1 italiano su 3 se ne è fregato di infliggere un colpo mortale alla democrazia in occasione del voto referendario sul taglio del numero dei parlamentari, lasciando inalterati grassi stipendi e ricchi benefit.
Un terzo dei cittadini, quindi, ha mandato affanculo i ras dei partiti, il cui potere oggi di tutta evidenza cresce, concentrandosi nelle segreterie delle congreghe partitiche il potere di scegliere il futuro, minor numero dei candidati.
Sonoramente sconfitti, sotto il profilo morale e politico, i pezzi da novanta della nomenklatura. Tutti compatti nel dichiarare il loro SI, così come ufficialmente hanno dichiarato praticamente in coro tutte le formazioni.
Sorge spontanea la domanda: come mai, allora, non è stato raggiunto e oltrepassato il 90 per cento dei SI?
Dove è finito quel 25 per cento dei “non si”?
Una figura davvero barbina, quella dei capibastone, tutti schierati per il SI senza volerlo però gridare troppo forte (tranne i 5 Stelle).
Adesso, comunque, tutti pronti ad intestarsi la magra vittoria.
Che ci pone, come Paese, in coda all’Europa come rappresentanza politica, quindi come tasso di democrazia. Lasciandoci invece in testa alla vergognosa classifica degli emolumenti più alti per i 600 che restano in parlamento.
Una autentica follia, che la dice lunga sulla carica solo e soltanto demagogica di questo referendum. Che fa di certo ridere gli altri paesi europei, collocandoci in un testa-coda (ripetiamo, più basso numero di parlamentari rispetto alla popolazione, stipendi più ricchi anche a livello mondiale) raccapricciante.
La situazione paradossale è stata fotografata qualche giorno fa dall’abbronzato Di Maio: ora tagliamo il numero dei parlamentari, per tagliare gli stipendi c’è tempo.
E qui casca l’asino. Chi ha interesse, ora, a parlarne? Chi ha mai interesse a fare, adesso, una vera riforma elettorale? Chi ha più interesse a rispettare la democrazia e la carta costituzionale sempre più fatte a pezzi?
Possono dormire sonni tranquilli, i ras di questa sgarrupata democrazia, i 600 eroi che approderanno nel futuro Parlamento, la crema del ‘peggio’, altro che efficienza e trasparenza!
E quei 600 beccheranno quanto oggi beccano gli inquilini di Montecitorio e palazzo Madama, non un euro di meno. Salterà forse qualche benefit? Ne dubitiamo, perché il branco dei futuri eletti sarà più famelico che mai, abbarbicato alla sua poltrona come prima e più di prima.
Per sprofondarci sempre più in basso. In una società politica italiana sempre più priva di un minimo di credibilità, una parvenza di dignità, uno straccio di coerenza.
C’è solo da sperare – per non finire definitivamente nel baratro – in quel terzo di italiani che ragionano con la loro testa e credono ancora nella democrazia.
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