Alleluia, miracolo a Bibbona

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Arturo, acrobata da circo di periferia incanta i piccoli che lo guardano camminare sul filo, nonna Gertrude cade in ginocchio per grazia ricevuta dalla Madonna di Valpiano, che piange sangue e invocata ha compiuto il miracolo di far assumere il nipote mammone 35enne come portalettere.  Bazzecole, per carità, di fronte ai bizzarri prodigi che vivacizzano il trend della politica, non solo italiana. Per tutti, eclatante il caso del tycoon, individuo da bassifondi mafiosi, per fortuna del mondo (ecco il prodigio vero) surclassato da Biden come aveva auspicato l’America dei sani di mente. In piccolo, per dimensione e anagrafe della nostra democrazia, ancora imperfetta, l’Italia che dà credito al becero sovranismo leghista, al neofascismo razzista, omofobo, eversivo dei cosiddetti Fratelli d’Italia, all’evanescente centrodestrismo dei ‘meno male che Silvio c’è’. E che dire dei 5Stelle, di una loro involuzione che neppure il campione mondiale di contorsionismo saprebbe emulare? Dotati di un papà (definizione di sé coniata dal comico prestato alla politica per sviare il popolo dall’identità di padre padrone), Beppe Grillo è in fase di stress acuto per le note vicende familiari. Pur consapevole dello stato confusionale del Movimento e di non poter dividere il governo dei pentastellati con nessuno dei big, per assenza di leadership, ha visto avanzare spedita la candidatura dell’ex premier Conte a pilota della flotta grillina, snervata da beghe interne, contrasti correntizi e conseguente ridimensionamento di ‘like’ degli italiani. L’avvocato prestato alla politica, temprato dall’esperienza di due presidenze del consiglio e dotato di inaspettata assuefazione al ruolo di conductor, ha incontrato al momento giusto l’urgenza grillina di svicolare dalla crisi profonda del Movimento, affidando la terapia a un ‘medico’ credibile e largamente stimato, appunto a Conte. Il segretario in pectore dei Cinquestelle, ricevuto l’incarico di progettare il futuro pentastellato ci ha lavorato sodo per quattro mesi. Al momento di renderlo operativo è incappato nel fuori di testa del fondatore dei 5 Stelle: con la violenza di uno tsunami Grillo ha trasformato il credito riconosciuto a Conte in un attacco tanto violento quanto paranoico, condito di ironica insolente, forse per smistare l’attenzione dei media a distanza dal caso dello scapestrato rampollo, forse per il timore di aver ecceduto nel dare carta banca a Conte e di perdere visibilità personale. È scoppiata la guerra, Grillo ha perso la quota residua di self control. Ha praticamente accusato l’ex premier di essere assolutamente incapace del ruolo di leader del Movimento, anzi di essere comunque inadeguato e ha preteso di co-governare i pentastellati in tandem con Conte. Errore: non ha valutato il nerbo, la forte personalità dell’ex premier, il suo indice di gradimento rivelato dai sondaggi e dall’umore dei militanti.  Problema? Non per uno scaltro manovratore com’è Grillo, che ha confermato con significativa velocità di conoscere anche la strategia della retromarcia. Il sito Facebook del comico, le agenzie di stampa, le testate giornalistiche lo raccontano all’unisono: fine della guerra, pacificazione e un ‘volemese bene’ esemplare, un nuovo capitolo del romanzo italiano ‘Paese di Pulcinella’. Di positivo nel “Pace fatta Grillo-Conte”, titolo ricorrente dell’evento avvenuto nella tenuta grillina di Marina di Bibbona, c’è che la fermezza dell’ex premier (“Uno solo al comando, cioè io”) allontana il pericolo di fare il gioco della destra, in agguato per maramaldeggiare su avversari allo sfascio. Allora ecco l’attesa conferma sull’accadere di ‘miracoli’. Cos’altro è, se [S1] non un prodigio, il ritrovato flirt tra soggetti ‘forti’ e un attimo fa pronti a un duello senza feriti? “E ora pensiamo al 2050” è il proclama dei due attori al calar del sipario sullo psicodramma della lite. E via così…

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