Uno dei peggiori massacri che il Burkina Faso ha subito da quando è vittima, da ormai sei anni, di un sanguinoso conflitto interno. A perpetrarlo una milizia composta soprattutto da bambini.
La raccapricciante notizia arriva dal ‘Washington Post’, che scrive di 138 vittime nel solo villaggio di Solhan, nell’area nord orientale del paese.
Il quotidiano statunitense riporta una dichiarazione rilasciata dal portavoce governativo: “Gli aggressori erano per lo più bambini di età compresa tra i 12 e i 14 anni”.
La gran parte delle scuole locali sono chiuse, a causa della pandemia. Quando alcune hanno riaperto, molti alunni non sono più tornati e quindi il fenomeno della dispersione scolastica è cresciuto a dismisura.
Secondo le Nazioni Unite, oltre 300 mila bambini nel Burkina Faso hanno perso l’accesso all’istruzione. Solo nel 2020, sempre secondo stime della Nazioni Unite, 3.270 bambini sono stati reclutati in gruppi armati nell’Africa centrale e occidentale. Ciò rappresenta oltre un terzo dei bambini-soldato a livello mondiale.
Afferma il rappresentante dell’Unicef nel Burkina Faso, Sandra Lattour: “Siamo molto allarmati dalla presenza di bambini all’interno di gruppi armati. Mentre vivono tra le fazioni armate, sono costretti a sperimentare forme inconcepibili di violenza, sia fisica che sessuale, e un alto livello di esperienze traumatiche”.
Molti bambini vengono rapiti, drogati e sottoposti a un vero e proprio lavaggio del cervello. Quelli costretti ad unirsi a Boko Haram, nel nord est della Nigeria, raccontano che i loro rapitori hanno minacciato di uccidere chiunque si fosse rifiutato di partecipare agli attacchi. Il gruppo non disdegna la pratica mettere indosso alle bambine le bombe, per poi inviarle tra la folla.
Il Washington Post fa riferimento addirittura a bambini di 7 anni, rapiti per diventare soldati, stando a quanto riferito da un ufficiale dell’esercito burkinabè; e ad alcune milizie di autodifesa, costituitesi in risposta alla minaccia estremista. Ma le rappresaglie contro i ‘miliziani volontari’, a quanto pare, sono durissime.
Secondo le Nazioni Unite, più di 1,2 milioni di persone hanno perso la casa da quando sono iniziate le violenze. E il 61 per cento sono bambini.
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