La Coca Cola piace a tanti. Anche a molti scienziati e accademici, che sono soprattutto ghiotti di pareri & consulenze pagate a peso d’oro.
E’ l’inquietante scenario che emerge in una fresca nota apparsa sul prestigioso British Medical Journal. In cui vengono analizzati i rapporti tra il colosso delle bollicine e il Global Energy Balance Network (GEBN).
Un “Network” composto da un gruppo di professori universitari, secondo molti una vera e propria lobby scientifica (sic) che si occupa della valutazione di alcuni prodotti alimentari di largo consumo.
Come, ad esempio, la Coca Cola.
Molto gradita, in casa Coca Cola, la minimizzazione o addirittura la negazione degli effetti negativi prodotti sulla salute dagli zuccheri contenuti nella stranota bevanda, in tema di ingrassamento e di obesità.
Nella nota vengono riferiti gli esiti di uno studio condotto dalla Ong investigativa “Right to know” e edita dal “Public Health Nutrition”, attraverso l’analisi di migliaia di email. Ne sono state passate ai raggi x circa 20 mila, e per valutarle tutte la Ong ha potuto contare sulla collaborazione della Oxford University, della London School of Hygiene & Tropical Medicine ed anche della nostra Bocconi.
Lo studio – viene sottolineato – dimostra “fino a che punto la Coca Cola ha cercato di oscurare la sua relazione con gli scienziati, minimizzare la percezione del suo ruolo e utilizzare i ricercatori per promuovere un’informazione favorevole del settore. I risultati hanno rappresentato un ‘punto basso’ nella storia della salute pubblica”.
Le mail erano intercorse tra la Coca Cola e due grossi atenei statunitensi, la West Virginia University e l’Università del Colorado. Atenei che facevano parte di un cosiddetto “gruppo di facciata” finanziato dalla stessa Coca Cola.
Una truffa in piena regola ai danni dei consumatori, perché venivano poi pubblicizzati dei risultati del tutto taroccati. Tanto più grave, ciò, perché in danno della salute di milioni di cittadini, che si fidavano di quegli elevati “consigli” e “raccomandazioni”.
C’è da chiedersi come mai la sempre rigida e solerte Food And Drug Administration fino ad oggi non sia ancora intervenuta con pesantissime sanzioni a carico non solo del colosso aziendale ma anche di scienziati comprati e venduti come al mercato delle vacche.
Il gruppo lobbistico ha cercato di piazzare alcune pezze a colori, negando di essere massicciamente finanziato dalla Coca Cola. Ecco cosa viene viene scritto in un messaggio pubblicato dal Daily Mail: “A un certo punto dovremo svelare questo finanziamento (della Coca Cola, ndr). La nostra preferenza sarebbe quella di avere altri finanziatori. In questo momento abbiamo due finanziatori, Coca Cola e un donatore individuale anonimo”.
Altra strategia di “attacco” è stata poi quella di favorire – attraverso canali politici – le carriere di non pochi ricercatori universitari; e di incrementare sempre di più i legami con l’establishment.
Non solo per anni fiumi di bollicine, dunque.
Anche fiumi di dollari per minimizzare se non addirittura negare gli effetti degli zuccheri.
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