Grossa tegola sul capo dell’ex presidente della Francia, Nicolas Sarkozy, accusato nientemeno che di “associazione a delinquere”.
Meglio tardi che mai.
Tutto riguarda le pesantissime intromissioni negli affari della Libia ai tempi di Gheddafi, quando la Francia, in sostanza, organizzò le rivolte anti colonnello, per delegittimarlo prima e poi farlo eliminare fisicamente.
Ma prima il limone era stato ben spremuto. Nel senso che Gheddafi venne “convinto” a finanziare una buona parte della campagna elettorale che portò Sarkozy all’Eliseo.
Ciò ha portato, a molti annidi distanza, ai recenti capi di accusa. Prima quelli relativi alla “corruzione passiva”, al “dirottamento di fondi pubblici” e al “finanziamento illegale della campagna elettorale”.
E adesso la ciliegina sulla torta: l’associazione a delinquere, come nei più eclatanti casi di maxi corruzione. Ci manca solo il bis, giusto per il fatto che la mafia non è così popolare in Francia.
L’inchiesta – che comunque nasce con colpevole ritardo – ha avuto una svolta dopo l’arresto di uno stretto collaboratore dell’ex capo dell’Eliseo, Thierry Gauber, ritenuto il terminale delle sporche operazioni finanziarie sull’asse Tripoli-Parigi.
Ovviamente Sarkò si dichiara candido come un giglio, “totalmente innocente in questo affare”, una autentica verginella vittima di un complotto.
Staremo a vedere cosa succede nei prossimi mesi.
