Fiducia, sì. Ottimismo sì, ma prudenza

 Odioso gap (peccato mortale dovrebbe considerarlo la Chiesa), discrimine massimo del pianeta Terra: consente all’emisfero dei ricchi di ghermire quasi totalmente le ricchezze naturali di trasformarle in beni a uso e consumo per la propria classe elitaria, ma priva dell’indispensabile l’altra faccia del genere umano. Non c’è un barlume di lungimiranza in questa ingiusta, illecita suddivisione e puntualmente lo attesta la tragedia mondiale della pandemia, che in due anni ha inferto ferite senza uguali a Paesi ricchi e poveri. Quando segnali incoraggianti inducono a sperare nel ripristino della normalità (definizione impropria considerate le diseguaglianze tra aree evolute e territori derelitti), si levano da più parti voci allarmate di nuovi pericolosi picchi di contagi e decessi. I bollettini ‘di guerra’ del Covid elencano con giustificato timore i luoghi della Terra dove il coronavirus ha provocato stragi da povertà e da pesante deficit del sistema sanitario: Brasile, India, Pakistan, Sud Africa, Paesi esportatori delle cosiddette varianti, che solo in nome dell’ottimismo a oltranza ci si augura siano debellate con i vaccini finora disponibili. Preoccupano ‘casi’ imprevisti di nuovi focolai in Paesi virtuosi (ma non abbastanza): l’Italia di un’estate fa, illusa di aver sconfitto il virus, l’Inghilterra e gli Stati Uniti di campagne vaccinali record, il fenomeno di Israele, prima comunità umana a registrare contagi e deceduti zero, l’Australia, la Cina del miracolo Whuan.  L’Italia ha vissuto la pandemia con conseguenze tra loro disomogenee. A ridosso della prima fase, ovvero dei tempi del rodaggio, cioè di ‘ignoranza’ del Covid-19 e culminata con l’azzardato ‘liberi’ di primavera ed estate del 2020, è deflagrata la fase due, con picchi incontrollabili di focolai, terapie intensive e la tragedia di tanti decessi. Siamo corsi ai ripari con il rigore del lockdown e il trend di normalizzazione ha ricevuto il suo elisir con la disponibilità di Pfizer, AstraZeneca, poi di Moderna, Johnson e Johnson. Ma al rispetto delle orme di sicurezza si è opposta l’incosciente anarchia dei ‘no Vax’, l’egoismo degli assembramenti vietati.

I numeri di questa domenica che precede l’estate piena inducono all’ottimismo della ragione, ma contemporaneamente sono un invito alla cautela. 838 i positivi nelle ultime 24 ore, 40 le vittime in un giorno (20 sono relative a decessi del passato non calcolati in Campania). Nel mondo. 850 studenti contagiati a Maiorca (3000 in quarantena), per focolai provocati da un concerto reggae nella Plaza de Toros a Palma di Maiorca, da feste su barche e in alberghi.  In Russia, 20.538 casi nelle ultime 24 ore e a Mosca record di 144 morti; in tutto il Paese 599. A Sydney (Australia) 30 nuovi casi nonostante il lockdown e previsione di aumenti nei prossimi giorni (responsabile la variante ‘Delta’). Thailandia e Malesia (5.800 casi), annunciano nuove restrizioni. In Nuova Zelanda due giorni di allerta Covid e blocco dei voli dall’Australia senza quarantena. Nella super virtuosa Israele da zero casi a 229 nelle ultime 24 ore e probabilmente di nuovo obbligo della mascherina all’aperto. La Gran Bretagna del dopo record di vaccinati (ma con una sola dose di AstraZeneca) è nei guai per la recrudescenza della pandemia (11 mila contagiati). Nel mondo finora 180 milioni i casi di Covid, 3,8 milioni le vittime. Occorre altro per mettere in guardia il facile ottimismo di quanti rifiutano di vaccinarsi, o ritengono di poter fare a meno della prudenza? Comunque, da domani via le mascherine all’aperto dalle Alpi all’Etna e il risparmio previsto per il secondo semestre è di 40 milioni.

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