sue comparsate domenicali.
Risparmiate almeno Sua Santità…
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