Auguri e figli maschi. “Grazie, meglio no”

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Sono padre di due figlie femmine, ma immagino di averne anche uno maschio e di essere all’ingresso di un bivio, di due strade accidentate, pericolose alla pari, costretto a decidere in quale immettermi: [Il ‘mio’ amatissimo ragazzo, aggregato al più classico esempio di branco, è accusato di aver violentato due ragazze] : lo difendo contro l’evidenza, contesto la magistratura, inveisco contro l’opinione pubblica, metto a tacere la mia coscienza di uomo onesto, leale? O scelgo di pensare e agire da uomo rispettoso dei diritti altrui, perciò obiettivo, capace di anteporre la difesa della verità al sentimento protettivo di padre ad ogni costo? Temo che sceglierei di non scegliere, vigliaccamente, perché come si dice a Napoli ‘i figli so’ piezz’ ’e core’. Imboccando la strada della difesa a oltranza del suo vile comportamento, sarei venuto meno al rispetto di me stesso, ma inoltrandomi nell’altra via avrei condannato la ‘mia creatura’ alle conseguenze di quanto ha commesso.

Come ha deciso il comico genovese prestato alla politica, l’uomo in cui ha creduto una quota rilevante di italiani scontenti, presto traditi dal caos para politico del Movimento nato con evidente presunzione come alternativo al peggio della partitocrazia. Lui ha scelto, altro che! Con urla scomposte e faccia deformata da rabbia aggressiva ha contestato chi indaga sul ‘fattaccio’ e il ‘perfido giornalismo’ che lo racconta; ha provato a negare che la violenza sia avvenuta e sposato la tesi sessista di quanti per scagionare gli stupratori accusano le vittime di essere state ‘consenzienti’. Smentito dalle indagini, dalle intercettazioni telefoniche, da foto scattate con i cellulari dei violentatori (una ritrae il figlio di Grillo con il membro sul viso di una delle due ragazze, che avrebbero subito la violenza sessuale, addormentata o svenuta.  Grillo jr ha fatto scattare da un amico del branco la foto in questione), il fondatore di 5Stelle ha oltrepassato i limiti della difesa ultra protettiva, a credibilità zero, indegna del suo ruolo di uomo, padre e teorico del Movimento. Fin qui, la sua scelta deprecabile apparterrebbe all’isteria di un personaggio coinvolto in una sporca faccenda, ma Grillo, evidentemente fuori controllo, è andato oltre, molto oltre e ha trasferito la rabbia di padre ‘sputtanato’ (pardon, non mi viene una definizione più soft) nel capitolo minaccioso della crisi in atto nel Movimento. Non sorprendono gli attacchi, le ingiurie, il boicottaggio da rissa di mercato che incombono sul Paese e rischiano di sfasciare la labile alleanza dei pentastellati con il Pd. Si annebbia il ‘lume della ragione’ e questo sembra essere all’origine degli insulti e del ‘benservito’ di Grillo a Conte, a suo tempo risucchiato nel Movimento e di recente investito del ruolo di rifondatore dei 5Stelle. È verosimile: l’irrazionale scompenso mentale del comico (che proprio non fa ridere) somiglia molto alla vendetta di un padre incapace di distinguere tra affetto e giudizio morale sui comportamenti di un figlio ‘scapestrato’. Assolutamente incomprensibile è l’ obnubilata lucidità dei grillini, che non lo capiscono e non reagiscono allo sconquasso del partito, al disastro politico dell’Italia che rischia di essere governata da secessionisti, sovranisti e neofascisti.

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