Il trend del momento è quello della migrazione tra vita offline e vita online, tra vita terrestre e quella in rete. Un cambiamento che, a pensarci bene, sta investendo tantissimi settori diversi: se prima si andava a scuola per seguire le lezioni, oggi basta accendere il computer e accedere a un meeting, se prima andare a lavoro voleva dire stare ore e ore dietro una scrivania in ufficio oggi basta essere collegati da casa. Un processo che sta toccando anche il settore del gambling, che durante la pandemia ha visto un lento ma inesorabile spostamento dal comparto fisico a quello online.
Per capire come assecondare questo cambiamento e come reinventare tutta l’industria del gioco si sono svolti diversi convegni e appuntamenti di aggiornamento. Uno tra questi è quello organizzato da Formiche, dal titolo “Il gioco buono. Il punto di vista degli enti locali”. Durante il convengo il direttore dell’Istituto di Ricerca SWG, Riccardo Grassi, ha commentato i risultati di un’indagine condotta parlando soprattutto, come spiega questo sito, di tre dicotomie nell’ambito dei giochi d’azzardo: il patologico-non patologico, il legale-illegale e infine il fisico-virtuale.
Il pericoloso ritorno del gioco illegale
La grande sfida del presente è quello di contrastare in maniera rapida e sicura il ritorno del gioco illegale nonché arginare con fermezza quello patologico. Per farlo sono stati proposti diversi accorgimenti normativi come ad esempio l’applicazione “Gioco Sicuro”, sviluppata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato per aiutare gli utenti a distinguere gioco legale e quello proibito. Una proposta interessante ma che ovviamente non può bastare e che dovrebbe essere accompagnata da una campagna di informazione e di comunicazione verso il giocatore, che il più delle volte si trova abbandonato a sé stesso.
L’ascesa del gioco online
L’altra grande novità del momento, come dicevamo in apertura, è la crescita del gioco online. La causa è da ricercare soprattutto nella pandemia da Covid 19 e le conseguenti chiusure e restrizioni. Con milioni di italiani chiusi dentro casa e impossibilitati a raggiungere centri scommesse e casinò terrestri, ecco che il gioco è passato per altri canali.
Una transizione complessa, questa, che rischia di mettere in crisi il rigido ma responsabile sistema normativo degli enti locali. Adesso occorre aggiornare il monitoraggio, la prevenzione dei soggetti fragili, l’orientamento delle leggi. Per questo diventa fondamentale riordinare il settore del gioco. Una sfida ardua, difficile, complicata: da un lato gli enti locali chiedono la diminuzione dell’offerta del gioco e maggiore chiarezza di norme, dall’altra ci sono le esigenze delle aziende del gambling che chiedono, ad esempio, di sospendere il divieto di pubblicità.
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.