Ardua democrazia Usa

Dall’Olimpo, dove si dice che risiedano le divinità che tutelano, proteggono e promuovono la democrazia dei terrestri, il sommo tutore delegato a questo nobile obiettivo operi perché l’umanità non finisca nel tunnel senz’aria né luce di soggetti che remano contro i fondamenti della convivenza pacifica. Mai più…

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…mai più un pericoloso soggetto qual è Trump. È già maledettamente sovrabbondante la genìa di suoi omologhi, alcuni arcinoti come Putin, Erdogan, Orban, Bolsonaro,  al Sisi, i vertici di talebani e dell’Isis, e i loro soci di un club che inquina il mondo: nel loro piccolo, per non escludere l’Italia, i Salvini, Meloni e i gruppi di sostegno della destra neofascista. L’ovvia conseguenza di questo pio desiderio sarebbe il benvenuto negli States del democratico Biden, ma il brindisi per lo scampato pericolo riserva un risvolto imprevisto, non per il nostro Paese, che l’ambasciatore americano in Italia a suo tempo definì un docile alleato, disposto a “Fare tutto quello che vogliamo”, ora a glissare con palese benevolenza sulla deludente sequenza di scelte tutt’altro che democratiche del neo presidente Usa. Dopo vent’anni di occupazione militare Biden ha ordinato la fuga ingloriosa dall’Afghanistan, senza aver fatto compiere a quel disastrato Paese un solo centimetro in direzione della democrazia. Colluso con gli interessi miliardari di chi produce a commercia armi, in sintonia con il ‘satellite’ della Gran Bretagna, Biden ha promosso l’accordo che consente all’Australia di acquistare missili a largo raggio, di possedere e fabbricare sottomarini nucleari. L’alibi? La necessità di contrastare la potenza militare della Cina. I fatti? Fanno affari d’oro i Paesi che producono armi e specialmente l’industria bellica americana. Glaciale il silenzio italiano sull’intera faccenda. L’unica reazione arriva da Macron ma non è ideologica, è solorabbiosa protesta perché la Francia perde la ricca commessa di sottomarini di sua produzione. Le Drian, ministro degli esteri francese: “Biden? È come Trump. La grave crisi aperta dall’Australia, con la cancellazione di un contratto da 66 miliardi di dollari per l’acquisto di sottomarini francesi in favore di forniture Usa, influirà sul futuro della Nato”. Il patto ‘sommergibili’ è avvenuto oltre tutto senza coinvolgere l’Europa, che Biden ha detto di considerare secondaria, meno ‘interessante’ della questione asiatica. Alla patriottica contestazione di Macron sul ‘tradimento’ subito, si potrebbe, anzi si dovrebbe sovrapporre l’indignazione per la mancata chiusura della prigione lager di Guantanamo, la barbarie di alcuni Stati dov’è ancora in vigore la pena di morte, l’abbandono al loro triste destino di quanti hanno collaborato con il contingente militare americano in Afghanistan, il flop della lotta alla pandemia da Covid, dopo un avvio positivo della campagna vaccinale fa registrare un pericoloso flop. Dicono e nonne, nel loro semplice, efficace linguaggio “Se non è zuppa è pan bagnato”.


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