CORTE EUROPEA DEI CONTI / SPESE PAZZE E SENZA CONTROLLO

La Corte Europea dei Conti? In buona parte composta da spendaccioni, a cominciare dal suo presidente, il tedesco Klaus Heiner Lehne.

Lo denuncia il quotidiano francese (un tempo d’area comunista) ‘Liberation’ che in un reportage ha fatto le pulci all’organismo comunitario che dovrebbe controllare la correttezza di conti, bilanci e tutto quanto fa ‘spesa’ a livello comunitario. Ma non c’è, a sua volta, alcun organismo che possa controllare e quindi mettere in discussione il suo operato. In questo modo i suoi componenti (27 in tutto) fanno un po’ quello che vogliono, e quindi spendono e spandono a loro piacimento.

Ecco alcune chicche disseminate nel dettagliato reportage.

Si parla, ad esempio, di “Premi abitativi per abitazioni fittizie”, di “abusi nelle note spese”, di “incarichi non verificati”.

Scrive il quotidiano parigino. “Alcuni membri della Corte, compreso il suo presidente, sarebbero privi dell’etica minima che ci si aspetta da loro: un buon terzo dei suoi 27 membri non è quasi mai presente nel Granducato ma percepisce comunque ingenti premi abitativi risiedendovi fittiziamente. Lehne ha un premio per l’alloggio di 325 mila euro annui, abusa di ‘spese di rappresentanza’, compie ‘missioni’ che nessuno controlla o utilizza i mezzi realizzati a loro disposizione, come le auto aziendali, per scopi privati”. Da vero Nababbo.

Una volta venuti alla luce questi fatti, Lehne è stato convocato per un’audizione davanti alla Commissione per il controllo dei bilanci del parlamento europeo, presieduta dalla tedesca e quindi connazionale Monika Hohlmeier.

A quanto pare, Herr Lehne ha potuto parlare liberamente per un’ora e mezzo senza essere mai interrotto e senza che gli venisse rivolta una sola domanda. Lui, ovviamente, ha negato tutto, senza peraltro fornire alcuna prova: così, sulla parola.

Commenta l’eurodeputato francese Pierre Karleskind, di La Republique en Marche (il partito di Macron): “In pratica, è come se l’eurodeputata tedesca Monica Hohlmeier avesse voluto dare una tribuna al suo concittadino” che è anche membro attivo del Partito Democratico Cristiano tedesco, la storica CDU, mentre Hohlmeier fa parte della CSU, ossia l’Unione Cristiano Sociale di Baviera.

Dice la sua in un tweet (e quindi non attraverso una dichiarazione ufficiale) Hohlmeier: “Secondo le mie indagini iniziali, molto di ciò che ha scritto Liberation è falso”.

Così si fanno le inchieste di corruzione, le istruttorie e le assoluzioni UE: con un tweet.

E a niente serve la immediata protesta di Karleskind: “In sole ventiquattr’ore l’ispettore Holhmeier ha completato la sua indagine e ha dato a Lehne un assegno in bianco”.

 

 

nella foto Klaus Heiner Lehne

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