Via ai nuovi OGM.
Secondo l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare – EFSA – non presentano pericoli per la salute dei cittadini e quindi non c’è bisogno di aggiornare le linee guida dell’Unione Europea in vista del loro arrivo.
Al contrario, Greenpeace suona il campanello d’allarme e mette in guardia sul fronte del calo dei controlli e dell’attenzione da parte della UE e dei governi.
Ricostruiamo i contorni della polemica.
Stando all’EFSA le nuove tecniche di “gene editing” non sono più pericolose della selezione vegetale tradizionale e delle tecniche transgeniche, gli Ogm. L’Agenzia ha esaminato l’idoneità dei protocolli UE di valutazione del rischio rispetto a tre nuove tecniche emergenti: la nucleasi sito-specifica di tipo 1 (SDN-1), la nucleasi sito-specifica di tipo 2 (SDN-2) e la mutagenesi diretta da oligonucleotide (ODM). Queste tecniche modificano una sezione specifica del genoma senza introdurvi nuovo Dna.
Spiga EFSA: “L’editing del genoma modifica il Dna di animali, piante e microrganismi in maniera molto precisa. La tecnica trova un’ampia gamma di applicazioni, dalle nuove terapie contro il cancro e le malattie ereditarie sino all’aumento della massa muscolare negli animali da allevamento. Può essere anche utilizzata per produrre piante con caratteristiche desiderate quali la resistenza alle malattie, la tolleranza alla siccità o un miglior profilo nutrizionale. Tuttavia esistono preoccupazioni di tipo sociale secondo cui la correzione del genoma potrebbe avere effetti nocivi sulla salute umana e sull’ambiente”.
Esprime forti preoccupazioni Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace Italia: “EFSA dice cose molto pericolose. Sulla parte delle conseguenze ‘off target’, non volute, sostiene che il rischio è minore del numero delle mutazioni che si osservano nelle pratiche convenzionali o negli Ogm classici. Questa frase non è veritiera: le conseguenze ‘off target’ sono sottovalutate in maniera assurda”.
Con il termine ‘off target’ vengono in sostanza indicati gli effetti provocati in pezzi di Dna non al centro dell’azione di editing. In circa il 3 per cento dei casi sono state rilevate mutazioni indesiderate. Ma diversi studi mostrano casi di effetti indesiderati anche nel pezzo di Dna volutamente modificato.
Continua Ferrario: “Già si sa pochissimo ma di quel poco che si sa questi effetti ci sono già. Ma l’EFSA non li considera come un aspetto molto importante, quali invece sono”.
Secondo la ricercatrice di Greenpeace, sostenere cose del genere può “aprire la strada ad una valutazione meno approfondita di questi prodotti. Può essere un segnale che saranno soggetti a norme più leggere”.
Conferma Damiano Di Simine, componente del comitato scientifico di Legambiente: “Le nuove tecniche di editing genetico non hanno prodotto evidenze che possano spingere ad alleggerire il principio di precauzione valido per gli Ogm”.
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