FEDERICA DRAGHI / LA FIGLIA DEL PREMIER TUTTA BIOTECH & FONDI D’INVESTIMENTO

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L’irresistibile ascesa di Federica Draghi, la figlia del premier Mario e di Serena Cappello, nel dorato mondo dei fondi d’investimento.

Un mondo nel quale saprà infondere tutte le sue vaste competenze maturate nel settore biochimico e in quello delle biotecnologie.

Il percorso professionale, per certi versi, somiglia non poco a quello intrapreso ormai da anni – e con gran successo – da Heiko von der Leyen, il marito della potente commissaria UE, Ursula.

Ed è un binomio che più vincente non si può, quello tra scienza & finanza, in questi tempi di pandemia.

Ma vediamo più da vicino le tappe della carriera griffata Draghi junior (anche il fratello Giacomo è tutto banche & fondi, avendo lavorato ai vertici di ‘Morgan Stanley’ e per l’hedge fund ‘LMR Partners’).

 

UN CHILOMETRICO PEDIGREE

Si laurea in Biologia alla Sapienza di Roma, Federica, ottenendo un dottorato in Biochimica. E poi aggiunge un prestigioso MBA in ‘Business administration’ conseguito alla altrettanto prestigiosa ‘Columbia Business School’ di New York. Quindi un altro percorso post lauree e allori, stavolta a Cambridge come MRC.

Francesco Micheli. In apertura Mario Draghi e a destra la figlia Federica

Il suo esordio professionale avviene con la maglietta di ‘Windham Ventures Partners’, una società impegnata nella commercializzazione di tecnologie nel campo del ‘life science’.

Torna poi per una parentesi in ambito universitario, di nuovo alla Columbia, ed in particolare si rimbocca le maniche con ‘Science and Technology Ventures’, il technology transfer dell’ateneo statunitense.

Quindi il gran salto. Nel 2006, infatti, Federica Draghi entra in una delle più affermate sigle del biotech di casa nostra, ‘Genextra’, messa in campo da due autentici vip, uno in campo medico-scientifico e l’altro sul terreno finanziario: si tratta di Umberto Veronesi, fondatore dell’Istituto Europeo di Oncologia, e di Francesco Micheli, uno dei più poliedrici e acrobatici finanzieri (e perfino musicologo-musicista!) made in Italy. Un tandem che più vincente non si può.

 

LA RIGOGLIOSA GENEXTRA

All’interno di Genextra, la figlia del premier è stata responsabile degli investimenti e del ‘business development’, roba non certo da poco.

La stessa Federica ha fatto il suo ingresso in società con una piccola quota, pari allo 0,07 per cento: buona comunque per farsi le ossa.

E i risultati si sono presto visti, dal momento che ha poi conquistato il 2,6 per cento delle quote di ‘Innovheart’, una società controllata da ‘Intecept’, a sua volta riconducibile proprio a Genextra, come nei classici giochi di scatole cinesi.

Paolo Fundarò

Da non dimenticare, comunque, anche le apparizioni negli organigrammi

Congenia srl’, in qualità di ‘Chief Operating Officer’, e ‘Erydel’, nonchè

nel board di ‘Assobiotec’, l’associazione italiana per lo sviluppo delle biotecnologie’.

Nel pedrigree di Federica Draghi, poi, fa capolino in un’altra sigla che si occupa sempre di biotecnologie, la torinese ‘Metis Precision Medicine’ (MPM), costituita da Paolo Comoglio e Rinaldo Giovinazzo. La società, più in dettaglio, si occupa di sviluppare terapie di precisione in oncologia. La partecipazione azionaria di Federica anche stavolta è piccola, pari allo 0,11 per cento del capitale.

Su MPM ha puntato le sue fiche anche Paolo Fundarò, amministratore delegato della stessa Gexetra (come si vede, la stessa polare di questo accorsato firmamento societario). Fundarò, dal canto suo, è fresco numero due di ‘Italian Angels for Biotech’, la prima associazione di business angel dedita solo alla life science: nel suo cda siede anche Federica Draghi.

 

LE NEW ENTRY

Ed eccoci alle news che vedono in prima fila la figlia del premier.

Partiamo dalla primavera scorsa. Nasce il gruppo ‘Xgen partners’: e stavolta la voce in capitolo della rampante Federica è forte e sonante, dal momento che detiene il 30 per cento delle quote societarie. Un altro 30 per cento è nelle mani di tale Daniele Timothy Scarinci, mentre la maggioranza relativa delle azioni, con il 40 per cento, fa capo a Fundarò.

Pochi giorni fa, a fine ottobre, è stata poi tenuta a battesimo, davanti al notaio milanese Andrea De Costa, ‘Xgen Venture sgr’, società di gestione del risparmio che si occuperà di ‘fondi chiusi’. Il capitale di partenza è di 50 mila euro mentre il consiglio d’amministrazione è composto dagli stessi protagonisti di Xgen partners, ossia Draghi, Fundarò e Scarinci, ai quali si aggiunge un altro notaio milanese, Carlo Marchetti, e tale Carlo Michero.

Un uomo che conta, nella Milano da bere, il notaio Marchetti che alterna la passione per atti legali e carte bollate a quella per il calcio ed i biscotti. Sul primo fronte, infatti, siede su una poltronissima, quella di componente nel cda dell’Inter, ‘Fc Internazionale Milano’, per i suoi fans; mentre, su quello dolciario, fa parte del consiglio d’amministrazione della ‘Colussi’, lo storico biscottificio.

 

LIFE SCIENCE’, IL FONDO SUPERSTAR

Scopo base della neonata Sgr è quello di lanciare in grande stile un fondo, ‘Life Science’. Secondo il fresco verbale del cda, la società avrà “una politica di investimento focalizzata su start up e Pmi innovative ad alto contenuto tecnologico e/o in grado di definire nuove tecnologie, categorie e/o evoluzioni di prodotto nel settore life science, con particolare focus sulle terapie, farmaci, dispositivi medici, applicativi diagnostici e soluzioni nel campo digital healthcare”.

Carlo Marchetti

Non è certo finita qui. Perché il nuovo fondo superstar è decisamente intenzionato ad investire direttamente nel settore farmaceutico, nonché nel parafarmaceutico. Obiettivi davvero impegnativi, ma molto allettanti, soprattutto in tempi pandemia e a caccia di pillole & farmaci miracolosi.

In entrambe le nuove società, ossia ‘Xgen Venture Sgr’ e ‘Xgen Partners’,

Federica Draghi risulta consigliere delegato e ‘Key manager’.

La prima carica le consentirà di tuffarsi nelle relazioni istituzionali: con riferimento al settore di investimento, naturalmente. Ma già si profilano, all’orizzonte, non pochi possibili conflitti di interessi, facilmente immaginabili, visto il ruolo non marginale, sotto il profilo politico e istituzionale, del padre-premier.

Il neo consigliere delegato, secondo i compiti statutari, dovrà “presentare al consiglio d’amministrazione le opportunità di sottoscrivere, modificare o risolvere accordi di collaborazione con le imprese, le università, i parchi scientifico-tecnologici e i centri di ricerca”, nonché di “gestire i rapporti” con le stesse istituzioni, “finalizzati allo sviluppo di opportunità e idee di investimento per i FIA (fondi di investimento alternativi) istituiti e gestiti dalla società”.

In qualità di Key manager, invece, avrà anche la delega sul personale, con il potere di effettuare assunzioni, ma anche di trasferire e licenziare i dipendenti. E con gli altri soci dovrà “porre in essere ogni attività necessaria per promuovere e collocare le quote del Fondo” e “sottoscrivere ogni dichiarazione, atto o documento, nonché compiere tutte le attività e gli adempimenti cui il Fondo e l’attività di gestione del risparmio, in qualità di gestore dello stesso, siano tenuti per legge nei confronti delle autorità di vigilanza, delle camere di commercio e in genere delle pubbliche amministrazioni dello Stato”.

Ora questo ennesimo parto, ‘Xgen Venture Life Science’, è in attesa dell’ok per il decollo. Che arriverà presto dalla Banca d’Italia e dalla Consob.

C’è forse da dubitarne?

E poi, volare alto. Sempre più alto.

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